Chapter eight

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⚠️ATTENZIONE⚠️

🔞Questo capitolo contiene scene esplicite🔞

Resto ammaliata a fissare e ascoltare il fruscio delle onde del mare che si abbattono sulla battigia, scontrandosi contro la riva e riversando lì la loro spuma. L'acqua si ritira poi lievemente, per ricominciare un'altra volta. Diverse nuvole coprono il cielo e impediscono alla stelle di essere ammirate, al contrario della luna, che rispecchia la sua luce sulla superficie cristallina.

Mi piace venire in spiaggia di notte: è affascinante il modo in cui la sabbia, l' oceano e qualsiasi cosa presente venga occultata da un'oscurità intensa e magica.

E poi adoro soffermarmi sul silenzio... sulla quiete... La spiaggia a quest'ora di inverno è un vero e proprio paradiso. Ci vengo quasi tutti i giorni, quando mi sento soffocare dalla mia vita e dai miei pensieri. Osservare le piccole onde e ascoltarne il rumore riesce a non farmi pensare. Stacco la mente per un po', mi rifugio nel mio mondo, solitario ma magico, nel quale nessuno riesce a entrare.

La mia mente è libera dalle oppressioni, dalle paranoie, e da tutti i fottuti pensieri che non smettono di assillarmi. Ma-soprattutto- dai ricordi.

Sono quelli i più dolorosi e i più opprimenti. Quelli che mi riportano a qualche anno fa e mi impediscono di respirare, facendomi sentire una semplice...

morta che cammina.

Sospiro, mentre tento di non pensare a ciò che cerco di scacciare duramente tutti i giorni, e sfilo il telefono dalla tasca dei jeans.

Digito il numero di mia sorella, Emily, ma non risponde. Provo quindi con zia Isobel, e, finalmente, dopo molti squilli, la sua voce sicura e incisiva giunge dall'altro capo del telefono.

«Allison, ciao. Come stai?»

Cerco di risparmiarmi i convenevoli e mi affretto a liquidarla: «Bene, Emily è in casa?»

«Sì, è proprio qui, te la passo.»

Pochi secondi dopo, una vocina soffice, allegra e infantile riesce a strapparmi un sorriso a causa del tono elevato. «Ylla!»

Il mio cuore ha un lieve sussulto e viene colmato da un'ondata d'affetto nei confronti della mia piccola αστεράκι.

«Ciao, stellina... Tutto bene?» inizio a giocare con la sabbia morbida, prendendola in mano e lasciandola scivolare via subito dopo.

Mi aspetto la sua solita aria allegra e i suoi soliti mille racconti riguardo la scuola o i suoi amici, tuttavia a questa mia domanda il suo tono sembra spegnersi, così come anche- ne sono sicura- il suo sorriso.

«Ehm...» la sua voce è incerta, insicura, come se non sapesse come comunicarmi i suoi pensieri. «Non lo so, sei arrabbiata con me?»

Aggrotto istantaneamente le sopracciglia e ritiro lievemente il capo indietro, confusa. «Perché dovrei?»

Dall'altro capo la voce di zia Isobel, che la avvisa che sta andando a prepararle il letto, la induce ad aspettare prima di continuare. Lei infatti annuisce per poi tornare da me con aria abbattuta.

«Non lo so, io ti scrivo le mie lettere, ma tu... tu non ricambi mai.»

Il respiro mi si mozza per una frazione di secondi, lasciandomi confusa e attonita a causa di ciò che ha appena detto.

Cosa?

No, non è vero.

«Sì che ricambio, ogni lunedì, come sempre.»

(Un)expectedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora