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-Papà vengo con te-

Queste sono le parole che non avrei mai immaginato di pronunciare.

É passato un po' di tempo da quando mia madre è mio padre hanno fintanto quelle carte al tribunale per il loro divorzio, ma ancora io non avevo scelto: scelto se stare con mio padre o con mia madre.

Sin da quando ero piccola i riflettori erano stati su di noi, per il nome di mio padre, e per il successo di mia madre, che da un attrice.

Non ho mai amato questo aspetto, non perché sia timida, ma semplicemente ricevere così tante attenzioni perfino a pochi mesi dalla nascita, dopo un po' é asfissiante.

Quella notte avevo dormito a casa di mio padre, perché la sera precedente avevo avuto una discussione con mia madre sulla mia scelta.

-Verrai con me?- chiese sbalordito.
-Si, ormai ho deciso, spero che mi vorrai nei tuoi viaggi-
-Certo che ti voglio Emily, sono così felice- disse venendomi ad abbracciare.

Non amavo il contatto fisico, ma era mio padre in fin dei conti.

-Partiremo questo pomeriggio, non te l'ho detto prima perché pensavo che non venissi.-
-Tranquillo pa, riesco a fare le valigie velocemente-

Col tempo molte delle mie cose le avevo trasferite a casa di papà, non avevo un rapporto buono con mia madre, quindi stavo spesso e volentieri a casa di papà.

Andai in camera e preparai la valigia, o meglio, le valigie. Alla fine preparai un trolley è una valigia grande, saremmo stati molto tempo fuori.

Erano le due di pomeriggio e mio padre mi aveva informata che il nostro volo sarebbe partito alle quattro, quindi saremmo dovuti partire ora.

Che sbadata, sono Emily, Emily Horner, la figlia del direttore della Redbull Racing Christian Horner, e ho 19 anni.

-Sei pronta?- mi chiese mio padre.
-Si, andiamo-

Presi il cellulare e la borsa e uscimmo da casa. Prendemmo la macchina e ci dirigemmo verso l'aereoporto.

Il tragitto era stato abbastanza tranquillo. Papà mi aveva spiegato varie cose sul viaggio e sul percorso. Mi aveva detto anche che uno dei piloti della Redbull aveva qualche anno in più di me, quindi saremmo potuti diventare amici.

-Qual'é la nostra meta?- chiesi.
-Sakhir, in Bahrein-
-Immagino sia bello come posto-
-Molto più di quanto immagini-

Arrivammo in aereoporto, facemmo il check-in e salimmo a bordo dell'aereo, che era privato da quanto potei capire.

L'aereo decollò. Guardavo fuori dal finestrino e pensai quanto la mia vita stesse per cambiare, non avevo mai pensato di catapultarmi in un mondo così diverso dal mio.

Amo l'arte, in tutte le sue sfaccettature. Quando non sono nel mood giusto prendo un pennello, una tela e dei colori, e lascio che tutte le mie emozioni vengano espresse attraverso schizzi, macchie e colori.

Amo anche lo sport, ho fatto pallavolo per 6 anni e dopodiché nuoto. Ho amato anche fare equitazione ma purtroppo ho dovuto fermarmi per un problema al ginocchio.

Pensai a mia madre, colei che mi ha messa alla luce. Il nostro rapporto madre-figlia era quasi inesistente, sin da quando ero bambina ha sempre messo il lavoro davanti alla famiglia. Ed é per questo che i miei hanno divorziato.

Non mi accorsi che durante il volo mi addormentai, e così il volo sembrò anche durare di meno.

How about a kiss?     Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora