"Vieni andiamo in camera allora" Brando si alza mettendomi in piedi, ma senza lasciare l'abbraccio.
"Vorrei andare prima a prepararmi di là..." Mi guarda pensieroso per un momento, incerto sul volermi lasciare. Forse teme che una volta nell'altra stanza non tornerò più qui.
"Puoi portare le tue cose di qui se vuoi" Posso?
"Va bene" Posso.
Esco dal bagno con la mia camicia da notte al ginocchio bianca. Lo guardo ed è bellissimo con il suo pigiama. È uguale a quello della scorsa volta, ma è grigio invece che blu. Si può essere così belli con addosso il pigiama? Evidentemente lui può.
Mi fissa prendendo un grande respiro, poi scuote la testa divertito. Cosa c'è? Sono così divertente? Ho dimenticato un pezzo? Mi controllo in preda all'agitazione del pensiero di aver fatto l'ennesima figuraccia. No, mi sembra tutto a posto.
"Ti faccio ridere?" Lo chiedo intimorita.
"No, per niente. Stavo pensando che sarà difficile resisterti tutta la notte. Sei stupenda" Mordo le labbra per mascherare il sorriso che mi spunta.
"Se vuoi vado nell'altra stanza. Non è un problema per me se hai cambiato idea" Si avvicina a me e prende il mio volto tra le mani appoggiando la sua fronte alla mia.
"Non pensarci nemmeno. Voglio vedere che effetto fa aprire gli occhi e scoprire che il sogno non è ancora finito." Oddio. Come si fa a resistere a tanta dolcezza? Non si fa. Ecco come! Lo stringo forte tra le mie braccia e lui risponde all'abbraccio con un bacio sulle labbra veloce ma intenso.
Fa il giro del letto e ci troviamo faccia a faccia, nessuno dei due sa bene come comportarsi. Scosta le coperte e si infila sotto, spostandole poi anche dalla mia parte per invitarmi a far lo stesso.
Mi sdraio accanto a lui, le nostre teste sono appoggiate sul cuscino e ci guardiamo negli occhi senza dire niente.
"Ti senti meglio?"
"Si, grazie"
"Vuoi parlarne?" Ma sei matto? Non hai capito proprio niente, non capisco perchè insisti tanto.
"No" È quasi un mimo con le labbra perchè il suono che esce è flebilissimo.
"Olivia... vorrei conoscerti meglio, imparare a capirti"
"Non possiamo cominciare dal mio colore preferito?" Ridacchia, meno male.
"Qual è il tuo colore preferito?"
"Lavanda, il tuo?"
"Non lo so. Forse il verde. È interessante che ora tu sia nel letto con me, che conosca il tuo colore preferito, ma non il tuo nome completo" Rido perchè è vero.
"Hai ragione. Siamo entrambi a letto con degli sconosciuti! Piacere, Olivia Orsini"
"Brando Matthieu Lefèvre, piacere mio"
"Non hai i nomi coordinati come Gigì!" Siamo sicuri che siano fratelli?
"No, ringrazio i miei genitori ogni giorni per questo" Lo dice onestamente sollevato.
"Perchè? È carino invece! Io sono sempre stata presa in giro per il mio nome"
"Davvero? Come mai?"
"Mi chiamavano Oliva o Olive Oyl, sai quella di Braccio di Ferro? Non lo trovavo molto divertente"
"Dai c'è di peggio. Adesso ti prendono ancora in giro?"
"Adesso la maggior parte della gente che conosco mi chiama Ella" Mentre lo dico mi rendo conto di quanto sia deprimente la cosa.
"Non hai una grande vita sociale, eh?"
"No, sono piuttosto noiosa. Non salto da un evento all'altro come te"
"Credimi, lo eviterei volentieri il più delle volte. Sono quasi tutti impegni di lavoro noiosi, non farti incantare dal luccichio dei candelabri"
"Sono noiosi perchè sei circondato da persone noiose"
"Già, meno male che di recente ho trovato un ottimo servizio express che mi spedisce la giusta compagnia all'occorrenza!"
"Grazie per avermi appena paragonato ad un pacco" Rispondo a tono al suo sarcasmo.
"Un pacco carino dai!" Ridiamo insieme, guardandoci negli occhi.
Quando la risata si esaurisce restiamo a guardarci negli occhi, tornando nel silenzio iniziale. Questa volta però l'imbarazzo è in gran parte sparito, ora si percepisce un clima più rilassato e complice.
"Vieni qui" Mi fa spazio fra le sue braccia. Io lo guardo indecisa, mi piacerebbe crogiolarmi un po' nel suo abbraccio, ma non vorrei dare un'impressione sbagliata. "Voglio solo stringerti, non farò nulla che tu non desideri" Mi convince, sembra sincero, elimino la distanza che ci separa e appoggio la testa sul suo petto mentre lui mi abbraccia. Mi sento molto impacciata, è la prima volta che stringo un uomo così.
"Scusami" Scosta i capelli dal mio volto.
"Per cosa questa volta?" Questa volta? Mi scuso così spesso? Penserà che sono patetica.
"Per prima e perchè sono parecchio imbranata in queste cose"
"Per prima sono io che mi devo scusare. Il fatto che tu sia così poco esperta invece è molto tenero" Tenero? Tenero tipo cosa? Un coniglietto di peluches?
"Se lo dici tu..." Fa un piccolo scatto con la testa e mi guarda come se avesse appena capito qualcosa.
"Olivia... tu... voglio dire... Hai detto che è da tanto che non hai un ragazzo. Mi chiedevo, se fosse possibile che tu non... un approccio con... mi spiego meglio... Pensavo, dato che mi sembra di capire che tu non abbia avuto delle relazioni di lunga durata, forse tu... Non... Insomma, hai mai fatto l'amore con qualcuno?" Ecco. Adesso? Cosa faccio? Gli dico la verità? Se lo facessi lui non mi guarderebbe più nello stesso modo, mi allontanerebbe da sè. Come potrebbe accettarmi? Io non sarò mai abbastanza per lui, non lo sono senza che lui sappia questa cosa, figuriamoci se glielo dicessi. Forse allora tutto questo illudersi è inutile. Tanto vale chiudere questa cosa finchè ancora rischiamo una scottatura minore.
"No" Sento che si irrigidisce sotto di me.
"Olivia, tu sei... vergine?" È stupefatto. Preparati allo sconvolgimento se questo ti stupisce.
"No" Stringo gli occhi, vorrei diventare invisibile. Conto i secondi che mi separano dalla doccia ghiacciata che sta per arrivare, cercando di immagazzinare il più possibile il suo odore, la sensazione del suo tocco sulla mia pelle e il senso di benessere che mi infonde il suo abbraccio.
Lui resta immobile per un paio di secondi, poi capisce. Lo sento per come il suo corpo riflette il suo allarmismo. Bene, è finita. Faccio per alzarmi dal suo petto per andarmene, ma lui mi stringe ancora più forte sussurrando il mio nome e baciandomi sulla testa.
"Olivia... Chi è stato? Quanto tempo fa?" Perchè devi indagare? Perchè vuoi sapere tutto. È già tremendamente imbarazzante così, dobbiamo per forza scendere nei dettagli?
Sospiro rumorosamente. Non voglio continuare questo discorso.
"Scusami. Sono stato invadente. Non rispondere." Mi tiene salda nel suo abbraccio mentre appoggia la sua guancia sulla mia testa.
"Si sono ribaltati i ruoli allora. All'inizio l'invadente ero io" La mia battuta scioglie la tensione da entrambi. Brando si scosta per potermi vedere in volto e mi sforzo di sorridere per rassicurarlo. Ricambia il mio sorriso e mi bacia di nuovo, sulla guancia. "Brando, so che questo cambia tutto. Capirei se volessi allontanarmi, se non mi cercassi più" Il mio cuore si frantuma sotto il peso delle conseguenze che avranno queste parole. Non riesco a guardarlo, non voglio collegare il ricordo della nostra separazione con il suo bellissimo viso.
Lui appoggia la sua mano sulla mia guancia, accarezzandomi dolcemente.
"Olivia, non oso immaginare la ferita che può averti lasciato un'esperienza del genere. Non credo che tu debba colpevolizzarti per questo però, tantomeno devi far sì che condizioni la tua vita. Non l'hai scelto tu, non l'hai cercato. Ti è semplicemente capitato. Questo non fa di te una persona peggiore, il contrario semmai"
"Il contrario?" Ma che diamine sta dicendo? Forse non ha capito.
"Sei una ragazza caparbia e frizzante, non dipendi da nessuno, sei divertente e dolce al contempo. È quasi difficile credere che qualcosa abbia turbato la tua vita, se non avessi visto coi miei occhi le reazioni che hai avuto probabilmente non ci crederei."
"Mi stai prendendo in giro?"
"Perchè dovrei?" Perchè no?
"Non lo so"
"Non pensare di meritare sempre il lato negativo delle persone, rimarresti sorpresa di vedere quanta gente siano rimaste colpite da te" Lo guardo con uno sguardo dubbioso "Davvero, dovresti fidarti di qualcuno ogni tanto" Dovrei fidarmi di lui? Non ho già scelto di farlo in fondo? Non lo so, non è facile credere che le sue parole siano vere.
Mi sporgo verso di lui, per dargli un piccolo bacio di ringraziamento per le parole che ha detto. Ci guardiamo negli occhi e restiamo abbracciati stringendoci forte. Non parliamo più, assorbiamo l'energia dei nostri corpi senza staccarci. Pian piano ci rilassiamo e ci addormentiamo senza spostarci di un millimetro.Sento una mano che mi aggiusta i capelli dietro l'orecchio, ancora in dormiveglia apro gli occhi di scatto per capire cosa stia succedendo. Lo vedo che mi sorride e devo richiudere gli occhi per essere sicura di quel che ho visto. Li riapro e lui è ancora lì.
È successo davvero, ho dormito abbracciata ad un uomo per la prima volta in vita mia e questo uomo è meraviglioso. È stato così dolce ieri sera, sembra aver accettato pienamente quello che ha intuito del mio passato. Ha speso parole dolcissime per me e ha avuto una pazienza che non pensavo avrei mai trovato in un ragazzo. Potrebbe davvero continuare questa storia? Potrei avere una relazione normale con lui? Se non ci fosse il club con le sue regole, forse.
"Buongiorno" La sua voce arrochita dal sonno è una delizia.
"Buongiorno, che ore sono?"
"Sono solo le 8.30, abbiamo ancora un po' di tempo prima di andare in aeroporto. Ti va la colazione?"
"Un cappuccino ci vorrebbe proprio. Vado a prepararmi?" Scuote la testa sorridendo e allunga una mano verso il telefono sul suo comodino. Ordina la colazione in camera, che arriva poco dopo. Due camerieri entrano nella stanza, depositando due grandi vassoi sul letto per poi andarsene silenziosamente.
"Tu mi vizi, potevamo scendere"
"Volevo averti solo per me ancora per un po' "
"Basta dire cose carine sul mio conto! Mi metti in imbarazzo!"
"Sto solo cercando di farti recuperare tutte le cose carine che non ti sono state dette in questi anni. E poi metterti in imbarazzo mi diverte tantissimo" Lo guardo inorridita, fammi capire: ti piace mettermi in difficoltà?
"Non prenderla male, è che quando sei in imbarazzo sono davvero sicuro di avere di fronte Olivia e non Ella"
"Non ti bastava la mia parola?"
"Non si sa mai" Mi fa l'occhiolino e comincia a bere il suo caffè americano. Capisco che ha deciso di chiudere il discorso e mi concentro sul vassoio pieno di leccornie che mi si presenta davanti.Arriviamo in aeroporto e dobbiamo salutarci. Ci teniamo per mano e guardiamo il riflesso delle nostre espressioni amare nel volto dell'altro. Faccio il primo gesto per rompere le distanze, appoggio la testa sul suo petto e gli cingo la vita con la mano libera. Lo sento sospirare sotto la mia guancia, libera la mano intrecciata alla mia per stringermi. Si scosta un po' per baciarmi e non è necessario dire nulla. Restiamo così, con le fronti appoggiate tra loro, per qualche minuto.
"Devo andare"
"Lo so"
"Devi liberarmi per farmi prendere l'aereo"
"Lo so" Non si muove di un millimetro.
"Non voglio farmi sgridare dalla hostess anche questa volta"
"Lo so" Aumenta l'intensità della presa.
"Hai perso la tua abilità cognitiva?"
"Non lo so" Sorride a pochi centimetri dalla mia bocca. Lo bacio velocemente per sciogliermi subito dopo controvoglia dall'abbraccio recuperando la mia borsa da viaggio dalla sua mano.
"Devo andare per davvero"
"Grazie per questi giorni, grazie per essere Olivia"
"Grazie a te. Dopo aver scoperto che Gigì è tua sorella e cercando di dimenticare la pessima figura, direi che questo tempo passato a Londra è stato perfetto"
"Peccato che adesso non ti vedrò più tirar fuori gli artigli! Mi piaceva saperti gelosa di me"
"Non istigarmi, non credo saresti felice se tirassi fuori gli artigli per davvero"
"È una promessa?"
"È una minaccia!"
"Ricordati la promessa che mi hai fatto invece. Vale di nuovo dal momento in cui ti stacchi da me"
"Cosa vuoi che mi succeda? Sai che sono tutta casa e lavoro. La cosa più tremenda che mi capiterà sarà il terzo grado di Susy, che mi spremerà come un limone per sapere ogni singolo dettaglio di questi giorni" Ride, assecondando il mio timore. "Vado, altrimenti mi chiamano anche questa volta" Sbuffa.
"Ok. Ho un regalo per te." Che? Un regalo? Oltre tutti i bei momenti e le belle sensazioni che mi ha regalato?
"Un regalo? Non posso accettarlo"
"Non è negoziabile. Lo prendi e lo apri sull'aereo"
"Brando... mi fai sentire così in colpa" Ha pagato un piccolo sproposito per il capriccio di farmi stare qui un giorno più, senza contare la stanza inutilizzata al piano sotto la sua suite. Non mi va che mi faccia sentire ancora più in difetto nei suoi confronti. Io per lui non ho fatto nulla.
"Basta sentirti sempre in colpa, in difetto o non all'altezza. Abituati a farti trattare come si deve. Poi questo è un regalo anche per me" Lo dice senza ombra di rimprovero, con dolcezza, e mi porge una scatolina che sta sul palmo della mano. Che cos'è?
"Grazie, anche se non avresti dovuto e mi fai sentire enormemente in difetto e in imbarazzo"
"Vai adesso, altrimenti la hostess ti sgrida e ti arrabbi con me"
"Sono già arrabbiata con te" Lo dico, ma il tono non riflette le parole, come non lo fa il mio viso sorridente.
Ci scambiamo un ultimo bacio straziante e con fatica mi dirigo verso i metal detector.Sono sull'aereo, seduta. Ormai l'aereo è in quota e finalmente posso aprire il tavolino per appoggiare sopra la scatolina e verificarne il contenuto. Essendo arrivata a bordo all'ultimo momento, appena mi sono seduta l'aereo ha cominciato a muoversi, non dandomi il tempo di soddisfare a mia curiosità.
È un pacchettino piuttosto piatto, grande poco più di una scatola di fiammiferi. Sciolgo il nastro che tiene chiuso il coperchio e con le mani leggermente tremanti apro la scatola.
Tutto mi sarei aspettata, tranne quello che vedo.
Il pacchettino contiene una semplice chiave con attaccato un fiocco da cui pende un cartoncino che riporta un'indirizzo.
STAI LEGGENDO
ELLA - terza persona femminile singolare
ChickLitElla è una ragazza nel pieno del suoi vent'anni, che crede di non avere nulla da perdere e ancora meno da guadagnare. Si esibisce in un club per soli uomini nel cuore di Milano, un club segreto e molto esclusivo destinato solo a uomini facoltosi che...