6. Bad Habits

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E L L E N





Katy era silenziosa. Tremendamente silenziosa.

E matchata alla perfezione con il mio umore.

Come sempre d'altronde, aggiungerei.

«Posso?» chiesi, avvicinandomi alla sua figura. Era seduta sul divanetto nel salone del nostro appartamento, con un pigiama in pile addosso, le gambe incrociate e il computer aperto sugli appunti delle lezioni del giorno precedente.

A volte mi chiedevo come facesse ad avere perennemente freddo

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A volte mi chiedevo come facesse ad avere perennemente freddo.

Era fine Settembre ed eravamo a Los Angeles. Insomma, non proprio una temperatura da pigiama con gli orsetti.

Nonostante questo, però, Katy trangugiava tisane bollenti, avvolta da morbide coperte e felpe grandi il doppio del suo corpo.

I suoi occhi caldi erano direzionati verso lo schermo, ma sembravano attraversarlo senza soffermarvisi realmente: stava viaggiando con la mente.

Non era insolito trovarla con lo sguardo perso, intenta a dare una forma e un colore a chissà quale pensiero.

«Certo, vieni Elle»

Soffiai via un boccolo dal viso, mentre mi lasciavo ricadere accanto a lei.

«Se ti stai facendo i cazzi tuoi torno più tardi» sparai con estrema finezza.

La cosa che mi piaceva di più del mio rapporto con Amy e Katy era il poter parlare liberamente, senza freni inibitori. Nessun linguaggio forbito da signorina.

Potevo essere tranquillamente uno scaricatore di porto e loro non ci avrebbero nemmeno fatto caso.

Katy mi rivolse un'occhiata divertita. E amorevole.
Lo percepii tutto, quell'amore.

«Posso farmi i cazzi miei anche con te seduta accanto a me, Elle»

Batté un paio di volte il palmo sul tessuto morbido del divano, lasciando rimbalzare la mano, in un chiaro invito ad avvicinarmi.

Mi accoccolai al suo fianco e Katy mi ricoprì le gambe con la sua coperta, allungandosi nella mia direzione.

«Vuoi?» chiese, porgendomi la tazza fumante.

L'odore di cannella si mescolò al profumo dolciastro della sua pelle.

«Ci sono ventisei gradi e solo perché ha piovuto, Katy»

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