Elisa Claps, sorella minore di Ermenegildo (detto Gildo) e Luciano, figli di una guardia giurata e un'impiegata, era una studentessa al terzo anno del liceo classico di Potenza. La mattina di domenica 12 settembre 1993 uscì di casa dicendo al fratello Gildo che si sarebbe recata a una funzione religiosa nella vicina chiesa insieme a un'amica e che sarebbe rientrata entro le 13 per raggiungere la famiglia, che doveva pranzare nella casa di campagna di Tito.
Secondo le testimonianze, la giovane aveva concordato con l'amica tale versione, ma in realtà voleva recarsi presso la Chiesa della Santissima Trinità, sita nel centro di Potenza, per incontrare un amico che doveva consegnarle un regalo per la promozione agli esami di riparazione. Da quel momento di Elisa si persero le tracce.
L'inchiesta venne inizialmente assegnata alla Procura della repubblica di Potenza e il caso affidato alla Felicia Genovese. Si scoprì che la persona incontrata da Elisa quella mattina era Danilo Restivo, ventunenne originario di Erice, Sicilia trasferitosi da ragazzino a Potenza con la famiglia, dove il padre Maurizio aveva assunto l'incarico di direttore della biblioteca nazionale potentina. Restivo risultò essere stato l'ultima persona ad aver visto la ragazza; la ricostruzione che il giovane diede dei propri spostamenti dopo l'incontro fece sorgere alcuni sospetti nei suoi confronti da parte degli inquirenti.
Alcune ore dopo la sparizione di Elisa, infatti, Restivo si presentò con gli abiti insanguinati al Pronto Soccorso dell'ospedale cittadino per farsi medicare un taglio alla mano, raccontando ai medici d'essersi ferito in seguito a una caduta accidentale avvenuta nel cantiere vicino alla chiesa della Santissima Trinità, dove si stavano costruendo delle scale mobili. La ferita, tuttavia, sembrò provocata da una lama. I vestiti che il giovane indossava quella domenica apparvero vistosamente insanguinati, ma non vennero sequestrati immediatamente; Restivo si rese irreperibile per i due giorni successivi giustificandosi con la necessità di aver dovuto sostenere un esame universitario a Napoli. Una volta rintracciato dagli inquirenti, Restivo affermò di aver parlato con Elisa per qualche minuto, chiedendole consiglio su come comportarsi con una comune amica della quale si era innamorato e che, inoltre, Elisa gli avrebbe confidato di essere spaventata a causa di un individuo che l'aveva importunata mentre stava entrando in chiesa. Dopodiché, secondo il racconto di Restivo, la ragazza si sarebbe allontanata mentre lui si era trattenuto a pregare.
Gli inquirenti scoprirono che Restivo aveva l'abitudine di importunare le ragazze delle quali si invaghiva, effettuando spesso telefonate mute nelle quali si sentiva la colonna sonora del film Profondo Rosso o il brano Per Elisa di Beethoven. Un'altra abitudine di Restivo era quella di tagliare di nascosto ciocche di capelli a giovani donne con un paio di forbici che portava sempre con sé. Alcune amiche di Elisa dichiararono che Restivo aveva tentato di corteggiarle senza successo e che era abitudine del giovane cercare di ottenere appuntamenti dalle ragazze da cui era attratto con la scusa di offrire piccoli doni, diventando poi aggressivo e violento nel momento in cui quest'ultime rifiutavano i suoi approcci.
Quando apprese che la giovane aveva avuto un appuntamento con Restivo, la madre di Elisa focalizzò la sua attenzione verso il ragazzo, dichiarando che, con ogni probabilità, Danilo aveva ucciso Elisa e ne aveva occultato il corpo. La donna perciò chiese ripetutamente agli inquirenti d'indagare a fondo su Restivo, ma senza esito.
Nel frattempo, nel 2002, il fratello di Elisa, Gildo, in accordo con tutta la famiglia, ebbe l'idea di creare la prima associazione dei familiari delle persone scomparse: l'Associazione Penelope.
Il ritrovamento del cadavere
Il 17 marzo 2010, diciassette anni dopo la sparizione, i resti di Elisa Claps vennero ritrovati occultati in fondo al sottotetto della chiesa potentina della Santissima Trinità (la stessa dove Elisa si era recata il giorno della sua scomparsa). Il cadavere venne scoperto per caso da alcuni operai durante lavori di ristrutturazione per infiltrazioni d'acqua;oltre ai resti umani, vennero trovati anche un orologio, gli occhiali, gli orecchini, i sandali e quel che restava dei vestiti della giovane. Il reggiseno appariva tagliato e i jeans aperti, suggerendo che la ragazza avesse subito un'aggressione a sfondo sessuale prima di essere uccisa.