Per essere precisi la storia del Dybbuk inizia su Ebay. Kevin Mannis aveva comperato la scatola nel 2001 a Portland dalla nipote di una sopravvissuta all'Olocasuto polacco. La ragazza spiegò a Kevin che la nonna aveva sempre chiamato la scatola dibbuk, l'aveva riposta in un luogo sicuro e non l'aveva mai mai mai aperta. E ovviamente aveva chiesto a tutti di non toccarla. La nonna aveva chiesto di essere sepolta con l'oggetto ma questa richiesta era in contrasto con le regole della religione ebraica ortodossa e non fu rispettata.
Mannis ha raccontato che sua madre ha avuto un ictus il giorno in cui le ha regalato la scatola. Ogni proprietario dell'oggetto ha riferito di strani avvenimenti legati alla scatola: incubi, caduta di capelli e problemi di salute anche gravi. Uno di questi proprietari, Jason Haxton, ha consultato dei rabbini per cercare di capire se ci fosse una maledizione o meno. A quel punto ha chiuso l'oggetto in un posto segreto dichiarando che non lo avrebbe mai rivelato.
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