Chapter thirty-four

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Matt

Panico.

Incredulità.

Sorpresa.

Tensione.

Una serie di emozioni mi travolgono in quel momento, ma nessuna di questa riesce a inondarmi come una particolare:

la rabbia.

Rabbia per le foto che sono state inviate.

Per il terrore che sta aleggiando negli occhi di Ally in questo momento.

Per il fatto che foto di lei mentre fa sesso con me siano nelle mani di qualcuno.

Per il pensiero che un depravato e psicopatico del cazzo l'abbia spiata in ogni singolo momento delle sue giornate.

Una furia incontenibile che mi porta a stringere con talmente tanta forza il telefono in una mano che si inclina leggermente.

Fanculo.

Non me ne fotte un cazzo.

L'unica cosa a cui riesco a pensare sono quelle immagini di noi mentre scopiamo e di lei che conduce semplicemente la sua cazzo di vita.

Le foto sono state inviate anonimamente, ma sono abbastanza sicuro che provengano da quel bastardo, figlio di puttana.

Suo padre.

Darren o - come si fa chiamare adesso - Nerrad Mallow.

Potrei giurare che sia stato lui.

I bigliettini.

La lettera.

E adesso anche queste maledette foto.

«Oh mio Dio.» la voce di Ally mi fa tornare alla realtà.

I suoi occhi sono assenti, come in preda a milioni di pensieri.

Si siede lentamente sul letto e deglutisce sonoramente, mandando giù anche il panico e il terrore che le arpionano visibilmente la pelle.

Infila le mani tra i capelli e assume un'espressione disperata ma anche riflessiva.

«Io... Io mi sentivo costantemente osservata quando ero in camera, ma...non-» si blocca. La voce spezzata dal panico.

Una vulnerabilità improvvisa si impossessa di lei, ma tenta di scacciarla via, almeno per quanto possibile.

«Non immaginavo che fosse perché qualcuno mi stesse spiando

Passo una mano fra i capelli, per poi posare le mani sui fianchi.

Il mio sguardo è furioso ma gelido al contempo, data l'ira e la tendenza assassina che mi sta pervadendo in questo momento.

«Beh, lo starà facendo anche ora. Perciò...» mi piego a raccogliere il suo telefono che aveva lasciato cadere per lo shock, e torno sulla chat anonima.

Clicco una delle foto, per poi paragonarne la prospettiva a tutte le altre: sembra essere sempre la stessa.

Sono state scattate da un punto sulla parete opposta rispetto a quella della porta: lì, però, c'è soltanto la scrivania in legno con sopra una finestra.

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