26- We want her, time is up

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Continuai a camminare fin quando non sentì alcuni spari provenire dall'altro lato della stanza, a punta di piedi cercando di non far rumore mi avvicinai ad un corridoio dove si sentivano i rumori più forti e nascosta dietro ad un lato del muro cercai di capire cosa stesse succedendo.

C'era Carter, l'amico di Zane, che cercava di schivare i proiettili provenienti dall'uomo che lo stava sparando, un uomo completamente incappucciato e vestito di nero; tentai di intervenire ma proprio mentre stavo per uscire allo scoperto, di sfuggita il biondo mi notò e con gli occhi mi fece segno di rimanere dove ero, allora ritornai al mio nascondiglio e mi dissi di rimanere qui fin quando non sarei potuta uscire. Rimasi a vedere come se la cavasse Carter e devo dire che era davvero in gamba, sapeva il fatto suo, è rimasto nascosto dietro un bancone fino a quando non ha visto che il suo avversario, che era solo, avesse finito le munizioni e mentre cercava di ricaricare l'arma il più velocemente possibile, Carter è uscito allo scoperto e gli ha sparato dritto in fronte, colpendolo altre volte finché non fosse veramente morto.

Udì dei rumori provenire al mio fianco e mi girai per guardare chi avessi vicino, poteva essere chiunque "cosa ci fai tu qui?" era un uomo, uno che avevo già visto precedentemente, non sapevo se rispondergli o meno così rimasi in silenzio e lo sfidai con lo stesso sguardo che aveva impresso lui, poteva essere un nemico e io non dovevo farmi sottostare davanti a lui; proprio sullo stipite del muro dove mi ero nascosta prima, apparì Carter appoggiato su di esso e con le braccia incrociate al petto rispose lui al posto mio "Ethan, Zane sa che sua moglie è qui?" disse il biondo mettendosi nel retro dei pantaloni la pistola, ecco chi è quell'uomo, me lo presentò Zane il giorno del nostro matrimonio, è un suo amico.

Non fiatai neanche questa volta, e non perché avessi paura di loro, ma perché non me ne importava niente, potevano dire ciò che volevano a Zane, ma io avrei completato il mio compito e poi sarei tornata a casa.

Fin dall'inizio della mia carriera, mi è sempre e solo importata la vittoria, ne ero assetata tanto che se non avessi concluso una missione, sarei rimasta lì fin quando non avrei vinto, dovevo combattere per ottenere la perfezione, è una cosa che mi ha sempre trasmesso papà sin da piccola "i migliori vincono, i falliti perdono", agli occhi degli altri può apparire come una cosa egocentrica o anche prepotente, ma io sono sempre stata educata così e non posso farci niente, se non cercare di cambiare e allargare il mio pensiero.

"No, non lo sa e non dovete dirglielo, intesi?" gli guardai attentamente negli occhi e cercai di minacciarli con il tono duro che usai, che Zane lo sapesse o meno, avrei continuato lo stesso l'incarico che mi era stato affidato; loro due si guardarono prima negli occhi per qualche istante e poi prestarono la loro attenzione a me "non credo che si possa fare principessa" disse il biondo osservandomi da capo a piedi "finiremmo nei guai per colpa tua zuccherino e questa cosa non ci piace affatto" lo accompagnò l'altro amico prendendosi beffa di me, mi stavano prendendo per il culo?

Questa volta non risposi e mi limitai solo a fissarli intensamente legandomi le braccia al petto, poi afferrai le mie due pistole dalle tasche e le estrassi dall'interno, tolsi la sicura e gliela puntai addosso al moro che prima mi aveva sottovaluta "sei ancora sicuro Evan?" chiesi sbagliando appositamente il suo nome, lui estrasse di sua volta la sua pistola e me la punto anche lui addosso, questa volta in fronte, "zuccherino, il mio nome è Ethan" disse contraendo la mascella, era molto più alto rispetto a me e la vista dei suoi capelli rasati e scuri rendevano la situazione ancora più scrupolosa, "è la stessa cosa e non chiamarmi zuccherino idiota" ringhiai avvicinandomi ancora e guardandolo intensamente negli occhi, "brutta putt-".

Ci saremmo ridotti a sangue se qualcuno non fosse intervenuto mettendosi in mezzo e separandoci l'uno dall'altra, interrompendo la frase del coglione qui davanti "smettetela entrambi di fare i bambini" apparve Carter posizionandosi in mezzo e abbassandoci le armi ad entrambi, "i nostri uomini sono lì che stanno combattendo al fianco di Zane e voi due non fate altro che litigare e sfidarvi" disse riservandoci degli sguardi truci, si era arrabbiato e lo si notava dalla vena sul suo collo che non smetteva di pulsare "Aria tu sei venuta qui per aiutarci giusto?" chiese aspettando una mia risposta "sinceramente non so cosa io ci faccia qui" dissi scansando il suo sguardo e guardando altrove alzando le spalle "Aria" mi ammonì lui severamente, a tratti sembrava addirittura mio padre, non era più quel Carter gioioso e divertente della festa, era cambiato e questa volta sembrava ancora più duro di quanto già non lo fosse "ok si, sono venuta per dare una mano a voi incompetenti" risposi ritornando con gli occhi verso i due uomini qui davanti.

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