XXV

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Quella mattina mi svegliai con un raggio di sole che mi arrivava sugli occhi, e decisi di prepararmi e andare a fare colazione.

-Buongiorno- dissi sedendomi, e sorridendo.
-Ei come stai- mi dissero le ragazze.
-Meglio-

Lui non c'era. Era a farsi qualche ragazza? Bene, non mi interessa.

-É uscito a correre sta mattina- mi disse Carlos all'orecchio, vedendo che lo cercavo con gli occhi.

Annuii sorridendo. Ero ancora arrabbiata.

So che tra noi non c'era ancora qualcosa di serio, ma lui sapeva cosa avevo passato, e sapeva anche che mi stessi fidando.

Finimmo di fare colazione e decidemmo di andare in spiaggia, e prendemmo dei sup e anche delle canoe.

Andai dietro le boe sul mio sup e mi attaccai alla boa tramite una corda. Mi stesi e rimasi così a prendere il sole.

Fui risvegliata dallo stato di trance a causa di alcuni schizzi. Mi voltai ed era lui.

-Ciao- disse sorridendo.

Non risposi.

-So che sei arrabbiata, ma mi dispiace davvero- continuai a non rispondere.

In un attimo mi ritrovai in acqua, aveva ribaltato la mia tavola e ora lui ci era salito e io ero nel mare.

-Scendi- dissi.
-Pensavo che il gatto ti avesse mangiato la lingua-
-Scendi Charles- continuai a dire.

In ragazzo si mise più comodo, e si stesse completamente, allora decisi di fare la stessa cosa che lui aveva fatto a me e lo ribaltai, rimettendomi sopra la tavola.

-Quanto tempo hai bisogno- mi chiese ad un certo punto.
Lo guardai per un secondo, e tornai a fissare il mare.

-Emily, cazzo mi dispiace. Quante volte te lo devo ripetere. Ti prego parlami-
-Charles cosa ti dovrei dire- dissi sbraitando.
-Non lo so, solo.. non lasciarmi in sospeso-
-Charles, sei ancora qui a parlarmi-
-Io non mollerò- disse sospirando.

Chiusi gli occhi e lo sentii allontanarsi, e rimasi sulla mia tavola.

...
-Ma che cazzo- imprecai.

Charlotte Siné aveva appena messo una storia di lei e Charles, con scritto "soulmate"
E Charles l'aveva anche repubblicata.

Uscii velocemente dalla mia camera, e andai diretta da Charles, bussai alla sua porta. Ne avevo abbastanza.

-Ci vuoi riprovare brutto stronzo eh? Cosa pensi che io sia la tua ruota di scorta? oh no bello, non hai capito proprio niente- gettai d'un fiato appena aprì la porta c mettendogli davanti il telefono.
-Emily posso spiegarti-
-Non voglio sentire nemmeno un suono uscire dalla tua bocca Leclerc, abbiamo chiuso. E sta volta definitivamente-

Basta soffrire per amore. Ora basta.

...
-Non starci male, ti prego-

Max era venuto in camera mia, ed eravamo abbracciati sul letto, e qualche lacrima scendeva dai miei occhi.

-Sta sera voglio bere- dissi.
-Brava, così si fa. So che ripropongono alla festa dell'isola qui. Bevi conosci qualcuno è baciatelo-
-Piano Max, ma si ottima idea-

-Cosa ti metterai?- chiese.

Mi alzai e frugai nella valigia, trovando un vestito.

-Mi sa che mi toccherà starti vicino- disse Max vedendo il vestito

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-Mi sa che mi toccherà starti vicino- disse Max vedendo il vestito.
-Ti piace?- chiesi.
-Cazzo se mi piace, sarai una bomba sorm- disse imitando il termine italiano.

Scoppiai a ridere per la sua pronuncia, e mi seguì anche lui con una forte risata.

Erano le sei più o meno, quindi il ragazzo lasciò la mia stanza, e così potetti prepararmi in santa pace.

Una notifica arrivò sul mio telefono. Chi poteva essere se non quella persona?

Charles

Perché Max é uscito dalla tua camera?

Perché ti interessa?

Rispondi

Saranno fatti miei

Dici a me, e poi sei la prima a far entrare nella tua stanza la prima persona che passa

Mi stai dando della puttana?
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Brutto stronzo, ma chi si credeva di essere. Il sangue mi ribolliva nelle vene, quel ragazzo era capace di farmi arrabbiare in così poco tempo.

Per sciogliere il nervoso decisi di farmi un bagno caldo, nonostante ci fossero un sacco di gradi fuori.

Quando uscii dall'acqua, mi asciugai i capelli, facendo una piega mossa, e mi truccai, osando un po'. Poi mi vestii, ero una divinità.

Ci vuole sempre un momento di egocentrismo, dai.

Erano ormai le otto e mezza, e uscii dalla camera, scrivendo a Sara e chiedendole se fossero al ristorante, e quando ebbi la conferma chiusi la porta.

-Dove credi di andare vestita così?-

Alzai la testa dal cellulare, dio ma cosa voleva dalla mia vita.

-Che c'è Leclerc?-
-Tu esci così?- disse squadrandomi da testa a piedi.
-C'è qualche problema?- chiesi infastidita.
-Si, c'è ne sono molti. Il primo é che molti ragazzi ti guarderanno, il secondo é che non posso fare un pugno in faccia a qualunque persona che ti guardi, e terzo..- di avvicinò frettolosamente.

Finii con la schiena sulla porta, e le sue mani erano sui miei fianchi. Eravamo a pochi centimetri, e il suo sguardo viaggiava dai miei occhi alle mie labbra.

-E terzo?- chiesi.
-Mi rendi così difficile trattenermi-
Lo guardai, e lo sfidai.
-Dal fare cosa Leclerc-

Sorrise, era un sorriso misto tra malizia e curiosità.

-Dal prenderti proprio qui, piccola Horner-

How about a kiss?     Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora