«Vuoi andare a protestare? Ma sei diventata pazza! Quel soldato poteva ucciderci!» Faruk era fuori di sé.
Karima e Faruk erano promessi già da ragazzini ed erano arrivati all'età di venticinque e trent'anni. Nonostante la loro fosse una relazione indotta da esigenze familiari, erano stati fortunati: si amavano.
«Non l'avrebbe fatto» rispose lei sicura mentre non osava guardare negli occhi il fidanzato, stava seduta sul divano, il busto eretto, ma la testa bassa.
Le sua premonizione sulla sua condizione a seguito dell'incontro con la polizia era esatta: aveva l'osso del collo rotto. La fasciatura che le era stata fatta era decisamente poco estetica, era quasi un morbido e spesso collare che la impediva nei movimenti, fortunatamente riusciva a coprirlo con l'hijab.
«Come puoi dirlo? Sono già morte altre persone a causa di queste proteste!» continuò l'uomo cercando di far ragionare la giovane.
«Appunto!» il tono di Karima si era alzato, non le piaceva infervorarsi con Faruk, dunque, si alzò e si avvicinò a lui «Sono, anzi, siamo giornalisti, Faruk. Cosa stiamo a fare qui se non riusciamo neanche a riportare i fatti? La verità? Il nostro lavoro?» il timbro della sua voce si era fatto più pacato, ma come non mai era tangibile la sua disperazione, la si percepiva nell'aria.
I due si tenevano per mano e si guardavano negli occhi: avrebbero tanto voluto mantenere quel contatto per sempre, e renderlo libero. Volevano essere liberi, entrambi, la loro vita era ogni giorno appesa a un filo man mano sempre più sottile. Potevano degli esseri umani vivere nella paura? Potevano rimanere segregati nelle loro abitazioni per non essere uccisi? Chiusi in gabbia? Come animali? Come oggetti da tenere custoditi finché non si decide di eliminarli perché occupano troppo spazio? Karima aveva ragione e Faruk lo sapeva bene, ma doveva farla ragionare, almeno lui, dato che lei non riusciva a farlo in autonomia. Da sempre, la donna aveva dimostrato un carattere forte e determinato, odiava le ingiustizie, e si sarebbe buttata anche nel cratere di un vulcano attivo pur di averla vinta. Ma la proposta della giovane era fin troppo pericolosa, pericolosa per lei. I due avevano già rischiato molto iniziando quelle riprese, Faruk l'aveva avvisata, non era sicuro buttarsi di nuovo nella mischia, specialmente se come protestatori e non come giornalisti che svolgono il loro mestiere. Il soldato si era limitato a un osso rotto e al ritiro della licenza giornalistica, ma l'aveva anche insultata e minacciata... non c'era certezza che una nuova insurrezione non avrebbe portato alla morte di Karima. La morte del suo corpo, però, non avrebbe portato con sé anche la morte dei suoi ideali. Il suo ricordo si sarebbe battuto anche senza di lei, come per Mahsa Amini.
Faruk abbracciò la sua amata avvolgendola completamente, lei si sentiva al sicuro nel suo abbraccio: «Io lo dico per il tuo bene» sussurrò lui.
«Il bene collettivo è più importante del mio bene» replicò lei con lo stesso tono consapevole e lieve.
Il giovane la abbracciò ancora più forte, per poi staccarsi da lei per non mostrarle i suoi occhi lucidi.
«Ora devo andare» concluse lui alludendo a un piccolo lavoro part-time che era riuscito ad avere in un bar poco distante dalla loro dimora «Non fare niente di cui potresti pentirti» aggiunse prima di richiudere la porta alle sue spalle.
Karima era rimasta sola, sola con i suoi pensieri: sapeva quale fosse la strada giusta da intraprendere, ma per la prima volta in vita sua era dubbiosa: stava riflettendo fin troppo. Era sempre stata una donna impulsiva, sebbene non per questo irragionevole, non era solita creare piani elaborati: osservava la situazione e decideva in fretta come agire. Quella volta, però, non fu così. In un altro momento, avrebbe velocemente allacciato le scarpe e sarebbe scesa in piazza urlando con gli altri civili, ma qualcosa, in quel momento, la fermava.
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In Prima Persona
Historical FictionCOMPLETA Il mondo è pieno di strani avvenimenti... riassumendo tutto in una frase? Per ottenere la pace dobbiamo fare la guerra. Ma noi, oscurati dalla nostra vita, non ce ne accorgiamo nemmeno. Cosa succederebbe, infatti, se un ragazzo, nel futuro...