02. Colpi di pistola

12 1 0
                                    

Mercoledì, 19 aprile 2023.
Ore: 09:03

Il mio primo pensiero è chiudere la porta della sala d'amministrazione. Per quanto egoista possa sembrare, non mi interessa di tutti gli altri. Finché sono al sicuro io, allora sono tranquilla.

Sento altre urla mentre indietreggio rapidamente dalla porta e finisco schiena al muro. Non posso restare qui per sempre, devo trovare un modo per chiamare aiuto.

I miei pensieri non possono fare a meno di finire su Jeffrey: che cosa gli è successo? Perché quell'uomo, chiunque esso sia, ha deciso di fingersi Jeff e partire con noi? Quali sono le sue intenzioni?

Corro alla mappa, notando che è possibile vedere la posizione di tutti i membri dell'equipaggio tramite essa. Si trovano tutti in mensa, al momento. Resto a fissare lo schermo con insistenza.

"Che cosa vuoi da noi?" sento la voce tremolante di Sarah. Non riesco a capire se sta piangendo o se è soltanto scossa.

"Voglio soldi. Tutti quelli che avete. E voglio anche avere i pezzi più costosi di quest'astronave." spiega lui, il suo tono di voce che si fa sempre più minaccioso.

"Noi non abbiamo soldi, siamo in missione." Kevin cerca di farlo ragionare ma non sembra funzionare dato che sento uno sparo. Tutti urlano, presi alla sprovvista. Improvvisamente, un pensiero mi attraversa la mente: ha ucciso qualcuno?

"Stronzate, col vostro lavoro scommetto che siete ricchi sfondati. Adesso datemi tutti i vostri oggetti di valore o vi faccio saltare la testa uno ad uno."

"Quello che sto cercando di dirti è che noi non abbiamo assolutamente niente di costoso qui. Ti prego, non fare cose di cui potresti pentirti."

Un altro sparo a cui seguono altre grida di terrore. Tutto ciò che risuona nelle mie orecchie è quell'assordante rumore: bam, bam, bam! Devo fare qualcosa.

Mi guardo intorno, alla ricerca di un'uscita da questa stanza. Uscire dalla porta è fuori discussione, potrei essere vista e di conseguenza essere fatta fuori.

Guardo dietro di me, notando le grate che coprono il condotto. Forse conduce ad un'altra parte dell'astronave. O forse non conduce da nessuna parte. Ma tentare non costa nulla.

Raggiungo a passo svelto il condotto, rimuovendo il coperchio. Vengo inondata da una nube di polvere che mi costringe a chiudere gli occhi. Tossisco tremendamente, gli occhi che bruciano e un fastidioso solletico all'interno del naso.

Quando mi sono ripresa, resto a contemplare il condotto per una manciata di secondi. È poco igienico ed è pieno di polvere, forse anche di ragni. Al solo pensiero, mi viene il magone. In più, avendo delle forme abbondanti, dubito che riuscirei a passarci.

"Vi lascerò tutti andare ad una sola condizione: portatemi nella stanza più ricca di questa astronave e datemi tutto ciò che è di valore. Se lo farete, vivrete." è l'accordo che stabilisce l'uomo e mi metto subito in ascolto.

"Va bene, va bene. Ti accontento. In fondo non abbiamo molta scelta." afferma Kevin, ma dal suo tono di voce non sembra molto convinto "Ti darò tutto quello che vuoi. Ti posso portare al reattore, lì troverai quello di cui hai bisogno."

Lui non risponde, tuttavia sento dei passi farsi sempre più vicini per poi allontanarsi. Credo che quel maniaco e Kevin siano usciti dalla mensa e siano diretti al reattore. Questo significa che ho via libera.

Raggiungo la porta e la apro lentamente, affacciandomi in corridoio. Non sembra esserci alcuna traccia dell'uomo armato e non riesco più a sentire i passi. Sono lontani.

Esco a passo svelto dalla sala d'amministrazione e faccio il mio ingresso in mensa, dove noto tutti sani e salvi. Scossi e piagnucolando, ma salvi.

Melanie si trova sul pavimento, i capelli scompigliati e il viso rigato dalle lacrime. Non la smette di singhiozzare, ma questo non è un problema mio. Non sono brava a consolare le persone, che ci pensino gli altri.

Among us - ImpostorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora