Chapter six

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Aprii la porta ed Alex sobbalzò ed alzò lo sguardo dalle corde della chitarra su di me.
"Non ti avevo sentita." Disse sorridendo.
"Sei molto bravo lo sai?" Risposi sedendomi sul letto di fianco a lui.

"Nah... Sbaglio quasi sempre." Disse lui facendo le spallucce. Non capiva il potenziale che aveva, era davvero bravo.
"Sbagliando si impara... E comunque prima non mi sembrava avessi sbagliato."
"P-Prima? Mi hai sentito?"
"Certo, era un attimo fa." Dissi ridendo buttandomi con la schiena sul materasso.
Lui diventò rosso, e io lo rassicurai con mille complimenti.

"Forse dovremmo iniziare, che ne dici?"
"Forse si." Risposi ridacchiando.

Ci mettemmo sulla sua scrivania e mi spiegò un paio di argomenti che non avevo capito e mi aiutò con degli esercizi... Se devo essere sincera non avevo capito molto, però almeno avevo risolto alcune lacune.

"Dai ci siamo." Disse Alex con tono ironico.
"Basta non ce la faccio più." Dissi chiudendo il libro.
"Mh... Cosa vogliamo fare?" Mi chiese appoggiandosi alla scrivania con le braccia incrociate.
"Che ne dici di suonare qualcosa?"
"No." Rispose secco scuotendo la testa.
"Daiii."

Insistetti un po' di volte e finalmente Alex accettò e prese la chitarra.
"Ho ascoltato la demo... È bellissima... Non riesco a crederci che state producendo un album." Dissi sdraiandomi di nuovo sul suo letto rivolgendo il viso al soffitto.

"È una piccola casa discografica, ma comunque sono felice che qualcuno ci abbia dato fiducia..." Aveva un enorme sorriso stampato in faccia che mi riscaldò il cuore.
"Immaginati se un giorno vi contattasse la Domino Records."
"Sarebbe un sogno."

"Mi suoni quello che stavi suonando prima?" Chiesi cambiando argomento.
"Uhm, va bene, ma non è ancora finita." Mi disse grattandosi il collo.

"Well, now then, mardy bum... I've seen your frown and it's like looking down the barrel of a gun, and it goes off!" Aveva davvero una bella voce, di adattava perfettamente alla base della chitarra.

"Sei la prima persona che la sente... Si chiama Mardy Bum." Disse posando la chitarra. "Avevo inteso." Dissi sorridendo. "Sono... Sono orgogliosa di te Al." Aggiunsi guardandolo negli occhi.
"Perché?" Chiese lui inclinando il capi confuso.
"Perché sei bravissimo a suonare, e da solo sei arrivato fin qui." Risposi avvicinandomi a lui. Mi abbracciò e appoggiai la testa sul suo petto.

"Se tua madre ci vedesse così inizierebbe a dire 'che carini', 'siete fatti per stare insieme'!" Dissi imitando la voce di Penny, che sin dai tempi delle scuola medie ha sempre pensato, come il resto delle persone, che tra noi ci fosse qualcosa di più di un'amicizia.

Alex rise e si sdraiò di fianco a me.
"Al, posso chiederti una cosa?" Chiesi girando la testa verso di lui.
"Tu ti assicuri sempre che io sia felice, ma tu come stai?" Alla mia domanda lui sorrise e si portò una mano sulla fronte e annuii.
"Sto bene, molto bene."
"Come va con Sherly?"
"Bene... Ogni tanto ha alcuni comportamenti che non condivido però sono felice con lei." Qualcosa nei suoi occhi mi diceva che non era del tutto vero, e potevo immaginare dato che Sherly era, a parer mio, la persona più odiosa di tutta la scuola.

"Ragazzi!" Esclamò sua madre entrando in camera. "Oh! Scusate! Interrompo qualcosa?" Chiese con un sorrisino malizioso.
"Mamma!" Esclamò Alex arrossendo sulle guance facendo scoppiare a ridere sia me che Penny.
"Dato che sono le sei e mezza volevo chiedere a Violet se le andava di rimanere a cena."
Alex si girò verso di me come per chiedermi "Che ne dici?" E io sorrisi e ringraziando sua mamma accettai.

"Bene, passo da tua madre ad avvisarla e poi vado a comprare un paio di cose al supermercato, tornerò tra una mezz'oretta."
"Va bene mamma, a dopo." Disse il mio amico alzandosi dal letto.
"A dopo Pen."
Lei ci sorrise e uscì dalla stanza. "Oh, e usate le precauzioni ragazzi." Disse andando via.
"Mamma ti odio!" Gridó Alex imbarazzato, io sentii le guance andare a fuoco ma non ci feci troppo caso e tornai a ridacchiare.

La serata passò abbastanza in fretta, aiutai Penny a cucinare e poi passai un po' di tempo con Alex, che mi suonò alcune melodie che aveva in mente. Dopo cena parlai un po' con David, il papà di Alex, e verso le nove e mezza decisi di tornare a casa mia.
"Grazie mille per oggi Al."
"Di nulla Vi." Rispose avvolgendo le braccia intorno alle mie spalle in un abbraccio che durò un bel po'.
"A domani." Dissi dandogli un bacio sulla guancia che lo fece sorridere.

Dopo aver ringraziato i genitori di Alex uscii dalla loro casa ed entrai nella mia.
"Eccomi!" Esclami non appena misi piede all'interno.
"Ciao tesoro! Come sei stata dai Turner?" Mi chiese abbracciandomi. "Bene bene, Alex mi ha aiutato con chimica." Dissi levandomi la giacca.
"Tanto rimarrai una schiappa."
"Matthew Helders!" Esclamò mia madre rimproverando mio fratello a cui mandai di nascosto il dito medio.

"Aspetta Violet." Disse mia madre posandomi una mano sulla spalla.
"Ora che Matt è nel mondo della musica..." Disse ridacchiando.
"Ha molti strumenti e dato che camera tua è più grande mi chiedevo se potreste scambiarvele... Chiaramente ridipingiamo tutto." Disse sorridendo.
"Mamma ma ho un miliardo di cose!" Sbuffai e buttai la testa all'indietro.
"Dai Vi, almeno facciamo contendo tuo fratello." Mi guardò con degli occhi che mi pregavano, quindi non mi restò che accettare.

Entrai in quella che sarebbe stata camera mia ancora per poco ed indossai il mio pigiama. Mi buttai sul letto e senza rendermene conto crollai in un sonno profondo.

———
Eii, scusatemi la lunga attesa, ma ho visto gli Arctic il 15 e devo ancora riprendermi, è stata un'esperienza unica, giuro che non mi sono mai sentita così a casa. (Ho perso la voce ma dettagli😋)

The boy's a slag|| Alex TurnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora