2 - L'agire

4 3 0
                                    

Quelle esperienze erano alcuni dei commenti "fissati", come le aveva detto Francoise, sotto al post della giovane. Marlene era rimasta sveglia perdendo qualche ora di sonno pur di leggere tutte quelle testimonianze. Non lo credeva vero. Nell'esatto momento in cui posò il cellulare sul comodino per dormire, una lacrima le scese dall'occhio più vicino al cuscino, le accarezzò la guancia arrossandola, ma ci pensò il cuscino a rimettere a posto l'animo della ragazza. Neanche lei riusciva a comprendere quale fosse lo stato d'animo che aveva causato la nascita di quella lacrima, ciò che sapeva era che non sapeva niente. In lei convivevano tutte le emozioni e, in quel momento, tutte stavano agendo contemporaneamente, pensando di poter avere la meglio sulle altre, ma ottenendo come risultato una gran confusione. Provava rabbia, rabbia nel sapere che la gente fosse così meschina, malvagia e insensibile e, per lo stesso motivo, provava anche un fortissimo disgusto che, per poco, non sfociò in un conato. Come si poteva pensare di risolvere i problemi del mondo se coloro che dovrebbero mettersi all'opera rimangono totalmente impassibili davanti al progresso e, anzi, lo ostacolano in tutti i modi? Marlene provava anche pena per questa società e disperazione nel vederla cadere... ma sbagliava a provare anche un pizzico di gioia? Leggere quelle traumatiche esperienze le inaspettatamente causato un calore al cuore come se fosse stata stretta in un abbraccio, l'abbraccio di una persona cara, fidata... la fiducia... era da tanto che non ne provava. L'unica persona alla quale aveva affidato tutta se stessa era Corinne, ma lei... lei era solo un ricordo ormai. La consapevolezza che altre persone avessero provato sulla loro pelle le sue stesse esperienze la faceva sentire bene, a casa. Rise al pensiero, si meravigliò di come stesse iniziando a sentirsi parte di qualcosa solo grazie a degli stupidi commenti di gente che nemmeno conosceva. Ma quei commenti erano tutt'altro che stupidi. Di certo, quei tre letti non erano gli unici, un intero popolo aveva scritto la sua esperienza, ma molte erano visibilmente false e altre di odio e questo provocava una forte ira in Marlene: davvero la gente voleva solo attenzioni? E davvero credeva che per ottenerle servisse fare leva su un argomento così delicato? Si sentiva offesa a nome di tutti coloro che avevano subito violenze; era per loro un affronto leggere quelle storielle inventate solo per essere notati. Cosa ne potevano sapere quegli utenti di cosa si provasse veramente nell'essere vittime di un tale episodio? Si contenne più volte dal rispondere "a tono" a quei messaggi pietosi, come avrebbe tanto voluto fare nei confronti di quelli che Francoise chiamava haters. La sedicenne si sentiva così fuori luogo nell'uso di uno strumento tanto potente come i media digitali: ciò che viene anche solo per un istante condiviso su quelle piattaforme rimaneva per sempre e Marlene, come Corinne, lo avevano imparato a loro spese. Perse il conto della quantità di minacce e di crudeltà scritte nei confronti di Nathalie, ma Marlene sapeva perfettamente che quella storia fosse autentica, lo sapeva, aveva un particolare fiuto per cose del genere.

Anche mentre cercava di prendere sonno, ripassava a mente tutti quei commenti e studiava una risposta da poter dare... ovviamente, valeva lo stesso discorso per i dibattiti persi anni prima e che si ripassava sotto la doccia o quando il buio oscurava la vista. Mentre ancora rimuginava, pensò a quanto le sarebbe piaciuto vedere anche la sua testimonianza messa in evidenza da una giovane tanto in gamba e che aveva vissuto il suo stesso incubo... che fosse stata una buona idea scrivere un commento? Il solo pensiero di dover rivivere nella sua mente quell'incubo, le provocò un forte brivido, ma, allora, se la sua reazione all'ostacolo era quella, cosa la spingeva a voler scrivere? Aveva sempre tenuto privato quell'argomento: se ne vergognava. La verità era che lei non si fidava di nessuno al punto di condividere un'esperienza tanto traumatica: aveva volutamente chiuso i rapporti con il genere umano. Come darle torto? Come poteva essere sicura? Che qualcuno non ne avrebbe approfittato com'era accaduto al povero Pier? Il ragazzo del commento sembrava un tipo in gamba e si stupì piacevolmente nel vedere come anche lui parlasse, sul suo profilo, di violenza e di diseguaglianze.

In Prima PersonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora