12 - skating on the black lake

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Nicole

Cara mamma,
come va a casa? Qui tutto bene, con gli amici di James ho legato molto e ho fatto amicizia con tre ragazze fantastiche.
Ho conosciuto anche un ragazzo Tassorosso, si chiama Thomas ed è molto carino.
Abbiamo passato anche un pomeriggio ad Hogsmeade insieme.
Volevo dirti che passerò il Natale qui ad Hogwarts insieme a James e i miei amici, quindi non ci vedremo.
Ti voglio tanto bene,

la tua Nicole

Finii di scrivere la lettera a mia madre e posai penna e inchiostro. Chiusi la carta con la ceralacca rossa e mi diressi alla guferia della scuola.

Mentre salivo le scalinate della torre mi imbattei in Regulus.

«Ciao Reg» lo salutai.

«Ehi Nicole. Anche tu qui?» mi disse lui sorridente.

«Già, lettere a mia madre» gli risposi gesticolando con la lettera in mano.

Lui rise e continuò «Beh, ci vediamo nei i corridoi. Ciao Ni» disse poi lui lasciandomi un bacio sulla guancia e uscendo dalla guferia.

«Portala a Potter Manor» dissi dando la lettera ad un gufo della scuola.

Eravamo già al due di dicembre e il Natale si stava avvicinando.
In questi giorni ho legato molto con Thomas, e dovevo ammettere che mi piaceva anche.
Era così carino con quei capelli arruffati e gli occhi azzurri.
Tornai in Sala Comune Grifondoro, dove trovai Remus, Sirius e Marlene seduti sui divanetti a parlare.

«Ciao ragazzi» li salutai mentre mi sedevo accanto a Remus, che mi passò un braccio intorno alle spalle.

«Ciao Nicole» mi salutarono in coro.

«Di che stavate parlando?» chiesi incuriosita.

«Se un giorno James riuscirà a conquistare la Evans» ridacchiò Sirius.

«Che facciamo? Insomma, è domenica, dovremmo divertirci, non stare qui a poltrire in Sala Comune» disse Marlene.

«Concordo» la assecondai ridacchiando.

«Se andassimo a pattinare al Lago Nero?» disse eccitato Sirius all'idea.
Strabuzzai gli occhi annuendo.

«Oddio si, vi prego» supplicai Marlene e Remus scettici.

«Sono negata a pattinare» sbottò Remus con un velo d'imbarazzo.

«Dai, ti aiuto io. Ho fatto pattinaggio da piccola, dovrei riuscire anche a fare qualche "esercizio"» dissi, mimando le virgolette con le dite.

«Mhm. Non so...» rispose lui pensieroso.

«Dai Rem, ti prego» dissi mentre sporgevo il viso davanti a lui e lo gurdavo negli occhi.
Per Godric...appena li vidi sentii lo stomaco attorcigliarsi.

«Va bene» sospirò il ragazzo.

«Siii, vieni Lene, ci andiamo a preparare» presi il braccio della bionda, trascinandola nella nostra camerata.

«Tra quindici minuti qui in Sala Comune» concordò Marlene e i ragazzi annuirono.

«Ditelo anche agli altri» ci disse poi Remus.
Annuii, intanto eravamo entrate nel dormitorio femminile.

«Tu che ti metti?» mi chiese poco dopo Marlene, cercando qualcosa da mettersi nel suo armadio.

«Per Godric, Marlene, quello non si può definire armadio!» esclamai fissando il mobile incasinato. Lei ridacchiò ed io scossi la testa.

«Comunque mi metto questi leggine» e le mostrai dei leggins neri.
«Questo top e questo maglione» continuai facendole vedere un top sportivo nero ed un maglione largo color panna davvero pesante.
Lei annuì ed iniziò a cercare qualcosa da mettere.

Intanto io indossai i vestiti che avevo scelto e mentre stavo facendo una coda alta ai miei capelli, la porta venne aperta da Lily a dir poco furiosa.

«Mio fratello?» le dissi senza staccare gli occhi dallo specchio.

«Tuo fratello» confermò la rossa sbuffando.

«Dove andate?» ci chiese poi lei osservandoci.

«A pattinare al Lago Nero, vuoi venire?» disse Marlene.

«Si, adesso mi preparo» annuì Lily.

«Veloce, che i ragazzi ci aspettano tra cinque minuti in Sala Comune» le dissi sbrigativa, mentre applicavo del gloss trasparente sulle labbra.

«Oh, ci sono anche i ragazzi?» chiese irritata allora la ragazza che sbuffò.

«Si» le rispose Marlene.
«Oh.»
Ridacchiai di gusto, mentre la rossa si preparava psicologicamente.

Dopo aver finito di cambiarci, scendemmo nella Sala, dove trovammo Sirius che stava sistemando i capelli di James e viceversa, un Remus esasperato e Peter che stava morendo dalle risate.

«Eccoci!» urlai, e i ragazzi sobbalzarono girandosi a guardarci.

«Evans, sei venuta allora?» chiese mio fratello entusiasta.

«Oddio» esclamò Sirius. Inizialmente non capii, ma quando James divenne rosso afferrai il doppio senso, ridacchiando. Marlene e Remus erano scioccati, invece Peter e Lily erano confusi.
Almeno non erano dei perversi come noi.

«Non ho capito» disse Peter poco dopo squadrandoci.

«Oh Codaliscia, meglio così» ridacchiò Sirius incamminandosi. Ancora quei soprannomi...

Ancora scioccati, uscimmo dal quadro della Signora Grassa e ci incamminammo fuori le mura di Hogwarts.

Mi affiancai a Remus che mi sorrise.

«In ansia?» lo presi in giro, e lui mi guardò male.

«A mali estremi cadi col culo sul ghiaccio» continuai e lui scoppiò a ridere.
Quella risata contagiò anche me.

Appena arrivati, mi sedetti su una roccia in riva al lago ed indossai i miei pattini bianchi.
Mi avviai verso l'immensa lastra di ghiaccio ed inzia a pattinare.

L'aria invernale fece diventare le mie guance e il mio naso rossi per il freddo, mentre tenevo le mie mani congelate nelle tasche del maglione.

«Ragazzi, ci siete?!» urlai.

«Si, stiamo arrivando—ooh» rispose urlando mio fratello, che appena mise un piede sul ghiaccio cadde come un sacco di patate. Risi di gusto alla scena.
«Sono solo un po' arrugginito, ce la faccio da solo» disse lui ed io alzai gli occhi al cielo.

Poi mi avvicinai a Remus, che non sembrava molto convinto, ancora a riva.

«Dai Rem» gli dissi e lui scosse le testa come un bambino. Inclinai il capo fissandolo.

«Dammi le mani» dissi tendendogli le mie, che lui afferrò saldamente subito dopo.

Lo portai lentamente sul ghiaccio, mentre sentivo James infastidire Lily anche mentre pattinavano, Marlene e Sirius che stavano flirtando indirettamente e il povero Peter che si stava mettendo ancora i pattini.

«Vai, cammina in avanti» dissi al ragazzo con le cicatrici davanti a me. Lui eseguì e lasciai delicatamente una sua mano.
Camminavamo piano e poco dopo lasciai entrambe le sue mani calde.

«Hai visto, ce l'hai fat—» dissi con entusiasmo, che ben presto svanì quando il ragazzo perse l'equilibrio e cadde in avanti, facendo cadere anche a me.

«Ah» si leggine lui, steso letteralmente su di me; io mi misi a ridere e solo in quel momento il ragazzo si accorse della posizione.

«Oddio scusa» disse con le gote arrossate, e non per il freddo.

«Tranquillo» risposi ancora ridacchiando, mentre il ragazzo si sedeva sul ghiaccio accanto a me.

Intanto gli altri si avvicinarono a noi preoccupati.

«Tutto bene?» ci domandò Lily.
Io annuii e mi alzai, tendendo una mano a Remus ancora col culo sul ghiaccio.

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Born To Die - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora