Buonasera, signorina

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La sera successiva, dopo il mio numero mi preparo in camerino per tornare in platea. Indosso una gonna a tubino nera a vita alta, corta e aderente che copre appena il reggicalze, sopra metto una camicia a maniche lunghe semitrasparente che abbottono fino al collo, dove termina con un morbido fiocco.
Appena arrivo in sala vedo gli occhi di ghiaccio che mi fissano per un secondo prima di seguire una delle ragazze al piano sopra.

Anche oggi non ha scelto me.

Gin mi comunica molto velocemente che un ospite mi attende nel palchetto numero 3, senza rifletterci troppo salgo. Appena apro la porta mi blocco e ho il forte desiderio di richiuderla con forza e scappare.
Oggi devo intrattenere il Viscido.
Deglutisco e cerco di farmi forza puntando allo champagne che c'è sul tavolo.
"Buonasera, signorina." Che schifo, anche il tono della voce trasuda viscidume. Come faccio a resistere un'ora qui dentro con lui? Soffoco. Sono sempre stati così piccoli questi spazi? La cosa peggiore è che Brando vede perfettamente il nostro palchetto dalla sua posizione, come se essere in compagnia di questo essere depravato non fosse già sufficientemente mortificante.
"Buonasera, credo che non ci abbiamo ancora presentati. Mi chiamo Ella." Porgo la mano per stringere la sua, raccogliendo tutta la mia buona educazione, lui la porta alla bocca e dopo aver annusato rumorosamente il mio profumo, bacia il dorso della mano lasciando una consistente dose di saliva sulla mia pelle. Che schifo!
Mi siedo di fronte a lui cercando di porre più distanza possibile tra noi. Evito di guardare fuori dal vetro, non voglio incrociare quegli occhi, non ora. Il Viscido mi osserva facendomi praticamente una radiografia, inumidendosi il labbro inferiore con la lingua per poi farla schioccare. Che classe il ragazzo.
"Gustosa Ella, credo che lei sia troppo vestita per gli standard di questo club, perché non mi rende un uomo felice spogliandosi per me?" L'ultima mia intenzione è quella di renderlo felice, ma non posso sottrarmi alle sue richieste. Cerco quindi di allungare i tempi.
"Mi spiace contraddirla, ma il mio abbigliamento rientra perfettamente nei canoni del club"
"Beh, non rientra nei miei. Ho pagato una bella somma per averti qui. Per quest'ora sei mia, quindi farai ciò che ti viene chiesto." Ruggisce queste parole e i suoi occhi sono furenti. Vorrei fuggire urlando che non sono sua, che non sono la sua schiava, ma per il momento non sta infrangendo nessuna delle regole, quindi devo fare quello per cui vengo pagata: 'far passare piacevoli momenti agli ospiti del club'.
"Non vuole parlare di qualcosa intanto?" Cerco di distrarlo, ma non funziona.
"Slacciati quei bottoni e chiudi la bocca, puttanella!" Che arrogante bastardo maleducato! Come diavolo ha fatto ad essere accettato? Merda, sono in trappola. Se mi rifiuto passerò un guaio con Gin, se lo accontento non oso pensare come potrà finire. Scelgo il male minore, se esagera posso sempre farlo accompagnare fuori dalla sicurezza con un bel calcio nel fondoschiena. Decido che la mia missione sarà questa, coglierlo in fallo per farlo cacciare. Anche se questo vuol dire che devo stare al suo lurido gioco.
Mi siedo e comincio lentamente a slacciare i bottoni della camicia partendo dall'alto, scoprendo il reggiseno a balconcino che indosso sotto. Lui grugnisce un apprezzamento.
"Oh si puttanella, brava. Adesso abbassa le coppe del reggiseno, fammi vedere quanto sei bella." Sono disgustata, mi concentro sul mio obiettivo principale. Obbedisco controvoglia cercando di non farglielo capire.
"Brava bambina. Ora alzati e muoviti un po' per me" Seguo le sue indicazioni come un automa. Cerco di non pensare a ciò che sto facendo e soprattutto per chi.
"Perfetto, così. Hai un culo bellissimo, vorrei scopartelo tutto" Rabbrividisco. "Forza fammelo vedere meglio, levati la gonna."
Faccio scivolare il tessuto sulle gambe rimanendo con la camicia aperta, il seno in vista, le coulotte e il reggicalze.
"Guarda quanto sei arrapante! Vuoi fare la santarellina, ma sei una porca peggio delle altre scommetto!" Non potrebbe starsene zitto almeno? Ho voglia di tirargli un mal rovescio che se lo ricorderebbe fin nella tomba.
"Forza levati le calze, voglio vedere quando sei maiala" Sono schifata, non so quanto resisterò ancora, ma devo farmi forza. Comincio a slacciare il reggicalze, appena inizio a togliere la calza lui mi ferma.
"Appoggia il tuo piede qui mentre lo fai" Indica con lo sguardo lo spazio di divanetto tra le sue cosce aperte. Non voglio venire così vicino a te, lurido stronzo schifoso!
Ma devo obbedire di nuovo, non mi sono mai sentita così a disagio da quando lavoro qui. Merda!
Appoggio il piede cercando di non toccarlo in nessun punto e mi chino per togliere la calza, non posso far a meno di notare la sua eccitazione attraverso i pantaloni. Cerco di avvicinarmi il meno possibile a lui con il corpo, ma lo stronzo si avvicina per annusare il mio profumo. Poi rovescia l'intero contenuto del suo bicchiere sul mio décolleté scoperto, mortificandomi definitivamente. Dove cazzo pensa di essere? In un fottuto night club di quart'ordine? Mi alzo per allontanarmi e chiamare la sicurezza, ma lui mi tira per un braccio così perdo l'equilibrio e cado addosso a lui ritrovandomi la sua faccia sul mio petto. Mi rialzo subito, non prima però che lui riesca a leccarmi. Che schifo!
"Dovrebbero servirlo sempre così lo champagne qui." Mentre pronuncia la frase si tocca l'inguine in modo sfacciato, quanto dovrò ancora sopportare?
Gin bussa alla porta e la apre prima che uno di noi possa rispondere. "Buonasera signori, mi spiace interrompere la vostra piacevole chiacchierata, ma un socio ha espressamente chiesto di Ella, immediatamente" Grazie al cielo sono salva!
"Stronzate! Ho pagato un'ora in compagnia di questa puttanella e voglio goderne fino all'ultimo centesimo."
"La prego di attenuare i toni. Il socio in questione è stato molto insistente, ha fatto sì che ne valesse la pena. Per scusarci del disturbo, mi permetta di offrire un'altra delle altre ragazze per il resto della sua ora" Lui sembra rifletterci un attimo, ma alla fine cede.
"Sarà meglio che sia meno frigida di questa stronza!" Oddio grazie! Sarò eternamente grata a chi mi ha tolto da questa situazione.
Finalmente raccolgo gli abiti bagnati che ho dovuto togliere e mi dirigo verso la porta. Mentre usciamo, il Viscido è dietro di me è mette un braccio intorno alle mie spalle ancorando la sua mano al mio seno e tirandomi verso di lui strofinando la sua erezione sul sedere.
"Non finisce qui puttanella frigida" Questa è la goccia che fa traboccare il vaso, urlo e gli tiro una gomitata nello stomaco per liberarmi dalla presa. Lui si piega per il dolore mentre Gin chiama i ragazzi della sicurezza.
"Portatelo fuori immediatamente! Non voglio più rivedere questo bastardo qui dentro!"
I ragazzi della sicurezza lo braccano, ma lui si divincola urlando oscenità verso me e Gin, attirando l'attenzione di tutti quelli che sono nei paraggi.
"Brutte puttane luride, vi sistemo io! Vi verrò a cercare e vi scoperò per bene così smetterete di essere frigide e stronze!" Mentre passa davanti a me, trascinato dai buttafuori mi sputa addosso sprezzante, ma qualcuno mi fa indietreggiare provvidenzialmente prendendomi per la vita, in modo che la sua saliva non riesca a toccarmi. Sono sotto shock. Non riesco a muovermi.
"Ella, mi permetta" Una giacca da uomo mi copre le spalle nude, io ancora non riesco a muovermi. Forse sto tremando, ma sono talmente alienata dalla situazione che non riesco a percepire il mio corpo.
"Ella, tutto bene?" Un volto entra nel mio campo visivo, mentre due mani abbottonano la giacca davanti. Riesco quindi vedere chi mi ha salvata e mi ritrovo a distanza ravvicinata con gli stessi occhi di ghiaccio che occupano la maggior parte dei miei pensieri. Non siamo mai stati così vicini. Io non mi muovo ancora, lo fisso negli occhi a bocca aperta. Mi fissa e io non so cosa dire, non riesco a parlare. Sono sopraffatta dalla situazione: il viscido che mi tratta come prostituta, Brando che mi salva ed è così vicino a me.
Poggia le mani sulle mi spalle e mi guarda dritta negli occhi.
"Ella, si sente bene?" Non riesco a parlare. Se lo facessi so che scoppierei a piangere e non voglio. Non davanti a lui. "Venga, si sieda un attimo."
Non riesco a muovermi. Vedo Sus che arriva di corsa e mi abbraccia.
"Hey bambola tutto bene? Che diavolo ti ha fatto quel bastardo?" Ancora non posso parlare, non voglio piangere adesso.
"Sus, accompagnala su. Per oggi credo che Ella possa finire qui. Mi spiace Brando, ovviamente la ragazza non è in condizioni di sostenere altri colloqui per oggi." Lui mi ha salvata, due volte stasera. Non riesco a muovermi e sto per cedere, lo sento.
"Vieni Ella, andiamo nel nostro camerino" Sus tenta di prendermi per mano e trascinarmi sopra. Resto immobile. 'Non riesco Sus, non riesco a muovermi!' Vorrei urlarle!
Sento due braccia che mi sollevano da terra.
"So che è contro le regole, ma mi permetta di accompagnarla di sopra. Mi sembra evidente che sia in stato di shock." Brando parla a Gin, adesso che sono fra le sue braccia ho la conferma che sto tremando. Sento il suo corpo contro il mio a singhiozzo.
"Apprezzo la sua generosità signor Brando, ma come ha detto è contro le regole. Ci penserà uno dei nostri ragazzi" Si guarda intorno, ma non c'è nessuno. Sono tutti ad occuparsi del viscido credo.
"Mi segua Brando" è Sus che prende in mano la situazione, Gin assiste senza dissentire ulteriormente, non ha scelta, i ragazzi della sicurezza sono tutti fuori e lei vuole che la serata torni alla normalità il prima possibile.
Sono tra le braccia che ho tanto bramato in queste ultime settimane. Non posso crederci. Ha un buon profumo e mi porta su per le scale senza sforzo. Arriviamo davanti al camerino mio e di Sus, lei lo invita ad entrare e indica il divano angolare. Lui mi posa delicatamente sopra e mi copre con la coperta che trova lì vicino.
"Bene, ho fatto il mio dovere. Ora credo di dover tornare sotto" Non riesco nemmeno a guardarlo. Vorrei che rimanesse qui, che finalmente passasse il suo tempo con me. Vorrei dirglielo in qualche modo, ma non sono ancora in grado di prendere il controllo delle mie facoltà fisiche e mentali. Per fortuna ho Sus che parla per me.
"Non vorrei abusare della sua gentilezza, ma mi piacerebbe portare una tisana a Ella. So che le farà bene, però non voglio lasciarla sola mentre la preparo di là in cucina" Non lascia il tempo a Brando di rispondere e scappa subito fuori dal camerino. Ora siamo soli. Grazie amica mia.

Lentamente cerco di calmarmi quanto basta per pronunciare qualche parola e non sprecare questo prezioso momento. Lui si siede sul divano lontano da me e mi guarda preoccupato. Devo dire qualcosa.
"Mi scusi"
"Di cosa? Del fatto che quel tipo è un arrogante bastardo maleducato?" Bastardo? Il suo sproloquio mi fa ridere. "Trova divertente essere aggredita da un rozzo?" Il tono è duro e mi fa rabbrividire. La sua reazione peggiora la mia situazione, sento il tremore tornare più insistente. Lui se ne accorge e si avvicina per racchiudere la mia mano tra le sue.
"Mi scusi, Ella, non volevo turbarla ulteriormente. Cerchi di calmarsi." Mi guarda negli occhi e io pian piano recupero un po' di stabilità.
"Non importa" La mia voce è un sussurro.
"Onestamente, come si sente Ella?" Sembra sinceramente preoccupato e l'idea che lo sia per me mi scioglie, lasciando che le lacrime che ho trattenuto finora, silenziosamente scendano sulle mie guance.
"Hey, tranquilla, se n'è andato e non tornerà più qui, glielo posso assicurare." Mi asciuga le lacrime con il dorso delle dita.
"Sto bene. Grazie" Rispondo ancora con un filo di voce.
"Non sembrerebbe"
"Sono solo un po' scossa, non era mai accaduto un episodio del genere da quando sono qui. Di solito i soci sono più rispettosi."
"Non sarebbe mai dovuto entrare. Quando ho visto come si stava atteggiando mi sono stupito che la sicurezza non sia intervenuta prima" Così mi stava spiando!
"Fino a quando è intervenuta Gin non aveva infranto nessuna regola." Dico a mezza voce per discolpare i ragazzi. Stringe le labbra e inspira in segno di disappunto, ma sa che è la verità.
"Non si dovrebbe mai mancare di rispetto ad una bella ragazza" Bella? Lui pensa che io sia bella?
"Eccomi ragazzi, tieni bambola, bevi con calma."
"Lavanda?" Il suo tono è sorpreso.
"Si, Ella adora la tisana alla lavanda" Mentre lo dice Sus mi asciuga le lacrime che continuano a scivolare sulle mie guance e mi bacia una tempia. "Come va tesoro?"
"Grazie Sus, va meglio ora. Non preoccuparti"
"Signorine, vi saluto. Temo che se mi tratterrò oltre qui, Gin farà portare fuori dalla sicurezza anche me. Ella, la lascio in ottime mani sembra. Si rimetta."
"La sua giacca..." Perché non puoi restare?
"Me la restituirà poi, non si preoccupi. Susy, si prenda cura della sua amica"
"Certo" Se ne va chiudendo la porta alle sue spalle. Entrambe restiamo a fissarla per qualche secondo.
"Olivia tutto bene? Perché non ha fatto lo stronzo con me quel bastardo? Gli avrei reso pan per focaccia!"
"Sto bene Giulia, davvero. Devo solo darmi il tempo per calmarmi. Non devi tornare giù?"
"No, Gin ha detto che abbiamo la serata libera. Vuole che ti porti a casa e che ti tenga d'occhio. Anche se credo che Mr. Occhi di ghiaccio sarebbe ben felice di prendersi cura di te al mio posto!"
Ridacchio della sua irriverenza ed è salutare.
"Quindi? Forza non tenermi sulle spine, che vi siete detti?"
"Sembrava realmente preoccupato..." Dubbiosa ripenso alle sue parole, cercando di capire se possa esser vero.
"Quello ti sogna di notte, fidati di me!" La guardo scettica.
"Forse ha detto che sono bella..."
"Forse? Certo che bella! Sei una bambola sexy tu! Forza, stasera vieni da me. Mettiti addosso qualcosa."
"Voglio farmi una doccia prima di rivestirmi." Forse riuscirò a lavarmi la sensazione di schifo provocata dal contatto con il Viscido.
"Ok, fai veloce. Ti aspetto"

Metto una tuta comoda e mi faccio scortare fuori da Giulia passando dall'uscita di servizio in modo da non dover incontrare nessuno. Siamo ormai sulla soglia quando sento la voce di Gin.
"Ella!" mi volto e la guardo venirmi incontro. "Tesoro, tutto bene? Sono molto preoccupata per quello a cui ho appena assistito. Non ti ho mai vista così, sei sempre stata così posata e forte. Ti chiedo scusa, avrei dovuto supervisionare meglio" Mi abbraccia mentre mi parla. Si, questa è decisamente la cosa più simile ad una famiglia che ho.
"Gin, non ti preoccupare, davvero. Mi spiace di aver reagito così, non succederà più"
"Certo che non succederà più, finchè starò qui non si ripresenterà l'occasione! Dimmi come stai. Non mentirmi, smettila di recitare il ruolo dell'emotivamente frigida, siamo tra di noi ora"
"Mi riprenderò Gin, domani sarà come se non fosse successo nulla"
"Senti, vorrei che ti prendessi una pausa." Pausa? No. Non se ne parla, io devo venire qui, io devo vederlo. Cosa dovrei fare se non posso venire qui?
"Non è necessario, davvero. Sto bene, starò bene." Sento l'urgenza nella mia voce.
"No, non voglio sentire ragioni. Lavori ininterrottamente da troppo tempo, devi prenderti una pausa. Non è un consiglio, è un ordine." Non ho scelta, quando Gin s'impunta non lascia spiragli di manovra.
"Ok, allora ci vediamo dopodomani"
"No Ella. Ci vediamo almeno tra una settimana, vai alle terme, vai in vacanza, vai dove vuoi. Ma vai via da Milano per qualche giorno. Stacca la spina." Dove dovrei andare? Io non ho nessuno.
"Gin...per favore. Io ho solo voi, ho solo il club." Lei mi guarda, vede la disperazione nei miei occhi.
"Ok, portati anche Susy! Adesso però sparite prima che mi renda conto che mi sono auto condannata ad una settimana senza ragazze senior e revochi la mia decisione!" Susy salta dalla gioia e abbraccia me e Gin.
"Wow! Grazie Gin non te ne pentirai, mi prenderò cura di queste chiappette d'oro e te le riporterò come nuove!"
"Fuori di qui!" Gin ride esasperata dalla solita esuberanza della mia amica.

Ok, una settimana di vacanza. Senza Brando. Con Giulia. Ce la posso fare.

ELLA - terza persona femminile singolareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora