J A C ELasciai scivolare lo sguardo in lontananza, posandolo sulla ragazzina.
Aveva questa strana e fastidiosa abitudine di piantarmi in asso nel bel mezzo delle conversazioni... Era già la seconda volta nel giro di due giorni.
Un sorrisetto involontario mi distese le labbra.
Sfuggente
La osservai mentre si raccoglieva i folti capelli, legandoli in una rapida coda disordinata.
Era visibilmente accaldata: le guance rosse le coloravano il viso olivastro e il trucco leggermente sciolto le lasciava un piccolo alone nero all'angolo esterno dell'occhio, quasi impercettibile.
La pelle liscia del suo corpo emanava un profumo dolciastro, che si mescolava armoniosamente all'aroma fruttato dei capelli.
Incrociai le braccia al petto, e il tocco freddo dei miei stessi polpastrelli trapassò il tessuto sottile della camicia, dandomi i brividi.
Appoggiai la schiena al muro, sollevando la testa nella sua direzione.
Il suo corpo irradiava un intenso calore.
Lo avevo percepito avvicinandomi a lei, nel bagno.Non era servito toccarla per sentirlo sulla pelle.
Feci vagare lo sguardo sulle sue spalle, incontrando le facce corrucciate dei suoi amici. Se ne stavano tutti comodamente a sedere attorno al tavolo, come se ognuno di loro avesse un posto ben definito all'interno della cerchia.
Davanti a Katy, il tipo ricciolino che avrebbe tanto voluto scoparsela.
Camicia perfettamente stirata, maniche arrotolate, occhi color nocciola e labbra tese.
Sedeva impeccabilmente dritto, con la schiena distesa e lo sguardo sfuggente tra Katherine e il rosso accanto a lui. Si abbandonava ogni tanto a qualche gesto del capo, in segno di assenso.Avrei scommesso cento dollari che non stesse ascoltando nemmeno una parola.
I suoi pensieri, però, quelli sì che gli inondavano le orecchie. E a giudicare da come guardava Kat, evidentemente anche gli occhi.
Aveva un qualcosa di vagamente familiare... eppure, non ricordavo di conoscerlo.
Dylan
Così lo aveva chiamato Katherine.
Dylan distolse di nuovo lo sguardo dalla ragazzina, giusto il tempo per dare una pacca sulla spalla al tipo rosso seduto al suo fianco.
Rosso che, per inciso, teneva banco da almeno quaranta minuti, parlando ininterrottamente.
Aveva un casco arancione di capelli sparati per aria, del tutto privi di una forma, e una schiera di lentiggini cosparse per il volto.
Sembrava uscito direttamente da un docufilm sugli elfi di babbo Natale.
Dall'altro lato, a fianco a lui, una ragazza dai capelli neri e lisci sbadigliava vigorosamente, sorreggendosi la testa con entrambe le mani. Sembrava che la conversazione la stesse esaurendo.
Sgranò i grandi occhi blu, contraendo i tratti principeschi del volto in un altro, enorme sbadiglio.
Ricordavo di averla vista parlare con mio fratello la sera precedente, mentre discutevo con Katherine.
Infine gli ultimi tre posti al tavolo: al fianco della mora, un ragazzo guardava per aria, del tutto disinteressato alla conversazione.
Non ci provava nemmeno a fingere che gliene fottesse qualcosa, si limitava a scannerizzare qualche tipa che passava a giro per il bar.
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Yes, Coach!
RomanceKaty è una studentessa di medicina con un unico obiettivo: vincere le gare di nuoto e ottenere la borsa di studio. Le sue giornate all'interno del College sono scandite da ritmi serrati: lezioni, studio e allenamenti, in un ciclo ordinato che si ri...