Chapter twenty-four

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La luce del mattino filtra attraverso le finestre della mia camera, esattamente come il cinguettio di alcuni uccellini.

Tuttavia, non sono questi a svegliarmi, quanto più la porta della stanza che si chiude, e mi induce ad aprire gli occhi.

Sposto infatti lo sguardo su quest'ultima e noto la figura di Charlotte che - appena rientrata - cammina a passo felpato, cercando di fare il meno rumore possibile.

Intento praticamente fallito, poiché il mio sonno leggero sfrutta qualsiasi minimo rumore per farmi svegliare.

Perciò sbadiglio e stiracchio le braccia, per poi strofinare gli occhi con il dorso della mano.

Charlotte non sembra comunque notare che sono sveglia, poiché si sfila la giacca di jeans e la ripone con cauzione sull'appendi abiti accanto alla porta. Serra persino gli occhi non appena, per errore, sbatte contro un mobile e impreca sottovoce.

Sorrido divertita.

«Ti ho sentita, puoi tornare a camminare come un essere umano.»

I suoi occhi si catapultano su di me e si sgranano leggermente.

«Oh, scusa. Non volevo svegliarti.» si toglie anche le scarpe e si avvicina nella mia direzione per porgermi un sacchetto di carta.

Inarco un sopracciglio.

«Tieni, questo è per te.»

Sbircio all'interno e, inebriata dall'odore e dalla visione del cornetto al cioccolato che mi si presenta dinanzi, mi inumidisco le labbra, avvertendo un'improvvisa fame.

Trattengo un sorriso di gratitudine, e domando con il mio solito tono duro:
«È per farti perdonare per aver saltato la serata cinema?»

Dovevamo stare in camera ieri sera e guardare uno dei film sdolcinati che le piacciono tanto. Mi aveva torturato per circa tre settimane per cercare di convincermi a guardare "Endless love", e sono rimasta molto stupita del fatto che non si sia più presentata.

Inizia a mordersi l'interno guancia. «Hai ragione, è solo che Matt mi ha praticamente obbligata a non presentarmi. Aveva detto che doveva necessariamente parlarti e che non sarei dovuta essere "tra i piedi".» scrolla le spalle e porta una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

Io, invece, sposto lo sguardo altrove.

È stato Matt?

E, per quanto dovrebbe innervosirmi il fatto che abbia capovolto totalmente i miei piani per la serata di ieri, non posso che increspare le labbra in un lieve, minuscolo, impercettile... sorriso.

Afferro comunque il labbro inferiore tra i denti per trattenerlo e mi impongo di restare il più impassibile possibile.

Non so perché, ma uno strano compiacimento ha appena iniziato a tormentarmi il petto, insieme al solito piacevole formicolio.

«Immagino che dovrò rompere le gambe a lui, allora.»

Una scintilla attraversa lo sguardo di Charlotte e la porta a rispondere, senza la minima esitazione:
«Se non lo ha fatto già lui a te ieri sera, però.»

Sgrano gli occhi e le butto un cuscino addosso.

«Charlotte! Da quando sei diventata così sfacciata?» il mio tono ha appena assunto una sfumatura più ironica e questo sempre farla sorridere.

«Beh, ho avuto una buona maestra.» risponde la biondina, alludendo a me.

Roteo gli occhi al cielo subito solo ed estraggo il cornetto dal sacchetto, per poi iniziare a gustarne anche la minima briciola.

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