È da quando ero bambina che ho un rapporto terribile con la notte.
È per me fonte di panico. Desidero sempre che non arrivi mai, o che passi il più velocemente possibile.
Ogni volta che mi stendo e le luci attorno a me si spengono, la mia mente inizia a vagare per se nel labirinto dei miei ricordi.
Tesse pensieri, cuce paranoie e me le stringe addosso come una sciarpa soffocante, da cui vorrei liberarmi, ma non ci riesco.
Ne afferro il tessuto pesante e cerco di strapparmelo via, ma ogni volta con me vengono via lembi di pelle graffiata dalle mie unghie disperate, e non riesco a fare altro se non impanicarmi ancora di più.
È quando mi ritrovo sola nel mio letto che il passato si presenta alla mia porta e mi ingloba a sé.
La sua ombra arriva prima della sua reale presenza, e ogni volta che la intravedo so che è arrivato il momento peggiore di tutta la giornata: quello di ricordare, di fare i conti con ciò che mi tormenta ormai da diversi anni.
Ogni volta che mi metto a letto e chiudo gli occhi, il mondo attorno a me svanisce, poiché la mia mente si concentra solo e unicamente su quei tre lunghissimi anni di angoscia, umiliazione, sopraffazione e... incubi.
Cerco di dormire, ma avverto le mani di mio padre sul mio corpo, che lambiscono ogni centimetro di pelle. Sento la sua saliva sul mio collo, sul mio seno, sul mio viso, mentre ruba baci che mi portano solo a odiarmi sempre di più. Riesco ancora a sentire la sua presenza tra le mie gambe, mentre mi penetra con una violenza non adatta a una ragazzina di tredici anni. Mi bombarda ancora nella testa la sua voce rauca che mi sussurra all'orecchio lusinghe malate e insulti rabbiosi al contempo. Sento l'odore nauseante del suo alito di rum.
Ricordo il modo in cui chiudevo gli occhi e trattenevo le lacrime, poiché a ognuna di essa corrispondeva uno schiaffo in pieno viso.
Ricordo i pomeriggi passati a graffiarmi la pelle, sperando che sarebbe bastato a togliermi via il suo tocco.
Ricordo la violenza con cui sbatteva quella cintura sulle mie cosce, eccitandosi nel vedermi soffrire.
E poi ricordo le notti passate a starmene rannicchiata sul pavimento, poiché il suo odore sulle lenzuola mi soffocava.
Ricordo l'incapacità di dormire e la tendenza a pensare solo a quanto mi facessi schifo e a quanto volessi strapparmi a morsi la mia stessa pelle.
Ricordo la paura che avevo di ribellarmi, poiché altrimenti se la sarebbe presa con la mia sorellina.
Ricordo la mortificazione nel sentirmi chiamare "puttana", l'impossibilità di difendermi ogni volta che mi spingeva in un angolo e mi colmava di lividi.
Ricordo il mio cuore frantumarsi pezzo dopo, raggelarsi millimetro per millimetro, fino a non provare più niente.
Le mie emozioni si erano totalmente cristallizzate, ogni debolezza si era trasformata in pura forza... Tutto ciò perché la mia anima era... semplicemente morta.
E se tutt'oggi durante le giornate riesco a mostrarmi invincibile e a farmi forza grazie al muro d'acciaio in cui mi sono barricata, la notte tutto ciò svanisce.
Si sgretola nel nulla in migliaia di pezzi, lasciandomi completamente sola ad affrontare ogni mia singola paura.
Per questo mi sto girando e rigirando nel letto, mentre mi stringo la gola con una mano e lo stomaco con l'altra, cercando di scacciare via i ricordi soffocanti.
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(Un)expected
RandomSPIN OFF DI (IM)POSSIBLE. (UN)EXPECTED PERÒ PUÒ ANCHE ESSERE LETTA DA SOLA. Ally. Chioma corvina. Postura sicura. Sguardo glaciale. Reputazione di ragazza facile e senza cuore. Una ragazza odiata da tutti, temuta da tutti. Una ragazza senza alcuna...