Sono le nove di mattina, finalmente l'orologio segna un orario che può essere considerato consono per andare a bussare alla porta di qualcuno.
Ho passato la notte imponendomi di non aprire la porta che mi separava da lui e dormendo a singhiozzo, sperando ogni volta che riaprivo gli occhi che fosse già mattina.
Adesso sono fuori dalla porta della sua suite che cerco di racimolare un po' di coraggio per bussare. Non abbiamo fatto piani ieri sera, quindi mi sembra accettabile che venga a bussare, solo per sapere come ci organizzeremo per questa giornata.
Sono nervosa. Sono terribilmente nervosa. Non esco con un ragazzo da tempo, con uno che mi piace molto di più. Cosa ci si aspetta in un appuntamento del genere. Possiamo considerarlo un appuntamento? Giulia dice di sì. L'ho chiamata prima, dopo aver subito le sue maledizioni per l'orario, ha detto di fare come ho fatto finora e prendere le cose come vengono senza aver timore di osare un po'. Mi costa fatica uscire dal guscio che mi sono creata, ma tutto sommato per adesso ha sempre funzionato, quindi proseguiamo con questa strategia.Ok. Busso. Prima un ultimo respiro. Scrollo via il nervoso e busso.
Aspetto qualche secondo prima di veder la porta aprirsi. Decisamente non ero pronta a quello che mi si palesa davanti.
Due bellissime gambe femminili escono da una camicia bianca da uomo. La sua camicia di ieri sera sembrerebbe. Dal colletto decisamente troppo sbottonato esce una testa che in un secondo distrugge tutte le mie speranze. Gigì.
Mi guarda con la fronte aggrottata e poi indicandomi con dito esclama "Olivia!" come se si fosse appena ricordata il mio nome. Siamo state sedute allo stesso tavolo tutto ieri sera e non ricordi il mio nome? Devo andarmene, sono una stupida e sono anche bloccata qui fino a domani.
"Scusa, non volevo disturbare" Mi giro e raggiungo l'ascensore a passo ben spedito. Per fortuna deve essere fermo ad un piano vicino perchè arriva subito. Mi fiondo dentro ancora confusa, ho bisogno un po' di aria fresca, mi aiuterà a riordinare le idee. Si stanno per chiudere le porte quando sento una voce maschile che chiama il mio nome.Arrivo al piano terra e quando si aprono le porte non faccio in tempo ad uscire dall'ascensore che vengo spinta nuovamente dentro da Brando che schiaccia subito il bottone per tornare al suo piano prima di appoggiarsi alla parete per recuperare fiato.
Lo guardo arrabbiata, con le mani incrociate sul petto determinata a non fargliela passare liscia.
"Si può sapere perchè te ne sei andata?" Me lo chiede pure? Vuole umiliarmi fino in fondo e farmi ammettere quello che ho visto.
"Mi pareva che tu fossi impegnato" Il tono è tagliente e lui lo nota con stupore. Di cosa ti stupisci tanto? Che non stia al tuo perverso gioco? Prima dai un bacio casto a me per poi dar sfogo ai tuoi desideri passionali con lei?
"Olivia cosa stai dicendo?" Cosa sto dicendo? COSA STO DICENDO? Cosa stai FACENDO TU piuttosto!
"Ho gli occhi che funzionano Brando, ho visto Gigì con indosso solo la tua camicia di ieri sera" Mi guarda come se fossi un'aliena.
"Sei gelosa di Gigì?" Se sono gelosa di lei? Ovvio che lo sia, è come un fungo tenace che salta fuori sempre e non si riesce a debellare!
"No!" Ride. Io sono incazzata perchè si prende gioco di me, facendomi credere chissà cosa mentre lui ha una specie di relazione con un'altra. E lui RIDE!
"Lo trovi divertente?"
"Il fatto che tu sia gelosa di Gigì? Tremendamente divertente"
"A che gioco stai giocando? Se credi che il fatto che tu abbia pagato per avermi qui ti dia l'autorizzazione per prenderti gioco di me e mettermi in imbarazzo ti sbagli di grosso. Anche se compri il mio tempo io merito rispetto come chiunque altro!" Le mie parole hanno l'effetto di una doccia fredda su di lui perchè cambia subito espressione.
"Olivia, certo che ti rispetto. Cosa stai dicendo?"
"Sto dicendo che sono venuta a bussare alla tua porta e mi ha aperto una ragazza mezza nuda che presumibilmente ha passato la notte nella tua suite. Indossava la tua camicia di ieri sera, credi davvero che non riesca a fare due più due?"
"Ha messo la mia camicia perchè Gigì ha il maledetto vizio di dormire solo con la biancheria intima. L'avevo lasciata all'ingresso della suite, quando hai bussato sarà stata la prima cosa che ha trovato e l'ha infilata senza pensarci"
"Questo secondo te dovrebbe migliorare la situazione?" Ride nuovo anche se meno sfacciatamente.
"Olivia" Mi guarda sorridendo con tenerezza "Gigì è mia sorella! Dorme sempre nella mia suite o in una delle camere annesse quando è qui." Sua. Sorella? Adesso vorrei sprofondare nel vano dell'ascensore e non farmi vedere per i prossimi mille anni.
"Vorrei vedere un documento" Cerco di portare avanti la mia battaglia, ma ovviamente non sono più credibile. Ride nuovamente divertito, ma io non riesco ancora ad unirmi a lui dalla vergogna che provo. "Scusa, ho esagerato. Anche se non fosse stata tua sorella non avevo nessun diritto di farti una scenata" Mi appoggio nell'angolo dell'ascensore fissando il pavimento, mortificata per la pessima figura che ho appena fatto.
"Io l'ho trovato divertente invece" Lo guardo di traverso. "È bello che tu sia gelosa di me" Che vergogna! Non riesco a guardarlo, non voglio che mi veda così imbarazzata.
"Guardami Olivia" Non ci sperare proprio. Scuoto la testa tenendo gli occhi bassi. Lui afferra il mio mento con l'indice e il pollice, costringendomi a guardarlo negli occhi. Mi guarda sorridente in modo così intenso che non posso vietarmi di sorridere in risposta alla sua espressione "Non ti vergognare, sei carina quando sei gelosa sai?" Stringo gli occhi per intimidirlo, ma ottengo la reazione opposta e lui si mette a ridere piano. "Allora, adesso vuoi dirmi perchè hai bussato alla mia porta poco fa?"
"Volevo invitarti a fare colazione da qualche parte" Guardo di lato ancora imbarazzata. "Ma se hai già programmi con tua sorella non importa, devo comunque andare a fare shopping per il finto evento di stasera"
"Hai avuto un'ottima idea, senza contare che non voglio sprecare neanche un secondo di questa giornata insieme a te. Se mi dai il tempo di infilarmi le scarpe senza scappare da nessuna parte, ti accompagno in un posto che spero ti piacerà" Abbasso lo sguardo sui suoi piedi e noto che è a piedi nudi. Lo guardo di nuovo cercando di trattenere le risate. "Meglio che tu non rida troppo, per colpa tua ho dovuto correre sulle scale a piedi nudi per dieci piani. Troverò il modo di fartela pagare prima o poi" Fingo stupore e timore per assecondarlo, credo che la questione Gigì possa considerarsi chiusa.
Arriviamo di nuovo alla sua suite, ci mette un po' a convincermi ad entrare, non voglio affrontare Gigì dopo la figuraccia che ho appena fatto. Alla fine però cedo quando interpreta il cucciolo ferito facendo un broncio da manuale.
Entro e resto all'ingresso imbarazzatissima mentre lui si dirige verso la stanza per prepararsi. Per fortuna sembra che anche Gigì sia sparita. Mi guardo intorno vedendo per la prima volta questi spazi alla luce del sole. Non sembra la camera di un hotel, ma una casa vera e propria. I soprammobili non sono puramente decorativi, si vede che hanno una storia. Sto osservando alcune foto su una mensola e vedo che Gigì compare spesso insieme a Brando a diverse età partendo dall'infanzia.
"Ciao! Scusa per prima, non volevo darti un'impressione sbagliata" È tornata, vestita di tutto punto con un abito blu e scarpe col tacco abbinate. Cavoli è davvero bella! Meno male che è sua sorella, altrimenti non so come avrei potuto competere.
"Scusami tu, mi sono comportata in modo pessimo" Credo di essere rossa come un peperone, mi vergogno come una ladra. Non è il modo migliore per conoscere la famiglia di qualcuno.
"Non ti preoccupare. Credo che avrei reagito nello stesso modo. È colpa di quel furbo di mio fratello che non ha messo in chiaro le cose fin da subito. Direi di ricominciare, che dici?"
"Mi sembra perfetto, grazie"
"Bene, Giorgia Geneviève Lefèvre, per gli amici Gigì" Tende la mano e la stringo volentieri a questa seconda presentazione, ora che è chiaro che non è un pericolo per me.
"Olivia Orsini" Ci sorridiamo e spero che questo gesto cancelli il mio comportamento di prima.
Per fortuna arriva Brando a togliermi dall'imbarazzo di dover trovare qualcosa da dire.
"Gigì, stai cercando di farla scappare di nuovo? Non ti basta il disastro che hai combinato prima?" Vorrei sprofondare per l'imbarazzo, ma non possiamo far finta che non sia mai accaduto nulla e basta?
"Guarda che è tutta colpa tua! Se l'altra sera alla cena di beneficenza avessi chiarito che sei il mio antipatico fratello lei non mi avrebbe odiata per tutto questo tempo credendo che ce la spassiamo! Che schifo, non farmici nemmeno pensare!"
"Hey, porta un po' di rispetto per tuo fratello maggiore!"
È piuttosto imbarazzante vederli battibeccare, mi sento ancora una volta di troppo in loro presenza anche se ora so che sono fratelli. La loro intimità mi mette a disagio, sono in perfetta sintonia ed escludono chiunque gli stia attorno anche senza volerlo.
"Vai fuori dalle scatole e porta questa ragazza con te prima di combinar altri danni! Sciò!"
Lui alza gli occhi al cielo e inspira.
"Gigì, mi stai mettendo in imbarazzo. Vieni Olivia, andiamocene prima che mia sorella coi suoi modi ti faccia scappare definitivamente!" Lei risponde con una linguaccia e lui scuote la testa divertito.
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ELLA - terza persona femminile singolare
ChickLitElla è una ragazza nel pieno del suoi vent'anni, che crede di non avere nulla da perdere e ancora meno da guadagnare. Si esibisce in un club per soli uomini nel cuore di Milano, un club segreto e molto esclusivo destinato solo a uomini facoltosi che...