«Ormai, nessuno parla d'altro. È stato, o meglio stata, arrestata la responsabile e l'autrice degli aeroplani di carta ovvero "In prima persona" pseudonimo di "Karima Moradi". Adesso, le autorità devono scegliere per lei, meglio la morte o la processione? In ogni caso sarebbe stato il padre a trovarla e arrestarla. A breve sapremo l'esito della sua condanna» purtroppo, ancora una volta, In prima persona era diventata la più conosciuta attivista, ma anche la più conosciuta criminale, arrestata per intralcio alla giustizia.
«La sua parentela con il capo la aiuterà» disse uno
«Non saprei» disse l'altro «Atash è molto fermo e imparziale nelle sue decisioni. Darà a quella puttana ciò che merita»
«Anche se ciò che merita è la morte?»
«Se è ciò che merita, glielo darà. Prima o poi, glielo darà»
A seguito del violento scontro subito da parte dei promessi nel loro appartamento, Karima era stata arrestata e portata in prigione, mentre Faruk era stato portato d'urgenza all'ospedale più vicino. A causa della lotta, non solo Karima aveva subito danni, ma anche il suo stesso fidanzato aveva riportato gravi lesioni e una consistente emorragia al capo, violentemente sbattuto contro la parete. Faruk era un uomo abbastanza forte e allenato, per cui la botta non gli aveva provocato gravi danni, ma se quella stessa ferita fosse capitata a qualcuno di meno preparato... avrebbe riportato gravissimi problemi cerebrali, o sarebbe addirittura morto. Esteticamente, Faruk sembrava un pagliaccio fallito: aveva un dente mancante, gli occhi cerchiati di nero e una fascia che gli cingeva completamente il capo per fermare l'emorragia e far guarire la ferita, mancava solo la parrucca arancione e riccia per completare la presentazione e sarebbe stato perfetto, pronto a festeggiare il compleanno di un bambino o a esibirsi in uno spettacolo circense.
Karima era già sveglia da molto, si poteva dire che non avesse dormito affatto dato che il suo sonno veniva interrotto di continuo dal dolore delle ferite e dall'ansia che non svaniva e che anzi infestava i suoi incubi. Sebbene fosse addormentata, il suo corpo e le sue sensazioni erano vigili, fin troppo vigili.
Quando si risvegliò dal momentaneo stato di incoscienza, si rese subito conto di non trovarsi in un luogo conosciuto nonostante la precaria luce notturna. Fu quando i suoi occhi si abituarono alle condizioni di luminosità che ella riuscì anche a dare un nome al luogo in cui si trovava: prigione. Quella notte assistette alle crudeltà più atroci. C'era un infante, una bambina per l'esattezza, che aveva tolto il suo hijab e lo stava sventolando in aria, per copiare un movimento visto dalla folla o perché credeva veramente in quell'azione. In ogni caso, il gesto non andò per niente a genio alle forze dell'ordine (che, in realtà, creavano solo confusione, altro che ordine) dunque l'arrestarono e la picchiarono proprio davanti a lei, percuotendola e lanciandola gli uni nelle braccia degli altri.
Era rivoltante.
La ragazzina non aveva neanche le forze per mettersi in piedi o rifugiarsi da qualche parte, né capire cosa le stesse accedendo o in generale reagire. Era bloccata e non poteva che sottostare alle violenze. Il suo volto incontrò solo una volta quello di Karima e quel minuscolo contatto, sebbene distante, fu abbastanza per far trasparire tutto il suo dolore, la sua frustrazione ma anche la sua rassegnazione.
Ed era solo una bambina.
Si stupiva di come quegli strani avvenimenti fossero capitati a lei stessa o in generale a donne e uomini, ma non aveva pensato ai bambini. Se era già tremendo assistere a delle torture del genere nei confronti degli adulti, figuriamoci dei bambini.
Anche ai bambini era negata la libertà?
Anche ai bambini era negata l'infanzia?
Chissà quali esperienze avevano già vissuto, quali avevano in mente di vivere e quali le proteste avevano stroncato sul nascere.
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In Prima Persona
Historical FictionCOMPLETA Il mondo è pieno di strani avvenimenti... riassumendo tutto in una frase? Per ottenere la pace dobbiamo fare la guerra. Ma noi, oscurati dalla nostra vita, non ce ne accorgiamo nemmeno. Cosa succederebbe, infatti, se un ragazzo, nel futuro...