10. Smettila di recitare

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Giovedì, 20 aprile 2023.
Ore: 01:48

Sono ore che siamo seduti sui lettini dell'infermeria, ad aspettare che Sarah si risvegli. L'abbiamo legata alla testiera di uno dei letti, stringendo un nodo così saldamente che neanche l'uomo più forzuto del mondo sarebbe capace di sciogliere o spezzare.

Siamo rimasti in silenzio per la maggior parte del tempo, persi nei nostri pensieri o a fissare insistentemente Sarah. Michael non ha voluto raggiungerci, ha preferito restare in mensa da solo. Non lo biasimo, in fondo non conosce nessuno di noi.

"Credete che riuscirà a liberarsi dalla corda?" domanda Melanie, la paura ben evidente nel suo tono di voce.

"No, è impossibile. E anche se dovesse riuscirci, la uccideremo prima che possa fare una mossa sbagliata." afferma Kevin ma lei non sembra affatto rassicurata.

"Ragazzi, per favore. Potreste avere più fiducia in me e nel mio progetto?" si lamenta Wes, il quale sta appuntando su un taccuino tutti i passaggi per creare l'antidoto.

Onestamente, io sono molto scettica sull'attuale riuscita dell'antidoto. Ragione numero uno: Sarah non ha contratto un virus ma una creatura di cui non sappiamo niente ha preso il controllo del suo corpo. Ragione numero due: è la prima medicina in assoluto che Wesley prova a creare.

Tuttavia, la speranza non muore mai: Wesley è pur sempre uno scienziato e studente di medicina, può anche darsi che il suo piano funzionerà e Sarah tornerà ad essere normale. Normale... quanto odio questa parola.

"Quindi adesso è finita?" chiede Samantha, rivolgendo lo sguardo a tutti e fissandoci con i suoi occhi a mandorla "Rosa era l'assassino, quindi adesso non dobbiamo più sospettare di nessuno. Dico bene?"

"Esatto, Azzurro." conferma Kevin "L'unica cosa che dobbiamo fare adesso che sappiamo della nostra innocenza è restare uniti. Soltanto così possiamo sopravvivere."

Finalmente, un problema è stato risolto. Tuttavia, ne restano molti altri: riusciremo a riportare Sarah indietro? Riusciremo a contattare MIRA HQ e fare ritorno sulla Terra? Porteremo a termine la missione?

A dire la verità, non credo che a qualcuno in questa scatola di metallo interessi della missione. Molto probabilmente, se ne sono già lavati le mani e così ho fatto anch'io. Al diavolo Polus, al diavolo l'astronave C87 e al diavolo quello che pensa mio padre.

Mi alzo dal lettino, uscendo dall'infermeria. Sento Kevin dirmi di fermarmi, successivamente si alza anche lui ma Samantha lo ferma, dicendogli che ci penserà lei. Perché non posso stare un po' da sola?

Cammino fino ad arrivare davanti alla porta della sala di sicurezza: è ancora chiusa, come se il tempo si fosse fermato a quando io e Kevin siamo stati aggrediti. Schiaccio un pulsante e la apro per poi entrare.

Mi guardo intorno, notando il condotto da cui siamo fuggiti. Soltanto il pensiero di essere davvero entrata lì dentro, con tutta quella polvere e i ragni, mi fa venire voglia di farmi una doccia di due ore. Il problema, però, è che non ci sono docce su questa astronave.

"Non ti allontanare dal gruppo, Nero ha detto che dobbiamo restare insieme." arriva Sam, la quale non osa entrare nella stanza; resta ferma davanti all'ingresso, a braccia conserte.

"Mi faresti un grandissimo favore se riferissi a Nero che io non prendo ordini né da lui né da nessun'altro. Prendo io le mie decisioni." ribatto, rifiutandomi di tornare con lei in infermeria.

"Smettila di nasconderti dietro quella faccia da tosta, lo so che è soltanto una copertura. Una copertura troppo poco convincente, aggiungerei."

Mi acciglio, imitandola e incrociando anche io le braccia sotto il seno: "Scusa, non ho capito. Che cosa hai detto?"

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