18-Come in or I'll leave you stranded

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Zane è proprio dietro l'uomo che ora mi sta puntando una pistola alla tempia.

Neanche cinque minuti fa l'ho visto in ginocchio con due grandi uomini ai lati che lo tenevano legato con una corda ad una piccola televisione e ora è proprio qui davanti a me, come cazzo ha fatto.

"Sei sicuro che tu ucciderai me?" gli chiesi con un sorrisetto agli angoli delle labbra, Zane mi stava facendo segno di stare zitta, "oh si che ti ammazzerò, non me ne frega un cazzo degli ordini del capo sul non ucciderti, sei una puttana come tua madre" disse di getto non perdendosi neanche una mia reazione, che non arrivò.

"Invece quello a morire sarai proprio tu amico" rispose mio marito avvicinandosi sempre di più a lui fin quando la sua pistola non toccò la testa del suo rapitore, ora eravamo due contro uno, un gioco da ragazzi; "butta la pistola a terra" gli consigliai a denti stretti fin quando non capì, stava abbassando l'arma dalla mia fronte ma con un gesto sinistro sparò dritta alla mia amica Amy, gli aveva preso un braccio.

La mora gridò dal dolore e con le mani anche se bloccate cercò di fermare il sangue che gli stava fuoriuscendo dal muscolo, che bastardo; Zane alla vista di questa scena mi fece un accenno con gli occhi prima verso l'alto e poi verso il basso da cui io capì cosa volesse intendere, dovevo colpire una gamba mentre lui gli doveva colpire la testa.

Senza avviso con il retro della sua pistola lo colpì violentemente facendogli così buttare finalmente l'arma sul pavimento; mentre stava testando il sangue sui suoi capelli scoperti a differenza dei due armadi all'ingresso, con una mossa veloce della gamba gli feci uno sgambetto e con sorpresa cadde a terra facendosi ancora più male per la botta, che incompetente.

Guardai per un fugace momento come stesse Amy, che in questo momento si era tranquillizzata, anche se i suoi occhi dicevano altro e ritornai all'idiota steso a terra che ora si era alzato "oh quindi le sappiamo usare quelle gambine da gamberetto" lo presi per il culo beffeggiandolo "stai zitta stronza" mi sganciò un pugno destro sulle costole e poi un altro sulla coscia "cinese di merda lascia stare in pace mia moglie" entrò in scena Zane che fino a quel momento si era occupato di slegare i suoi due amici lasciando ancora legate le mie due amiche, uomini, lo colpì ripetutamente sul viso e lo fece accasciare a terra mettendolo in ginocchio proprio come avevano fatto con lui "chiedi scusa alla mia donna immediatamente" constatò duro tirandogli i capelli stando attento a non macchiarsi, lui di risposta sputò un po' di saliva verso il pavimento.

Mi ricomposi e con il tacchettio dei miei stivali per tutta la stanza mi avvicinai a questo teatrino messo in scena, mi piegai alla sua altezza e lo guardai dritto negli occhi "brutto bastardo vai all'inferno" con la suola rossa delle scarpe schiacciai alcune delle sue dita e mi fermai solo quando sentii il bel suono dello scricchiolio delle ossa rotte, estrassi la mia pistola che avevo riposto nei pantaloni di pelle e gliela puntai in testa "amoruccio mi dai l'onore di sparargli personalmente?" chiesi a Zane con una punta di astio sulla lingua "con estremo piacere guerriera" mi rispose lui facendomi segno con una mano di procedere, gli tenne ancora il viso dritto dai capelli e senza pensarci spinsi il dito sul grilletto fin quando una pallottola grigia e veloce come un fulmine non gli trapassò la fronte.

L'uomo che prima lo stava reggendo lo lasciò cadere e dopo una leggera vista andò dritto verso le mie amiche aiutando Amy a sorreggersi, aprì la borsa che avevo ancora addosso ed estrassi il coltellino porta fortuna che portavo sempre con me, afferrai la lama e sulla fronte incisi il mio nome, Aria, il mio marchio; uscimmo finalmente dal locale e ci dividemmo ognuno nelle proprie auto, Carter si portò Alyssa sulla sua Mercedes, tra quei due c'era qualcosa, d'altronde la mia amica il giorno del mio matrimonio mi aveva accennato che colui che stava sempre vicino a Zane era quello che gli aveva fatto perdere perdutamente la testa, mi ha riempito giorni e giorni sui suoi aneddoti su quanto lui fosse bravo a letto, "amico mi presti la tua auto, devo accompagnare Amy nel suo hotel" l'altro amico di mio marito penso di nome Ethan gli domandò con sguardo innocente ma di chi la sa lunga se gli potesse prestare la sua auto "no" gli rispose Zane "vai a piedi" continuò con un mezzo sorriso che solo io potevo notare dalla mia prospettiva "dai amico Amy ha bisogno di cure e urgentemente" io rimasi a guardare tutta questa scena con le lacrime agli occhi per le risate che stavo trattenendo, la mora stava bene, era stata solo sfiorata e Ethan ne stava facendo una questione di stato; Zane guardò prima il braccio ferito della mia amica e poi il suo di amico per poi lanciargli le chiavi della sua Audi che lui prontamente afferrò.

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