XV

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-Emily cazzo mi hai fatto prendere uno spavento- disse Max venendomi incontro.

Dopo l'incontro con Charles ci dividemmo a causa di alcune interviste che avrebbe dovuto fare.

Ero corsa da lui, nonostante ciò che avesse fatto alla mia amica, nonostante i litigi e i battibecchi, nonostante l'antipatia che provavamo l'uno per l'altro.

Il cuore aveva decisamente avuto la meglio sul cervello, e non sarebbe più dovuto capitare.

Avevo raggiunto il paddock evitando il più possibile qualunque persona che avesse avuto da ridire sul litigio precedente tra me e mio padre.

-Hey Max- dissi sorridendo.
-Emily come stai, cazzo che brutta storia quella di prima. Mi dispiace così tanto-
-Si non fa niente, succede sempre- dissi scollando le spalle, ma la voce e gli occhi mi tradivano. Lo facevano sempre.
-Emily so che non stai bene- mi disse sincero.
-Max mi passerà, sto bene ora, sono solo ancora un po' scossa ma mi passerà velocemente-
-Emily, so che sei corsa da lui-
-Non ho pensato a niente in quel momento, cercavo solo un posto dove essere confortata, anzi scusami se non sono venuta da te-
-Emily non scusarti, noi siamo amici, ripeto, vedo come vi guardate-

Max mi capiva in tutto e per tutto, capiva tutto con uno sguardo o anche in base al tono di voce.

-Max sei unico- dissi allacciando le braccia al suo collo e abbracciandolo.
-Emily mi rendi tu così- disse sussurrando.

...

Il GP di Le Castellet fu vinto da Max, che fece una corsa meravigliosa.

Dopo aver festeggiato velocemente nel paddock, volendo evitare i miei "genitori" il più possibile chiamai un taxi e tornai subito in hotel.

Salii in camera mia e chiusi la porta, sospirai.
Avevo solo bisogno di riposarmi dopo quella giornata stressante.

Poi mi vennero in mente le ragazze, non le avevo più incontrate, forse avevano da fare con il loro lavoro al paddock, avrebbero voluto delle spiegazioni. Era arrivata l'ora di confidarmi anche con loro.

Ma prima mi sarei voluta riposare, e così feci. Mi cambiai e mi misi sotto le coperte nonostante fosse Luglio, ma avevo scordato l'aria condizionata accesa, e sembrava di essere al Polo Nord.

Caddi nelle braccia di morfeo dopi pochi minuti.

...
Delle notifiche al mio telefono mi fecero sussultare, erano le sette di sera, avevo dormito tutto il pomeriggio.

Presi il telefono e lo sbloccai e lèssi i messaggi.

Da Charles:
Cherié, per ricominciare vorrei portarti fuori a cena, in un posto discreto dove nessuno potrà vederci, dimmi se accetti.

Da Sara:
Emily, io e Jenna vorremmo parlarti di oggi se ovviamente te la senti, sta sera uscita tra ragazze, che ne pensi?

Da Max:
Ho parlato con Charles, vediamoci appena puoi.

Da Papà:
Emily non ignorarmi. Ho bisogno di parlarti. Chiamami

Avevo dormito un paio di ore, e era successo il putiferio. Ma come é possibile.

Ignorai il messaggio di mio padre e risposi a Max di raggiungermi in camera mia così da parlare. Rimandava il dilemma se le ragazze o Charles.

How about a kiss?     Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora