Chapter twenty-four

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Ormai la band stava pubblicando diversi singoli, 'I bet you look good on the dancefloor' e 'When the sun goes down' fecero molto successo, e la prima volta che la sentii in radio impazzii.

"Matthew!" Esclamai entrando in camera sua, con la radio in mano.
"O porca puttana!" Esclamò lui spalancando la bocca, portandosi le mani dietro al collo.

Io corsi giù dalle scale e misi le prima scarpe che trovai e corsi a casa di Alex.
Bussai più volte e quando finalmente aprì mi fiondai in casa senza salutare e accesi la radio, mettendo il canale giusto.

"Ma è..." Sussurrò incredulo.
"They said it changes when..."
"The sun goes down!" Esclamammo insieme.
"Sono felicissima!" Esclamai battendo le mani.

Alex mi abbracciò, ed era così emozionato che mi sollevò da terra facendomi girare in tondo, proprio come quando uscimmo dallo studio della Domino.

"Alex! La vostra canzone! La tua canzone!" Esclamai abbracciandolo ancora, dandogli un bacio sulla guancia. Rimanemmo abbracciati mentre ascoltammo la canzone, le sue mani sui miei fianchi erano ben strette e il mio viso era rivolto verso la radio.

Quando finì la canzone il direttore ritenè gli Arctic Monkeys una band con molto potenziale, che secondo lui avrebbe fatto molta strada.

"Alex!" Esclamai ancora, coprendomi la bocca con le mani.
"Sono felicissimo." Disse sorridendomi.

Con lo sguardo mi squadrò da testa ai piedi e cercò di trattenersi dal ridere.

Ero in pigiama, con le ciabatte, e probabilmente due occhiaie che mi arrivavano ai piedi.

"Stai zitto Alex, muto." Dissi coprendogli la bocca con la mano, ma lui la aprì e mi leccò tutto il palmo.

"Sei disgustoso!" Esclamai cercando di colpirgli la faccia con la mano sbavata da lui, ma non ci accoregemmo che dietro c'era il divano, e quindi lui cadde sul morbido cuscino, e non riuscii a fermarmi in tempo e caddi anche io, ma sopra di lui, ovviamente.

Mi alzai imbarazzata, ed entrambi avevamo le guance rosse.

"Uhm- Ehm... Vuoi qualcosa da mangiare, per fare colazione?"
Io scossi la testa e lui annuì

"Stai scrivendo qualcosa di nuovo?" Chiesi sedendomi sul divano.
"Uhm- S-Si?"
"Posso sentire?" Lui scosse immediatamente la testa, arrossendo.

Insistetti un po' e per fortuna cedette.

"Dove sono i tuoi?"
"Sono usciti verso le sette, sono andati a ritirare la analisi del sangue di mia madre."
"Oh... Qualcosa non va?"

"No no, tutto nella norma, solo dei controlli." Rispose sorridente e io ricambiai.

"Dai, fammi sentire." Lo incitai indicando la chitarra. "Uhm- Va bene, non è perfetta, fa un po' schifo, non ho ancora finito di scriverla."

"Stai tranquillo Al, sono solo io, non ti prendo in giro, dai ora vai."

Si schiarì la voce e accordò la chitarra, prima di iniziare a suonarla.

"We all want someone to shout for... Uhm, everyone wants somebody to love, but your heroes aren't what they seem, when you've been where we've been!" E come al solito non mi deluse, la sua voce era perfetta, nonostante spesso si rompesse, andava in perfetta sintonia con la chitarra.

"Just 'cause we're having a say so, ehm- not lining up to be play-doh...Oh, in five years time, will it be... Who the fuck are Arctic Monkeys?" Risi per l'ultima parte, e lui staccò gli occhi dalla chitarra e mi guardò ridacchiando.

"Allora... Cosa ne pensi?" Chiese posando la chitarra di fianco a lui.
"Penso che come al solito sia stupenda, sono sicura che piacerà moltissimo!" Esclamai sorridendo.

The boy's a slag|| Alex TurnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora