VI

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Mi svegliai sentendo qualcuno che mi stava toccando la spalla, non capivo niente.

-Emily siamo arrivati- disse Lando.
-Ma dove- risposi stropicciandomi gli occhi.
-In Arabia- disse sorridendo.

Guardai fuori il finestrino e vidi che eravamo effettivamente atterrati, giusto per sicurezza.

Presi il mio zaino, indossai gli occhiali da sole e il mio cappellino e scesi dall'aereo. Appena scesi vidi dei flash in lontananza, paparazzi, pensai.

Ci dirigemmo in uno dei soliti furgoncini oscurati ed entrammo, faceva caldissimo in quel posto.

-Ma sono tutti arrivati?- chiesi.
-Sono già tutti all'hotel, Pierre mi ha mandato una foto di Charles su una banana gonfiabile in piscina- disse ridendo.
-C'è una piscina?- chiesi.
-Se te l'ho appena detto- disse Carlos.

La prima cosa che avrei fatto arrivata in hotel sarebbe stata proprio andare in piscina.

Arrivammo davanti l'hotel che era più che altro un villaggio con delle villette, facemmo il check- in e il signore mi disse che ero in camera con Jenna e Sara.

Entrai nella villetta e salii delle scale e aprii la porta, per ritrovarmi in un piccolo appartamento spazioso.

Non sentivo rumori perció pensai che le ragazze fossero in piscina. Mi cambiai velocemente mettendomi un costume nero e mi diressi alla piscina.

Tutti i piloti erano lì, tranne i ragazzi che erano arrivati con me in jet.

-Emily! Pensavo non arrivassi più- disse Sara.
-Ho perso il volo e sono venuta con Carlos in Jet- dissi.

Posai le mie cose su una sdraio libera e mi buttai in acqua non curante della crema o robe varie.

-La grazia di un elefante- senti dire, mi voltai e vidi Max.
-Ecco il biondo mio preferito- dissi saltandogli addosso, facendolo finire in acqua.

Risalì e mi guardò con fare minaccioso, poi mi prese e mi getto lontano in acqua, e finii sopra qualcosa rimbalzante.

No. Sulla banana no.

-Ma che problemi avete- disse Charles irritato.
-Calmati, mi ha lanciata e sono finita sul gommone-
-Calmati niente sono finito in acqua-
-Si sai ti trovi in piscina cosa ti aspetti-

Charles mi guardò con il suo solito sguardo "minaccioso" e poi uscì dall'acqua.

Il pomeriggio andó bene, nonostante l'imprevisto del gommone; ci divertimmo un sacco tra schizzi, tuffi e drink.

-Emily! Sara é andata via con Charles, dice che forse é una cosa seria- disse Jenna avvicinandosi a me.
-Ma davvero- dissi annoiata.

Effettivamente entrambi non c'erano.

Si erano fatte le sei di pomeriggio e allora decisi di ritirarmi nel mio appartamento, sta volta prendendo l'ascensore dato che si trovava al secondo piano. Si sono pigra.

Entrai e mi misi a vedere il telefono, e si fermò al primo piano, e indovinate un po', entro Charles.

-Ma mi segui?- chiesi infastidita.

Lui non rispose, appena l'ascensore ripartì, si sentì una scossa. Eravamo fermi. Eravamo bloccati in un ascensore, insieme.

-Cazzo- imprecai.
-Non é possibile- disse il ragazzo.

Non potevo rimanere chiusa nell'ascensore.
No.
No per favore.

Flashback

-Tesoro tranquilla- disse il ragazzo accarezzandomi la guancia.
-Fermo, non toccarmi, non toccarmi-
-Oh tesoro non ti succederà niente- continuava ad avvicinarsi sempre di più.
-No, no per favore- dissi singhiozzando.
-Ci divertiamo un po' più chiameremo i soccorsi- disse con un ghigno.
-No, no no per  favore-

Fine flashback

-No no no per favore-

Mi sedetti a terra tappandomi le orecchie, continuando a lamentarmi, i respiri facevano irregolari, cominciavo a sudare, la testa girava.

-Emily, Emily che succede- disse il ragazzo abbassandosi alla mia altezza.
-No, no non toccarmi- dissi con le lasci me agli occhi.
-Non ti tocco Emily, non ti tocco- disse.

Non riuscivo a controllarmi, boccheggiavo a fatica e continuavo a sudare freddo.

-Emily, Emily guardami-

Incontrai i suoi occhi verdi.

-Guardami, conta insieme a me. Emily conta insieme a me- disse prendendomi la faccia tra le sue mani.
-Forza. Uno..respira Emily- continuava.
-Non riesco, non riesco- continuavo a piangere.
-Emily, uno.. due.. tre.. forza-
-U..uno, d..due, tre-

Il respiro non decideva a rallentare, e la situazione stava peggiorando. Stavo avendo un attacco di panico davanti la persona con cui non avrei mai dovuto farmi vedere vulnerabile.

-Cazzo, scusami- imprecò.

Non stavo capendo, fino a quando non avvicinó la sua faccia alla mia e mi bació.

Charles Leclerc mi stava baciando. Ero in trance.

-Avevo letto su un libro che in questo modo si bloccano gli attacchi di panico- disse dopo essersi staccato.

Non riuscivo a parlare, non stavo capendo niente. In quel momento l'ascensore ripartì, come a voler dire al destino che tutto questo era già stato scritto.

Arrivati al secondo piano, nessuno disse più nulla, e prendemmo due strade separate.

How about a kiss?     Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora