2- I don't want any clothes

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Appena sveglia non capisco cosa mi stia succedendo di tanto strano.

Ogni giorno da anni faccio sempre sogni diversi l'uno dall'altro che però sembrano come collegarsi, come dei pezzi di puzzle.

Solo c'è sempre qualcosa che non va.

La scorsa notte ho sognato che venivo rapita da una banda di uomini incappucciati.

Io ero lì immobile che non riuscivo a muovermi, ero come se fossi entrata in trance.

Provavo a dimenarmi, a muovermi, ad urlare, ma non ci riuscivo.

Dalla mia bocca fuoriuscivano solo urla strozzate e la gola bruciava.

Mi caricarono in un furgone bianco di cui non riuscì a vedere l'insegna sulla plastica e mi bendarono la bocca.

Insieme ad essa anche i polsi e le caviglie con del nastro adesivo.

Dopo quelli che sembrarono venti minuti, ci fermammo e un uomo aprì lo sportello scorrevole e mi caricò sulle spalle.

Perché non mi ribellavo?
Non ci riuscivo.

Intorno a noi c'era il buio e tanta erba bruciata.

L'unico rumore che si udiva erano i passi veloci e regolari dell'uomo e il frinire dei grilli.

Mi sollevai con il busto e vidi che stavamo andando verso una specie di casetta tutta rozza e malandata.

La serratura scattò e subito dopo venni buttata come se fossi un sacco di patate a terra.

La voce non usciva ancora e l'unica cosa che volli fare in quel momento era tagliarli la gola.

Mi lasciarono da sola lui insieme ad altri uomini della sua stessa stazza e lì capì di essere sola.

Ero avvolta nel buio totale e l'unica cosa che mi restava da fare era spiare il mondo al di fuori da questa stanza attraverso un buco nella parete che dava verso l'esterno.

Da quel piccolo spiraglio di luce naturale vidi una figura.

Per ciò che mi fu concesso mi avvinai poggiando il viso alla parete e vidi proprio una persona, una donna.

Si trovava in lontananza e con le mani mi faceva segno di avvicinarmi a lei.

Non potevo era bloccata.

Volevo dirgli.

Girai il capo per osservare cosa ci fosse nella stanza in cui ero e l'unica cosa che sentì fu un contatto gelido con la mia nuca.

Rimasi calma e mi voltai molto lentamente.

Una pistola ora era poggiata sopra la mia fronte e a puntarmela era una donna.

Il volto non si vedeva, era sgranato ma i vestiti erano gli stessi dell'altra.

Avrei voluto rubargli la pistola e sparargli in testa ma non potevo e in tutto ciò non ne capì il motivo.

La osservai e poi quando la sua faccia iniziò a prendere forma e stavo riuscendo a vederla, premette il grilletto e poi buio.

Buio.

Come le tenebre.

Oscurità.

Il mattino dopo l'unica cosa che mi ricordavo era la donna, il buio e un camioncino.

Solo che non capisco ancora il perché fossi diventata una vegetale, insomma non riuscivo né a muovermi, o meglio a fare grandi movimenti e neanche a parlare.

Il telefono inizia a trillare e con malavoglia sono costretta a prenderlo, leggo il nome della chiamata ed è Alyssa.

Rifiuto e continuo a lavorare.

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