Tutti gli amanti dell’horror conoscono Annabelle. La sua prima apparizione al cinema è avvenuto nel 2013, con la pellicola campione d’incassi The Conjuring – L’Evocazione, di James Wan. Il successo della bambola fu così ampio da spingere a creare una saga tutta sua.
Per poter ripercorrere la storia reale che ha portato alla pellicola occorre tornare indietro nel tempo fino al 1970. Siamo negli Stati Uniti, per la precisione in Connecticut. Una madre decise di fare un regalo di compleanno alla figlia, una bambola di pezza, una Reggedy Ann, personaggio amato dai bambini e inserito in molti libri.
Sua figlia era grande al tempo, frequentava il college, ma quel regalo rappresentava un ricordo d’infanzia. Decise dunque di posizionarla sul letto della propria camera nel dormitorio, salvo poi rendersi conto di alcune stranezze. La bambola sembrava infatti in grado di potersi muovere da sola. Tendeva mutare la posizione del braccio, della testa e delle gambe, portando la giovane a pensare di avere delle allucinazioni. La ragazza decise di spostare la bambola in salotto, per poi ritrovarla puntualmente sul proprio letto.
Stando al racconto fatto al tempo dalla studentessa, iniziarono ad apparire alcuni strani messaggi. Richieste d’aiuto. Un insieme di elementi che la portarono a chiedere l’aiuto di un esperto del paranormale. Si ritrovò dunque da un medium che, dopo aver toccato la bambola, iniziò a raccontare la storia di Annabelle Higgins, bambina di 7 anni morta proprio sul terreno che al tempo ospitava il residence scolastico. A suo dire però lo spirito non chiedeva altro che l’attenzione della giovane e della sua coinquilina, senza alcuno scopo malvagio.
Le ragazze decisero di tenere la bambola ma Lou, amico delle due, si disse apertamente contrario. Sembra dunque che la bambola lo abbia aggredito più volte. Fu così che la giovane venne spinta a contattare Ed e Lorraine Warren, noti demonologi. I due, dopo averla analizzata a fondo, si resero conto della presenza di uno spirito maligno. Fu così che Annabelle venne rinchiusa in una particolare teca, dov’è ancora oggi, in esposizione nel Museo dell’Occulto dei due coniugi.