Normalità

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"Va bene. Il prossimo passo quale sarà allora?" Si nota il suo dispiacere, causato dal mio rifiuto di trasferirmi nel suo appartamento vuoto, ma credo abbia capito che ho bisogno di procedere per gradi. Forse si renderà conto che dopotutto questa è la scelta migliore per entrambi.
"Non saprei. Credo che dovrei chiamare Susy quanto prima o si preoccuperà. Per il resto accetto suggerimenti"
"Devi andare al club stasera?" Sospiro fissando un punto indefinito. Cosa dovrei fare? Forse potrei prendermi qualche giorno, il ricordo dell'aggressione brucia sulla pelle e la copre di brividi. Stare con Brando mi ha piacevolmente allontanato dalla triste realtà. Riuscirei a mantenere il mio solito tono distaccato da tutto se tornassi nel luogo dove per ben due volte sono stata aggredita dalla stessa persona? Probabilmente sarebbe una scelta migliore concedermi un po' di tempo per metabolizzare l'accaduto. Se stessi a casa però cosa potrei fare tutto il giorno da sola? Ho solo Giulia e ora Brando tra gli affetti, non ho coltivato altri rapporti da quando sono qui a Milano. Sono confusa, nessuna delle due opzioni mi farebbe stare meglio. Club e paura o casa e solitudine?
Il mio sguardo vitreo si incolla alle iridi del bellissimo uomo che ho accanto, cercando di trovare una risposta nei suoi occhi che rimandando apprensione e dolcezza.
"Telefona a Susy, lei ti saprà consigliare." Mi accarezza il viso con delicatezza, sorridendomi. Questi piccoli gesti, mi colgono sempre di sorpresa. Non sono abituata a ricevere manifestazioni d'affetto, ma sapere che lui si preoccupa per me riesce subito a risollevarmi l'animo.
"Ok, posso avere un po' di privacy?" Se devo rispondere alle domande indiscrete che sicuramente arriveranno dalle labbra di Giulia, voglio essere da sola. Non potrei mai rispondere sapendo che lui è in ascolto.
"Andiamo nel mio appartamento, ti va?" È una domanda trabocchetto? Sta di nuovo cercando di convincermi a trasferirmi nel suo palazzo? "Non guardarmi male cherie, prometto che non ti chiederò di nuovo di trasferirti. Devo controllare alcune mail di lavoro, mentre lo faccio puoi sentire la tua amica. Se preferisci però ti porto a casa tua" perde convinzione sulle ultime parole, non sembra sia quello che vuole. Mi osserva, gli occhi supplicano un sì che non ho intenzione di negargli.
"Ok per il tuo appartamento" sussurro timida. Non voglio separarmi da lui, mi tiene lontano dai brutti pensieri, come aveva promesso prima di addormentarci insieme la prima volta a Londra. Inoltre sono curiosa di vedere la tana del lupo.

Torniamo alla prima tappa della mattinata, ma questa volta l'ascensore punta direttamente l'attico, concedendomi un sospiro di sollievo.
"Fa come se fossi a casa tua." Entriamo nel suo loft e quello che si palesa davanti ai miei occhi mi lascia senza parole. L'arredamento è moderno e minimal ma per niente freddo, i toni chiari e neutri illuminano l'ambiente creando un'atmosfera rilassante. "La cucina è di là, serviti pure quello che vuoi. Io vado nel mio ufficio, se hai bisogno chiedi pure". Annuisco e lui mi lascia un bacio a fior di labbra prima di sparire dalla mia vista.

Prendo il telefono dalla borsa e come immaginavo ho diverse chiamate di Sus e qualche suo messaggio: i primi preoccupati per il mio umore dopo l'accaduto e curiosi di conoscere i dettagli della notte con Brando, gli ultimi allarmati per la mia mancata risposta e minacciosi di chiamare le autorità competenti. Quanto melodramma in quelle dita frenetiche!
"Olivia! Ommioddio meno male che hai chiamato, stavo per venire a sfondare la porta di casa tua!" Risponde al primo squillo.
"L'avresti trovata vuota" sorrido sotto i baffi che non ho, pensando a tutte le novità che devo raccontare.
"Oh santo cielo, non sarai mica all'ospedale?" La regina del dramma, la mia amica è la regina indiscussa del dramma.
"Grazie per la considerazione. Spegni l'ansia, sto bene. Sono a casa di Brando" sospiro guardandomi intorno, perché non ci credo nemmeno io di esser qui e che sia vero.
"Dove?" Chiede scettica.
"Hai capito benissimo, oggi é stata una giornata di scoperte" racconto tutto a Giulia. Dell'assistente tette stratosferiche, di nonna Tea, della questione degli alleati per venerdì, della proposta di trasloco, dell'ufficializzazione del nostro rapporto, del passato di Brando e tutti i retroscena. Giusto un paio di novità stipate in neanche mezza giornata.
"Direi che come prima cosa dobbiamo disfarci di quelle tette che camminano, non credo sia legale avere un'assistente donna per un ragazzo carino come Brando. Sei sicura che non ci sia stato mai nulla tra i due?"
"No ho chiesto e ho già suggerito un cambio assistente, ma sembra che lei sia magnifica professionalmente. A mio parere presta un po' troppa attenzione al sedere del mio uomo per poter essere considerata professionale, ma non posso fare i capricci le prime 24 ore di relazione. A proposito, dopo quanto si possono fare senza sembrare inopportuna?"
"Nel mio caso sin da subito. Tu che sei una persona per bene non saprei, una settimana? Un mese?"
"E io che facevo affidamento su di te per conoscere tutti i segreti dei rapporti uomo-donna. Sono fregata"
"Puoi sempre chiedere a nonna Tea!"
"Giusto! Credo che verrai spodestata dal ruolo di migliore amica in favore di un'arzilla ottantenne"
"Hey, hey! Andiamoci piano adesso! Si buttano così anni di camerino condiviso?"
"A proposito di camerino..." Prendo un grande respiro, cercando le parole per raccontare i miei dubbi.
"Oliv, prenditi una pausa. Ho già parlato con Gin, entrambe conveniamo che sia meglio che tu sia certa di star bene prima di rientrare al Club."
"Ma cosa faccio a casa da sola?"
"Primo non sei sola e non sei nemmeno a casa tua al momento. Quindi non credo sarà un grosso problema per Brando tenerti compagnia. Quello che vogliamo è che tu pensi un po' a te stessa e al tuo benessere. Hai lavorato per anni senza prenderti quasi mai pause, hai tutto il diritto di staccare la spina per il tempo che vorrai. Non ti preoccupare, ci penserò io a tener testa alle pivelline anche per te!"
"Credi sia la cosa giusta da fare?"
"Io dico di si, Gin dice di si. Ora devi solo capire cosa vuoi tu."
"Forse oggi non voglio venire al Club"
"Va bene Oliv, stai a casa. Scegli giorno per giorno se ti fa stare meglio, non devi per forza decidere tutto adesso."
"Ok. Ma noi ci vedremo lo stesso, vero?"
"Certo bambola, non penserai che ti abbandoni. Hai già controllato se in casa Brando ha un po' di quelle favolose fragole che mi piacciono tanto? Le ruberesti per me?"
"No, non ho ancora trovato la cucina"
"Cosa aspetti?! Forza!" Scoppiai a ridere travolta dalla solita esuberanza di Giulia. "Quindi diventerai anche tu una ragazza dei quartieri alti?"
"Non credo. Non ora almeno. Se devo convincere i suoi genitori che non sono interessata al conto in banca di Brando, ma al suo cuore non mi sembra la mossa adatta."
"Giusto. Venerdì li conoscerai."
"Già." Affogo il volto nella mano libera respirando rumorosamente.
"Non ti preoccupare, Brando sarà al tuo fianco. La sorella e la nonna già ti adorano, vedrai che conquisterai anche i genitori."
"Non penso sarà così semplice, però ormai ho promesso che sarei andata e non voglio deluderlo"
"Brava bambina! Così ti voglio! Adesso vado al Club, Gin ha indetto una riunione straordinaria con tutte noi. Ricorda che se dovesse chiamarti ho passato la notte a casa tua fino a poco fa."
"Certo. Grazie Giuly."
"E di cosa? Rilassati e goditi le scoperte causate dall'avere un ragazzo al tuo fianco, ricorda che lui vuole il tuo bene e non è colpevole di ciò che hai dovuto subire in passato. Cerca di fidarti di lui, se lo merita."
"Ci proverò. Mi chiami quando esci dal Club?"
"Certo bambola! A dopo."
"A dopo"
La telefonata con Giulia aveva placato le mie incertezze in merito al Club e su cosa avrei dovuto fare nell'immediato futuro. Il consiglio di scegliere giorno per giorno mi sembrava accettabile, quindi l'avrei seguito senza fare troppi programmi. Quando avrei sentito la mancanza del Club sarei tornata senza troppe cerimonie, ma ora volevo godermi qualche giorno con il mio nuovo ragazzo.

Andai a cercarlo nel suo ufficio, trovandolo in fondo al corridoio in una stanza luminosa e tranquilla che si affaccia sul lungo terrazzo che percorre tutto un lato dell'appartamento. Eccolo in versione uomo d'affari, concentrato sul monitor del computer portatile mentre legge chissà cosa. Mi fermo sulla porta ad osservarlo mentre le espressioni del viso mutano in base a quello che incontra leggendo, sgrana gli occhi, scuote lievemente la testa e arriccia strette le labbra mentre digita con convinzione e leggiadria la sua risposta. Una lieve risata mi tradisce, annunciando la mia presenza.
Si risveglia dall'incanto concentrato e alza la testa nella mia direzione sorridendo quando i nostri sguardi s'incontrano.
"Tutto ok cherie?" Annuisco sorridendo mentre entro e mi accomodo sulla poltrona posizionata in un angolo lontano dalla sua scrivania. "Hai parlato con Sus? Sono nei guai?"
"Giulia. Si. No." Mi guarda confuso in attesa di spiegazioni. "Sus, la mia migliore amica, si chiama Giulia. Credo che ormai possa confidartelo. Era preoccupata, ma sono riuscita a tranquillizzarla, quindi per ora sei al sicuro. Se mai dovesse capitare di trovarti nei guai con lei sappi che adora le tue fragole quindi potresti facilmente corromperla"
"Grazie per la dritta!" Si appoggia coi gomiti sulla scrivania, sorreggendo il volto col dorso della mani intrecciate. "Hai deciso anche cosa fare con il Club?"
Annuisco sospirando prima di confessare la risposta. "Si, ovviamente aveva già parlato con Gin. Sembra che abbiano deciso che sia meglio per me prendermi una pausa per il momento"
"Tu sei d'accordo?" Chiede cauto.
"Credo di si. Oggi non credo reggerei di trovarmi lì dopo quello che è successo ieri sera" il suo sguardo si perde, so che sta rivivendo le terribili immagini che ha visto. Sento gli occhi inumidirsi pericolosamente, non voglio che lui mi ripensi abbandonata sull'asfalto mezza svestita e tremante. "Basta" la mia voce rotta è solo un sussurro, ma è sufficiente per ridestarlo dall'incubo. Si volta deciso verso di me, cercando di capire a cosa mi stia riferendo. "Basta, pensare a ieri Brando. Non voglio che tu mi ricordi in quel modo"
"Olivia, vorrei solo esser arrivato prima, avrei potuto evitarti tutto questo"
"Non possiamo cambiare il passato. Possiamo però impegnarci perché non condizioni troppo il nostro futuro" un sorriso timido addolcisce il suo viso.
"Hai ragione cherie. Concentriamoci sulle cose belle, quindi sei in vacanza? Fino a quando?"
"Non lo so. Finché non avrò voglia di tornare sembra"
"Bene. Come sai fra qualche giorni avremo la famosa cena durante la quale dovremo affrontare i miei genitori e rendere ufficiale la cosa. Il weekend successivo io dovrei partire per un viaggio di lavoro. Starò a New York per qualche giorno, mi farebbe enormemente piacere se tu venissi come me. Mi farebbe anche stare più tranquillo sapere che non sei qui da sola"
"Vengo se posso pagare la mia parte"
"Non se ne parla"
"Allora resto a casa" si accarezza la nuca sbuffando e fissandomi ricambiando il mio sguardo irremovibile. "Brando, finora hai dovuto pagare il tempo che ho trascorso con te. Non voglio che tu continui a farlo."
"Ma è diverso, è quello che farei normalmente per la mia ragazza" il cuore accelera sulle sue ultime parole.
"Forse è diverso. Ma finora sono uscita solo per appuntamenti del Club, dove venivo pagata. Non ho praticamente mai vissuto normalmente. Non ho mai preso un aereo per piacere personale, non ho mai comprato un biglietto aereo per me. Voglio solo vivere come fanno tutti, voglio provare la normalità. Per favore" lo guardo con occhi imploranti, sperando che abbia capito l'esigenza di creare una rottura col passato. Ho deciso di ricominciare, di permettermi di vivere, voglio scoprire cosa vuol dire avere una vita come quella di tutti gli altri. Si alza dalla sua postazione e viene verso di me, mi fa alzare dalla poltrona per prendervi posto e farmi accomodare sulle sue ginocchia.
"Va bene, se per te è così importante puoi comprare un biglietto in economy sul mio stesso volo, poi ti farò l'upgrade per la business class. Per l'alloggio invece non devi preoccuparti, posso tranquillamente ospitarti nella mia suite, la paga l'azienda quindi non rappresenterebbe un costo aggiuntivo. Questo è il massimo che posso concederti" attira il mio volto verso il suo, dandomi un breve bacio senza però allontanarsi dopo quel breve contatto.
"Posso permettermi la business class, non è necessario che tu paghi la differenza" sussurro quasi sulle sue labbra.
"Sei la mi ragazza. Voglio fare qualcosa per te." Scivola con le labbra verso il mio collo lasciando un bacio che mi solletica. Penso un attimo alle sue parole. Mi sembra abbastanza ragionevole dopotutto, è un compromesso e ognuno di noi avrebbe una parte di quello che vorrebbe.
"Ok allora, prenotiamo" le sue labbra si risvegliano alla mia decisione e accarezzano la mia pelle fino a ritrovare le loro compagne. I movimenti si intensificano gradualmente, passando da dolci baci a fame ed esigenza. Le nostre mani vagano, accarezzando e intrecciandosi ai capelli, nutrendosi del contatto reciproco e trovando finalmente pace.

ELLA - terza persona femminile singolareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora