29 - ice cream

238 13 2
                                    

Nicole

Stavo seduta sul divano in salotto, l'aria afosa ed estiva si faceva sentire. La finestra della stanza nonostante fosse aperta non migliorava le condizioni. Avevo una maglietta bianca di James addosso che mi arrivava a metà coscia e dei pantaloncini.
Il tessuto del divano sembrava bollire sotto di me, e cambiai più volte posizione per non patire il caldo. Tenevo in grembo un libro babbano, un romanzo, e alcune ciocche dei capelli legati con una matita mi solleticavano il collo.

Fuori rimbombano le voci che urlavano di James, Sirius e Remus. Peter sarebbe arrivato solo stasera, così mi ha detto James.
Come riuscissero a stare fuori sotto il sole non lo sapevo io e neanche loro, pensai.
Ritornai alla lettura, non consapevole che le urla stavano gradualmente cessando e i ragazzi rientrarono in casa sbattendo la porta.

«È stato davvero...fantastico!» urlò eccitato Sirius.

«Parla per te, cazzone» rispose mio fratello infastidito e alzai per un momento gli occhi dalle pagine ingiallite per osservare.

James si stava togliendo gli occhiali e notai che era zuppo dalla testa ai piedi, Sirius sghignazzava e Remus rideva di entrambi. Sir non aveva la maglietta e portava solo dei pantaloncini neri, Remus invece una maglietta a maniche corte bianca e dei pantaloncini anche lui.

«Che avete fatto?» chiesi io con un ampio sorriso, nascondendo una risata.

«Questo essere che voi chiamate Sirius» disse mio fratello indicando melodrammaticamente il diretto interessato «mi ha buttato con tutti i vestiti nel lago vicino casa!» finì lui, urlando.

«Sarebbe meglio che tu ti andasse a cambiare» consigliai io. James annuì e prese a salire al piano di sopra, non prima di aver fatto un dito medio a Sir, che ovviamente ricambiò il gesto.

Sirius e Remus risero e si diressero verso il divano ed io mi spostai più all'angolo per lasciargli spazio. Remus si sedette centralmente e Sirius dall'altro angolo.

«Non ti fa caldo?» domandai flebilmente io a Remus e prima che lui aprisse bocca per rispondere lo fece al suo posto Sirius.

«Piccola Nic, faresti più bella figura a dire che vuoi vedere Remus senza maglietta, no?» scherzò lui, ridendo e dando una pacca sulla spalla a Remus.

Sentii le mie guance accaldarsi e ridacchiai nervosamente, cercando le parole adatte.

«Noo, è che fa caldo e...e anche tu sei senza maglietta, Sirius!» lo accusai io, cercando di cambiare discorso, puntandogli il dito contro.

Non tenevo a vedere Remus senza maglietta e a 15 anni non che ci fosse qualcosa da vedere.
Era semplice spontaneità.

«Calmati, stavo scherzando...» disse lui, storcendo il naso e alzando le mani come un colpevole.
Alzai gli occhi al cielo e tentai di rimettermi a leggere, fallendo miseramente.

Il chiacchiericcio di Remus e Sirius mi distraeva e non riuscivo a concentrarmi nella lettura.
Rilessi per la quinta volta lo stesso rigo cercando di capirne qualcosa ma ci rinunciai e chiusi il libro sbuffando.

«Secondo voi» esclamai io interrompendo i due, che si girarono in contemporanea a guardarmi «se scrivessi una lettera a Lily e Marlene per invitarle qui a casa?» domandai.

«È una buona idea» disse Remus sorridendo.

Gli sorrisi di rimando, osservando il suo volto.
Due occhi verdi spiccavano sul suo viso leggermente abbronzato, il naso e le guance rosse bruciate dal sole e le solite cicatrici bianche.
Mi ricordai di un anno fa, quando mi azzardai a chiedergli come se le fosse procurate e lui mi rispose che era una lunga storia.

Born To Die - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora