Giovedì, 20 aprile 2023.
Ore: 14:06Credo di essere rimasta per almeno mezz'ora seduta qui, a fissare il vuoto, avvolta dall'oscurità. Non riesco ancora a credere di essere davvero rimasta da sola, non riesco ad accettarlo.
Dovrei fare qualcosa, agire e fare tutto il possibile per sopravvivere mentre aspetto i soccorsi. Eppure resto qui, senza muovere un muscolo, quasi come se fossi in uno stato di ipnosi.
Poi, le parole di Wes riaffiorano nella mia mente: «Ci sono sicuramente delle persone che ci stanno aspettando, a casa. Siamo giovani, dobbiamo ancora fare molta strada. Dobbiamo viaggiare, ridere, sognare, ballare. Siete davvero disposti a rinunciare a tutto questo per sempre?»
Qualcosa scatta in me non appena me ne ricordo. Devo sopravvivere a tutti i costi. Devo farlo per Wes, per Sam, per Melanie e per tutti gli altri che non ce l'hanno fatta. Questa storia finisce con me.
Mi aggrappo allo scaffale dietro di me con entrambe le mani e mi sforzo di rimettermi in piedi, cercando di ignorare il dolore alla gamba. Il sangue e le ferite si sono ormai seccati e adesso mi sento molto meglio.
Barcollo verso la porta e la apro per poi guardarmi intorno. Non sembra esserci nessuno, quindi esco dal ripostiglio e la neve torna ad accogliermi. Mi affaccio verso la sala di manutenzione, accorgendomi che Kevin è sparito.
Sto per camminare via quando qualcuno mi tocca la spalla. Mi volto di scatto, preparandomi al peggio eppure non accade. Resto a bocca aperta non appena mi ritrovo dinnanzi a Samantha e devo sbattere più volte le palpebre per assicurarmi che non sto sognando.
"Sam, ma tu... come... non capisco." non riesco nemmeno a formulare una frase di senso compiuto. Tutto questo è così assurdo.
"Oh mio Dio, non sai quanto sono felice di rivederti!" inaspettatamente mi stringe in un caloroso abbraccio che io subito ricambio "Ho tanta paura, Nancy."
"Come fai ad essere viva? Credevo fossi morta nell'esplosione, io ti ho vista." è la prima cosa che dico non appena interrompiamo l'abbraccio.
"Fortunatamente c'era un buco nel muro della mensa che si è creato quando l'astronave è precipitata e sono uscita da lì. Ma tu stai bene? Perché la tua gamba..."
"Non preoccuparti per la gamba, dobbiamo andare." la prendo per mano e insieme camminiamo via.
Ancora non riesco a credere che tutto questo sia reale e non soltanto un sogno. Ero così convinta di averla persa ed ero piena di sensi di colpa soltanto per poi scoprire che è sopravvissuta all'esplosione. Almeno non sono più sola, adesso.
Entriamo nell'ufficio e chiudiamo tutte le porte, successivamente la raggiungo e le spiego il piano che ho in mente. Se vogliamo uscirne vive da qui, allora scappare e nascondersi non basta. Dobbiamo lottare.
Sui vari scaffali presenti nella sala d'amministrazione troviamo una corda e la usiamo per creare la prima trappola: apriamo una porta e piazziamo la corda davanti ad essa, attaccandola alle estremità con due vasi di fiori. Così, chiunque dovesse entrare correndo inciamperà.
Passiamo almeno un'ora a costruire trappole, servendoci dei materiali che abbiamo a disposizione e delle istruzioni che ricordo dalla guida di sopravvivenza che stavo leggendo sull'astronave.
Quando abbiamo finito, entrambe ci sediamo sul pavimento con la schiena appoggiata al muro. Restiamo a fissare un punto imprecisato del corridoio, in silenzio, coi nostri respiri affannosi come sottofondo.
"Mi dispiace per non averti aiutata prima, non ho avuto scelta." ammetto, rompendo il ghiaccio che si era creato tra di noi "Sono stata una codarda, perdonami."
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Among us - Impostor
Horror!!! Questo romanzo non è un copia e incolla del gioco ma ha una storia tutta sua e un tono più serio e realistico !!! || TRAMA La missione spaziale US812 è forse la più importante di sempre dal 1969. Dieci astronauti sono incaricati di partire nell'...