4 - gryffindor

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Nicole

Ero davanti al grande portone della Sala Grande.
Ero in ansia. In quale Casa sarei finita?
E se fossi capitata in Serperverde? Magari James non mi avrebbe più rivolto la parola.
Questi erano i pensieri e le paranoie che mi invasero in quel momento. E se, e se...

Ero ancora agitata dai miei pensieri quando il portone si iniziò ad aprire lentamente mostrando la figura slanciata e severa della professoressa McGonagall, che camminava a passo spedito verso di me.

Mento in alto e petto in fuori, mi dicevo mentre iniziavo a camminare tra i tavoli della Sala Grande.

Avevo tutti gli occhi addosso.
I miei amici Grifondoro mi sorridevano, e dal tavolo dei Serpeverde anche il ragazzino del treno mi osservava con interesse.
Assomigliava a qualcuno, e adesso che ci pensavo assomigliava proprio a Sirius.

I tacchi della professoressa rimbombavano per la sala finché non arrivammo davanti al tavolo dei professori: la McGonagall mi fece sedere su uno sgabellino e mi posò sopra il capo un capello consunto e sporco.
Il cappello parlante iniziò a parlare, facendomi sobbalzare per la sorpresa.

«Mhm...un'altra Potter eh! Non me lo aspettavo...Sai, sei ambiziosa e furba...una Serpeverde ci starebbe.»

A quelle parole sgranai gli occhi, mentre pensavo intensamente dei "Non Serpeverde, ti prego" disperati. Non me lo sarei mai perdonato se fossi capitata in una casa diversa da James, e poi come sarebbe stato?

«Non Serpeverde eh?...Sai, sei molto simile a tuo fratello, in molti aspetti...Grifondoro!»

Dei fragorosi applausi inondarono la Sala Grande, soprattutto dal tavolo dei Grifoni che esplosero di gioia.
Felice e sorridente scesi dallo sgabello e mi incamminai verso la mia tavolata, sedendomi accanto a mio fratello James, guardandolo con fierezza.

«Hai visto?? Sei finita in Grifondoro! Non posso crederci» disse più entusiasta di me James sorridendomi, mentre io gli misi un braccio intorno alle spalle.

Annuii vigorosamente e iniziammo a mangiare tutte le prelibatezze che inondarono la tavolata.
Finimmo di cenare poco più tardi e ci incamminammo per la Sala Comune dei Grifondoro. Ero impaziente di vederla.

«Sai, credo che tu sia in camera con noi» disse ad un certo punto Lily, riferendosi ad Alice e Marlene avanti a noi.

«Sei seria? Ne sarei un sacco felice» le dissi appena arrivammo davanti ad un quadro di una Signora. Un ragazzo là davanti le disse qualcosa e lei spalancò la porta per l'entrata della Sala.
Fremevo di eccitazione e non stavo più nella pelle.

«Benvenuta nella tua nuova Sala Comune, Nicole» esclamò Remus girandosi a guardarmi.

Spalancai gli occhi: una grande stanza Rosso e Oro ospitava divetti, poltrone e numerosi tavolini. La stanza era riscaldata da un grande camino davanti ad un divanetto rosso, rendendola accogliente. Ci sedemmo tutti là.

«Beh, com'è?» domandò Sirius di fronte a me.

«È davvero bellissima» gli risposi con ancora gli "occhi a cuoricino".

«Già, e poi d'inverno sembrerà ancora più accogliente, fidati» aggiunse Lily.

«I dormitori femminili sono quelli a sinistra, mentre quelli dei ragazzi sono a destra» mi informò Alice indicandomi prima una porta e poi una scala a chiocciola. Annuii ringraziandola.

Iniziammo a parlare del più e del meno, mentre i ragazzi si ingozzavano di schifezze e dolciumi e esprimevano le loro opinioni sui Serpeverde, su Mocciosus -insieme alle proteste di Lily, che intuii fosse sua amica- e dei professori.

Alcune volte l'occhio scivolava nella direzione di Remus, che rideva a qualche presa in giro mentre mangiucchiava una barretta di cioccolato tenendo un libro in mano.
Era carino, sembrava un bambino.

Ma cosa stai dicendo Nicole? Svegliati! Iniziamo a placare un po' gli ormoni.

Un piccolissimo sorriso si fece largo sul mio volto, che però Marlene notò e seguì la direzione del mio sguardo. Cazzo.
Si girò verso di me con un sorrisetto malizioso ed io alzai gli occhi al cielo, mentre mi guardava con un'aria che mi metteva i brividi.

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«Raga, dovremmo andare a dormire, insomma domani iniziano le lezioni» ci ricordò Peter sbuffando e mangiando l'ennesima caramella di quella sera. Annuimmo tutti anche se con qualche protesta, ci alzammo per incamminarci verso le camerate e prima di dividerci i ragazzi ci augurarono la buonanotte.

Entrai in camera insieme ad Alice, Marlene e Lily, mi cambiai mettendo una maglietta larga ed un pantalone di tuta e mi lanciai sul mio letto, facendo ridacchiare le altre.

«Marlene, non guardarmi così!» dissi alla ragazza seduta al letto accanto al mio, un sorrisetto malizioso.

«Non capisco cosa tu stia insinuando» protestò lei alzando le sopracciglia.

Le altre ci guardarono stranite e l'intervento di Lily non tardò ad arrivare.

«È successo qualcosa?» ci chiese Lily alternando lo sguardo da me a Marlene alzando un sopracciglio scettica.

«Nulla» rispondemmo contemporaneamente, facendo alzare gli occhi al cielo alle due ragazze insospettite.

Dopo un po' di chiacchiere generali su libri vari e Frank Paciock, caddi nelle braccia di Morfeo.

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Born To Die - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora