XXXII

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Gran Premio del Giappone.

Sono le 2 di notte del giorno prima della gara. Sono nella mia stanza in hotel, non riuscivo a prendere sonno.

Mi affrettai ad aprire la porta dopo che qualcuno aveva bussato e mi ritrovai davanti Charles.

-Charles?-
-Posso?-

Lo lasciai entrare.

Dall'ultimo Gran Premio a Singapore ci eravamo scambiati semplici saluti, e ora trovarlo qui davanti a me poteva significare solo una cosa.

-Possiamo parlare?-
-Siediti- gli dissi.

-Senti, questa distanza mi sta uccidendo dentro-

Riportai l'attenzione sugli occhi del ragazzo, che a causa della luce fioca della lampada sul comodino, brillavano.

-Mh-
-Emily, io non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi con te al mio fianco a inizio stagione. Eri presuntuosa, antipatica ma bellissima. Sin dal primo momento mi sono detto quella ragazza sarà mia. E pensare che per causa mia ti ho persa, mi fa solo stare male- sputò.
-Charles, nemmeno io mi aspettato questo, ma quando ti ho visto con Charlotte. Insomma, mi avevi detto che era finita, perché Charles. Perché?-
-Era lì per caso-
-Che stupida scusa-
-Ti giuro Em, suo padre era lì per lavoro, e mi aveva scritto-
-Non hai pensato di dirmelo?-
-No non ci avevo pensato, sono stato uno stupido, lo so, ma ti prego Emily-
-Cosa Charles?-

Il suo sguardo andava dai miei occhi alle mie labbra in continuazione, lentamente si avvicinò.

-Ti prego..- disse sussurrando.

Le distanze si azzerarono, e dammo inizio ad un bacio bisognoso. Erano settimane che non sentivo le sue labbra morbide sulle mie.

Si stese sopra di me continuando a baciarmi, e poi scese, mandibola, collo, clavicola.

Sospiri uscivano dalla mi bocca, il mio punto debole, lo conosceva troppo bene.

-Mi sei mancata troppo-
-Anche tu Charles..- dissi fra sospiri a bassa voce.

In poco tempo ci ritrovammo nelle coperte, incastrati come un puzzle, con i nostri respiri mescolati, come se fossimo stati un un'unica persona.

Avevamo bisogno uno dell'altra, era inevitabile.

Ero sempre disposta a perdonarlo, nonostante tutto. Non era solo infatuazione. Nonostante tutto, io amavo Charles Leclerc.

Rimanemmo avvinghiati senza parlarci, i nostri sguardi dicevano già abbastanza.

Ci guardavamo solamente, non c'era nient'altro tranne che Charles e Emily.

-Charles.. cosa siamo- dissi dopo minuti interminabili di silenzio.

Non rispose subito. Mentre mi osservava, i meccanismi nella sua testa elaboravano una risposta.

-Non lo so, ma non voglio che finisca- disse sussurrando.
-Nessuno ha mai menzionato la fine di questo-
-Va avanti da un po'- continuo lui.
-Lo so-
-Rendiamolo ufficiale-

Quella proposta era davvero avventata. Cioè non ci eravamo parlati per due settimane quasi, e ora.. voleva ufficializzare.

Non che non volessi, tutt'altro.

-Non so-
-So che é affrettata come cosa, ma sei speciale Emily-
-L'hai detto a molte?-
-Fammi pensare, si, alla cameriera, alla signora che pulisce il paddock, ah si anche a quella che cucina-
-Che scemo che sei- dissi ridendo.

Mi fissava da un po' ormai.

-Che c'è?-
-Amo quando ridi-

L'aveva detto in un modo così spontaneo.
Non sapevo che rispondere.

-Emily...-
-Charles?-
-Ti amo-

Lo guardai, mi stava sconvolgendo troppo quella notte.

-Non rispondere, se non vuoi-

Lo baciai, era l'unica cosa che potessi fare in quel momento. Non ero mai stata brava a esprimermi a parole, quindi unii le nostre labbra.

-Anche io ti amo Charles- sussurrai, sulle sue labbra.

Ci eravamo appena dichiarati amore, non dico eterno, ma amore.

Era diverso da ciò che provavo per Jack. Charles era una tempesta improvvisa, che veniva fuori dal nulla. Una tempesta fresca e rilassante.

-Ti amo, ti amo, tiamo- continuava il ragazzo sussurrando e lasciandomi baci su tutta la faccia.
-Charles- dicevo ridendo.

Passammo la notte così, tra abbracci e dichiarazioni d'amore.

...
Max si era davvero ripreso dopo la sconfitta a Singapore, infatti era proprio lui ad aver vinto il Gran Premio del Giappone, a Suzuka.

E non solo al Gran Premio del Giappone, ma anche a quello di Austin e a quello nella Città del Messico.

Eravamo in aereo e ci stavamo dirigendo con la crew in Brasile, a Sao Paulo

Era la penultima gara, prima del finale di stagione, ad Abu Dhabi.

Mentre tutto dormivano chattavo con Charles.

Le cose con lui andavano alla grande, non avevamo ancora ufficializzato, ma avevamo deciso che dopo questo gran premio, lo avremmo finalmente fatto.

Il volo era lungo, e lui era già in Brasile.
Diciamo che ci stavamo scrivendo cose non consone, ma tanto tutti dormivano.

Cherié quando arrivi, vieni in camera mia

Charles sono stanchissima

Dai, non stanca molto

Sisi come no, se fai tutto tu forse

Non ti prometto niente

Ci penso

Io ti aspetto

Guardai fuori dal finestrino, e vidi le nuvole e l'alba. Il jet lag era il mio peggior nemico, mi rimaneva sempre addosso.

Provai a chiudere gli occhi e mi addormentai

How about a kiss?     Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora