13-Not all that shines is gold

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Il giorno del matrimonio era arrivato.

Dopo la maratona fatta in camera da letto entrambi ci siamo lavati e rivestiti come prima, tutto in un silenzio quasi assordante.

Mi rimisi il mio abito nero di ieri sera e partimmo verso l'aeroporto di Zane; arrivati il pilota insieme alle hostess ci accolsero educatamente ed entrammo all'interno, tutto era come me lo ricordavo, interni chiari e spaziosi con ampie poltrone dove sedersi e un maxischermo dove poter passare il tempo, un bagno e due camere da letto per le evenienze.

Ebbi molto tempo libero a disposizione così ripensai a cosa successe ieri, mi sforzai di ricordare più cose possibili, gli orecchini di mia madre, la busta gialla, Alyssa, tutti i cocktail bevuti, le mani di uno sconosciuto addosso e il suo corpo inerme a terra e infine Zane.

Lui era il centro dei miei problemi, tutto girava intorno a lui.

Mi girai dall'altra parte e lo vidi intento a scrivere qualcosa sul cellulare, come sfondo aveva la magica vista di New York che piano piano stava sparendo dal finestrino, lui era magico, le sue mani erano magiche; il modo con cui mi ha presa stamattina è stato fantastico e violento allo stesso tempo, proprio come piace a me.

Zane notò che lo stavo osservando da più di cinque minuti così non aspettò altro che chiedermi "perché mi stai osservando?" disse con la sua voce roca e impostata, non sapevo cosa rispondergli o inventarmi così con tutta la calma gli dissi la verità "nulla, mi stavo chiedendo il perché della tua presenza ieri sera" lui sembrò pensarci un attimo e poi rispose "sai Aria il bar dove siete andate ieri è il mio e comunque come ti avevo già detto tempo fa, io so tutti i tuoi spostamenti".

Non mi aspettavo che quello fosse di sua proprietà e neanche che avesse preso sul serio la cazzata del seguirmi ovunque.

Ripensai a ieri, il ragazzo sconosciuto che mi stava importunando in pista e infine il suo corpo a terra, per un momento pensai che fosse stato lui a ucciderlo ma era impossibile, non avrebbe mai fatto questo per me.

Eravamo appena atterrati e ci stavamo dirigendo verso il checkout dove ci aspettavano le nostre auto, finimmo i controlli e salimmo ognuno nella propria macchina, Josh mi accolse con il suo solito sorriso paterno e partimmo verso la villa.

Qui era tutto pronto nei minimi dettagli, fiori ovunque, le piante del giardino erano perfettamente curate e i banchetti non mancavano sicuramente; infatti, erano presenti enormi tavoli pieni di cibo prelibato e tanti bicchieri di costoso champagne, l'acqua della piscina invece era stata ricoperta di petali di rose bianche, era bellissima, mentre all'interno tutto era in ordine.

Nella mia stagna regnava il caos, tra truccatrice, estetista, wedding planner, Amy e Alyssa, non si capiva più nulla, sembrava un campo di battaglia; neanche il tempo di entrare in stanza che le mie due amiche nonché le mie damigelle d'onore mi tirarono dalle braccia per poi rinchiudermi in bagno "Aria lavati e muoviti, siamo già in ritardo per colpa tua" mi disse la bionda, sbuffai infastidita da tutto ciò ma decisi comunque di darle retta, mi dovevo preparare e anche in fretta.

Mi lavai il corpo e i capelli con il solito shampoo e bagnoschiuma al cocco che io amavo e uscì di lì con la vestaglia, "finalmente" sospirò Amy vedendomi uscire dal bagno, mi presero nuovamente per le braccia e mi bloccarono su una sedia difronte alla finestra "allora Aria come li vuoi fare questi capelli?" mi chiese quella che dovrebbe essere la parrucchiera "non so vedi tu, quello è il mio abito" le indicai il vestito da sposa adagiato sul letto, non mi importava come mi avrebbe fatto i capelli, volevo solo uscire da qui e ritornare alla normalità o almeno quella di prima.

Alla fine, mi lasciò i capelli scuri acconciati in alcuni boccoli liberi e passammo subito al trucco, qui non decisi io, fece tutto da sola; aspettai per minuti che sembravano interminabili ore e finimmo, il mio viso era diverso, non ero mai stata abituata a tutto questo trucco però non mi dispiaceva affatto, ero semplice e raffinata, le due lasciarono la villa e dopo aver finito il loro lavoro andarono via. Le mie due amiche mi aiutarono a infilare l'ampio abito bianco in raso e senza spalline ed ero finalmente pronta, infilai le mie scarpe di Jimmy Choo tempestate di diamanti e insieme ad esse anche i guanti lunghi fino al gomito abbinati al vestito. Ero magnifica, non me lo sarei mai aspettata.

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