Nel 1919, sempre nell'ambito dei lavori per il ritorno al servizio civile, le caldaie a carbone vennero convertite per bruciare nafta, aumentando la stabilità di funzionamento e riducendo notevolmente il numero di operatori necessari in sala macchine. La nave ritornò sulle rotte oceaniche nel 1920 e vi rimase per altri quindici anni; nei suoi anni di servizio, in totale, effettuò circa cinquecento traversate. Uno dei suoi passeggeri più famosi fu il comico inglese Charlie Chaplin, che se ne servì per spostarsi tra Stati Uniti e Regno Unito nel 1921 e nel 1931.L'incidente con la Fort St. George
Il 22 marzo 1924, nel porto di New York, l'Olympic fu protagonista di un nuovo incidente con un'altra imbarcazione, il piroscafo Fort St. George (che nel 1935 sarebbe stato ceduto al Lloyd Triestino col nome di Cesarea e successivamente di Arno). Quest'ultimo stava scendendo il North River, a velocità sostenuta, e aveva previsto di passare dietro al codone di poppa dell’Olympic, ma la sua velocità, definita successivamente eccessiva, la fece finire contro il timone della grande nave, strisciando sullo scafo e danneggiando le sovrastrutture. Dal canto suo, anche l’Olympic subì dei danni: inizialmente si pensava a danni di poco conto ma, dopo un'attenta verifica, si riscontrarono danni ingenti alla zona poppiera. Per questo motivo essa fu interamente sostituita.
Nel processo che si tenne successivamente all'incidente, la colpa fu data al Fort St. George. L'Olympic, finite le riparazioni, tornò in servizio.
La crisi del 1929
In seguito alla crisi del 1929, i passeggeri che solcavano le rotte dell'Atlantico diminuirono drasticamente e l'Olympic non fece eccezione. La nave venne affiancata, nelle rotte oceaniche, prima dal Majestic, poi dal Britannic (che portava lo stesso nome della gemella affondata nel 1916) e dal Georgic.
Un grosso problema, comunque, derivava dal fatto che l'Olympic, nonostante le manutenzioni e le migliorie del caso, era ormai un bastimento con vent'anni di servizio sulle spalle e risultava obsoleto se confrontato con i nuovi transatlantici degli anni '30, ad esempio i tedeschi Bremen ed Europa, il francese Normandie e gli italiani Rexe Conte di Savoia.
Nel 1933 molti interni della nave vennero ridipinti in verde, tra cui la grande scalinata.
Nel 1934 il governo inglese impose alla White Star Line e alla Cunard Line la fusione. Come tutte le imbarcazioni della compagnia, anche l'Olympic entrò a far parte di questa nuova realtà.
L'incidente con la Nantucket
Il 15 maggio 1934 l'Olympic speronò di prua la nave faro americana Nantucket Lightship LV-117. La piccola nave naufragò e morì tutto il suo equipaggio: alcuni membri perirono sul colpo, mentre altri morirono successivamente in ospedale.
Disarmo e demolizione
Pochi mesi dopo la nave fu posta in disarmo e nel marzo del 1935 fece il suo ultimo viaggio a New York prima di essere venduta, privata degli eleganti interni e demolita, insieme al RMS Mauretania.
La demolizione delle due vecchie navi servì a finanziare la costruzione della nuova nave ammiraglia della Cunard White Star, ovvero la RMS Queen Mary.