11. Ognuno ha la sua storia

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Giovedì, 20 aprile 2023.
Ore: 02:34

Decidiamo di uscire dall'infermeria e fare il nostro ritorno in mensa, nell'attesa che Sarah si calmi. Onestamente dubito che si calmerà dato che sembra avere più energia di quanto un essere umano potrebbe mai disporre.

Do un'occhiata a Michael, il quale si è addormentato con la testa sul tavolo. Non capisco se provo pena per lui o sono incredibilmente arrabbiata per la paura che ci ha fatto provare appena saliti a bordo. Suppongo che provo un misto di entrambi.

Ci sediamo tutti attorno al tavolo al centro della stanza, dove si trova il pulsante rosso per le emergenze. Resto a fissarlo, ricordando come il vero panico si sia scatenato non appena l'ho schiacciato.

"Credo che dovremmo raccontare un po' di noi. Non abbiamo avuto molto tempo per farlo da quando siamo saliti sull'astronave." propone Wes e nessuno apre bocca. Spero vivamente che a nessuno piaccia l'idea.

"Per me va bene." concorda Kevin e io vorrei sprofondare, in questo momento "Io voglio conoscere i miei compagni. Adesso non siamo più semplici colleghi di lavoro... siamo un gruppo. Una seconda famiglia."

"Non esagerare." lo interrompe Samantha e noto tutti ridacchiare in sottofondo, tranne Kevin "Comunque ha ragione, anche io sono curiosa di sapere di più su di voi."

Vorrei tanto ribattere dicendo che non abbiamo tempo per queste cose ma so già che tornerei ad essere la pecora nera del gruppo. Voglio dire, non mi interessa l'opinione che loro si sono fatti su di me. Però fa male e non sono solita ammetterlo, quindi decido di supportare anche io l'iniziativa di Wes.

Scegliamo chi dovrà parlare per primo e nel frattempo prego mentalmente di non essere scelta io. Fortunatamente, tutti concordano che Kevin dovrebbe dare inizio alla conversazione, essendo il comandante. Faccio un sospiro di sollievo.

Sono molto felice che sia stato scelto Kevin per primo, così posso sapere di più su di lui. Credo che sia la persona più interessante su questa astronave, quindi non vedo l'ora di sentire cosa ha da dire.

"Non c'è molto da sapere su di me, in realtà. Quindi..." fa un momento di pausa, riflettendo su cosa dire "Domani è il mio compleanno. O almeno credo. Cioè, non so se è già il venti aprile, fatto sta che compio trent'anni. Sto diventando vecchio, riesco già a scorgere delle piccole rughe sulla mia faccia."

"Oh mio Dio, auguri!" esclama Melanie mentre un largo sorriso si fa spazio sul suo volto "Voglio dire, mi dispiace che tu debba festeggiare il tuo compleanno su un'astronave e in una situazione del genere." il suo sorriso scompare rapidamente.

"Tranquilla, non fa niente. In realtà ho deciso di non festeggiare più i compleanni da quando mio padre è stato arrestato. Sì, beh, quel giorno avevo compiuto undici anni e invece della torta trovai degli agenti in salotto che stavano ammanettando mio padre. Che bella sorpresa, eh?" Kevin cerca di ironizzare ma tutto il dolore traspare dai suoi occhi. Si morde il labbro inferiore, abbassando lo sguardo e Harry gli dà una pacca sulla schiena per rassicurarlo "Era stata mia madre a chiamare la polizia. Vedete, papà era un uomo all'antica e la trattava un po' male. Io non sapevo niente dato che lei ha sempre cercato di proteggermi, ordinandomi di andare a dormire o a giocare. Quindi è stato un bel colpo, scoprire tutto quella mattina.

Quel giorno feci una promessa a me stesso: sarei diventato l'opposto di mio padre. Sarei stato un uomo migliore di lui. Avrei avuto successo, sarei stato uno degli astronauti più famosi al mondo e non avrei sprecato anni e anni di studio soltanto per poi lavorare in un fastfood come aveva fatto lui. E soprattutto, non avrei mai e poi mai sfiorato una donna con un dito. Mai."

Cala silenzio e riesco a notare gli occhi di Kevin farsi sempre più lucidi, al che Harry lo fa voltare verso di lui e lo stringe in un caloroso abbraccio. Melanie si asciuga una lacrima, commossa dal suo racconto.

Among us - ImpostorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora