Stay with me

11-A hangover won't make you forget about me

Mancavano davvero pochissime ore al mio matrimonio e io ero ancora qui nella vasca da bagno a rilassarmi, le mie mani ormai si erano raggrinzite tutte a causa del molto tempo in ammollo nell'acqua.

Ormai era sera e non avevo ancora pranzato, spesso succedeva che in questi momenti io mi scordi di mangiare o al solo pensiero mi venga la nausea, e no non sono incinta, è solo colpa di tutto lo stress accumulato in questo tempo e il mio corpo ne stava risentendo davvero molto, ho perso circa più di cinque chili.

Due ore fa sono arrivati i planner per allestire la villa con i fiori e altri addobbi per il ricevimento, tutto questo serviva solo per fare le foto, il vero ricevimento si sarebbe tenuto a New York sull'Empire State Building con vista sulla città, mentre lo scambio delle fedi nuziali si sarebbe svolto qui a Boston nella grande chiesa di famiglia, visto che siamo stati ore a litigare per dove si sarebbe svolto il tutto, abbiamo deciso di compensare entrambi scegliendo tutte e due le proposte, d'altronde sarebbe stato il matrimonio più importante di sempre, l'unione tra due città importanti dell'America e di due potenze mafiose importanti.

L'abito era già appeso in stanza e sembrava come ricordarmi cosa mi sarebbe aspettato da domani, l'inferno.

Uscì dalla vasca e mi asciugai con un asciugamano, mi vestì con la vestaglia che usavo per la casa e mi incamminai verso la porta; un forte rumore mi mise in allerta, proveniva proprio dalla mia stanza che era collegata al bagno così senza battere ciglio mi fiondai subito dentro e vidi come prima cosa la finestra spalancata e accanto la mia lampada da terra rovesciata sul pavimento, ecco cosa aveva causato quel rumore, mi avvicinai verso la finestra e provai a vedere se nel giardino ci fosse qualcuno, libero.

Non c'era nessuno, solo erba e altra erba vicino alla grande piscina.

Rientrai in stanza e chiusi per bene la finestra che prima mi ricordo che avevo chiuso, mi guardai intorno fin quando non trovai ciò che stavo trovando, la busta gialla.

Senza rimuginarmici su la aprì e all'interno trovai qualcosa che mi lasciò a bocca aperta, erano gli orecchini in oro bianco di diamanti di mia madre, me li ricordo bene, ma a cosa mi potevano servire?

Non lo so, però vicino ad essi ci trovai un bigliettino.

Vogliamo te Aria.

Davvero volevano me, non ci avrebbero mai provato a volermi, si sarebbero subito stufati e mi avrebbero lasciata andare.

A placare i miei pensieri fu il cellulare che non smetteva più si suonare, era Alyssa, così risposi "Issa cosa vuoi in questo momento, sono impegnata" le dissi prima ancora che lei incominciasse a parlare "Aria scendi immediatamente di casa, io e Amy siamo qui sotto, ti stiamo aspettando" rispose "quindi vestiti in modo sexy e attraente che abbiamo qualcosa di bello da fare" concluse la bionda mentre Amy rideva, che stronze, chiusi la chiamata senza rispondergli e posai gli orecchini in un cofanetto, ci avrei pensato dopo.

Aprì la grande cabina armadio e mi cambiai, indossai il mio solito intimo in pizzo nero e un vestito nuovo e corto che lasciava tutta la schiena scoperta di colore nero, ai piedi indossai i miei nuovi sandali di Gucci con il tacco aperti sul davanti e tempestati di diamanti, acconciai i capelli in morbide onde, mi truccai il viso, misi il rossetto rosso ed ero pronta per scendere, mi spruzzai un po' di profumo e prima di uscire afferrai la mia solita Chanel nera dalla panca e uscì.

Il mio armadio era strapieno di borse di tutti i tipi e marchi ma io amavo la comodità e lei lo era.

Era vero, Alyssa e Amy mi stavano aspettando sotto casa con la loro macchina, entrai nei sedili posteriori e partimmo.

Le salutai con il solito bacio sulla guancia che ci davamo e incominciammo a parlare "allora dove volete andare, mi avete messo così tanta fretta" domandai per prima, mi ero agghindata così bene che il minimo da fare era dirmi dove fossimo dirette "è un segreto bella ragazza" rispose la bionda tinta di Issa "poi vedrai, ti dico solo che è un bel posto, niente di più" mi rassicurò la mia amica Amy, così smisi di fare domande e incominciammo a cantare a squarciagola nella macchina.