Ella

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"Ella, tocca a te"
La voce di Susy riporta i miei pensieri alla realtà.
"Metto il mascara e arrivo".
Si va in scena anche stasera, come ogni sera della settimana.

Lavoro in un club privato molto esclusivo, nascosto in uno dei palazzi d'epoca nel centro di Milano. Per accedervi i soci hanno la chiave del portone che dà direttamente sulla strada, attraversano il cortile interno e con un'altra chiave aprono un'anonima porta che si affaccia su un locale enorme, elegante e raffinato che si sviluppa su 3 piani. Il primo e il secondo sono uniti in un unico grande spazio dove si trova il teatro, in fondo alla sala c'è il palco dove ci esibiamo noi ragazze. Al posto delle classiche poltroncine ci sono tanti tavolini dove i soci si possono accomodare e, soprattutto, consumare alcolici e cibo. Del secondo piano è rimasto un ballatoio che corre sui tre lati escluso quello del palco, dove son state ricavate delle piccole stanzine come fossero i palchetti di un teatro d'epoca, con la differenza che la parete che dà verso l'interno è tutta in vetro, annullando qualsiasi forma di privacy. Il terzo piano invece è riservato solo alle ragazze, ci sono i nostri camerini e gli spazi dove rilassarci prima e dopo le serate.
Lavoro qui ormai da 6 anni, ho iniziato mentre andavo all'università per pagarmi gli studi in storia dell'arte, ora che mi sono laureata ho deciso di lavorarci a tempo pieno. Almeno finché non avrò un piano migliore. Vendo il mio corpo come se fosse un bell'oggetto da guardare, ma non sono una prostituta, nessuna delle ragazze qui lo è. Non si vende sesso nel club, solo intrattenimento e buona compagnia. E la visione di belle ragazze mezze nude.
Ogni ragazza a turno si esibisce sul palco in un numero di burlesque, poi scende il platea per intrattenere gli ospiti. Le ballerine del club non sono solo un bel seno e lunghe gambe, ma anche menti brillanti. Perché lo facciamo? Vanità. Noia. Soldi. Si guadagna bene, soprattutto se qualche ospite chiede di passare un'ora con te nel palchetto, quindi perchè no? Non ho famiglia, non ho amici, se non qui. Sono un corpo vuoto, se vendessi frutta e verdura non sarebbe diverso per me. Questo lavoro, diciamocelo, è facile. Perchè cambiare? Per chi?

Le note di "Candyman" di Christina Aguilera iniziano e con loro il mio numero. Mentre ballo tengo d'occhio la sala come sempre. Ci sono le solite facce note, facoltosi uomini di successo annoiati dalla vita, o i figli di. Le ragazze che si sono già esibite intrattengono la maggior parte degli ospiti, qualcuno invece sappiamo vuole esser lasciato solo in balia dei suoi pensieri, altri vengono qui da così tanto tempo che si portano il lavoro da finire mentre mangiano qualcosa.
Ammicco ad alcuni dei soci che mi stanno più simpatici mentre mi muovo sensualmente a tempo con le note, quando il mio sguardo viene incuriosito da un elemento fuori posto, un viso nuovo. Non sono molto frequenti i nuovi ingressi di soci del club, quindi tutte le ragazze in sala, chi più sfacciatamente e chi meno, osservano il nuovo arrivo. Dalla mia postazione privilegiata posso studiare la situazione con calma, a distanza di sicurezza. Un ragazzo alto, poco oltre la trentina, castano, capelli corti e barba studiatamente incolta. Indossa un completo blu di alta sartoria, una camicia bianca e un papillon in tinta con l'abito. Quello che incanta però sono gli occhi, color ghiaccio incorniciati da ciglia folte e scure. Una calamita.
Gin, la nostra "mistress", lo accompagna ad un tavolo facendo mille moine che lui sembra non notare molto. Gli offre un tavolo in una buona posizione, come da prassi per i nuovi arrivi, ma lui chiede un tavolo nell'angolo, uno di quelli che nelle serate infrasettimanali come questa solitamente resta vuoto. Con disinvoltura si accomoda e comincia a guardarsi intorno, studia l'ambiente senza soffermarsi troppo sulle ragazze. Le intrattenitrici che girano per la sala si avventano su di lui come api sul miele, ma lui le respinge tutte con garbo, chissà perché? Mi sorprendo a pensare se anche io verrei respinta e come potrei approcciarmi per evitare questo epilogo. Il suo atteggiamento non rientra nella solita routine del nuovo arrivato: entro - mi accomodo dove mi viene indicato - faccio sedere la prima ragazza che arriva per levarmi il pensiero e l'imbarazzo. Lui invece non sembra nervoso. Non sembra neanche particolarmente interessato all'ambiente se è per quello.
Perchè sei venuto qui allora? Di certo non per caso, solo un amico fidato può averti ceduto la chiave per farti entrare da solo. Quindi sapevi cosa avresti trovato dietro la porta. Se non era il genere di intrattenimento che cercavi avresti potuto evitarlo.
Basta congetture, ho già speso troppi pensieri per un solo paio di occhi. Non è certo il primo bel ragazzo ben curato che entra nel nostro club. Inoltre probabilmente se ne andrà a momenti, quindi cercare di capirlo sarebbe una doppia perdita di tempo.
Quando ho iniziato a lavorare qui ho deciso che non mi sarei mai fatta coinvolgere dagli uomini del club o dalle loro storie, è solo lavoro. Farò così anche con lui, fintanto che resta, anche se sono curiosa di capire perché respinge tutte le ragazze.

ELLA - terza persona femminile singolareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora