Sono pronto

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Un lieve bussare alla porta frena sul nascere lo tsunami di improperi che stavo per rovesciare sulla mia amica. Come ha potuto non dirmi nulla? Come ha potuto mentire e fingere di non sapere nulla quando si entrava in argomento?

"Scommetto che indovino chi è" Gin si dirige verso la porta pronta ad aprirla, mentre mi guarda per cercare il mio consenso che non arriva.

"Oliv, so che sei arrabbiata a morte con me adesso. Però l'ho fatto per il tuo bene, un po' anche per quello di Brando. Tu non l'hai visto quella sera da Aleandro, era l'ombra di se stesso. Ben lontano dall'uomo affascinante e irriverente che attirava le ragazze al club. Io non voglio spingerti a stare con lui, ma per il vostro bene dovete chiarirvi. Dovete chiudere questa storia per permettere a voi stessi di andare avanti, insieme o ognuno per la sua strada. Siete entrambi congelati in quel momento di un anno e mezzo fa, quando vi siete guardati per l'ultima volta sulle scale del club. Lo so che tu mi ripeti che stai bene, lo vedo che sei più serena, che la tua nuova vita ti piace. Ma ti conosco troppo bene per non capire che lo pensi, che non sei ancora riuscita a voltare pagina. Non va bene questa cosa, devi risolverla o ti tormenterà a vita. Per favore, fallo entrare e parla a quel poveretto che mi chiama ogni giorno per sapere se ho notizie su come stai, su quel che fai, se stai vedendo qualcuno. Manca che mi chieda quante volte respiri in giorno, per cui ti prego, sollevami da questo supplizio. Io ti voglio bene, ma non posso passare più di mezz'ora ogni santo giorno ad essere messa sotto torchio da lui! Adesso poi sono una donna sposata e devo dedicarmi al mio maritino, a quest'altro ci devi pensare tu!"

Giulia tiene la mia testa con le sue mani e bacia con affetto la mia fronte.

"Cosa dici, bambola? Te la senti di affrontarlo e chiudere il discorso una volta per tutte?"

"Non lo so. Se me l'avessi detto mi sarei preparata a questo incontro"

"È proprio per questo che non ti ho detto nulla, tu ragioni troppo. Lascia decidere al tuo cuore, non alla tua testa. Chiudi gli occhi, fai un bel respiro e svuota i pensieri. Vuoi vederlo?"

"Si"

Riapro gli occhi e vedo la mia migliore amica che mi sorride entusiasta.

"Brava la mia bambolina!"

Giulia e Gin lasciano la stanza.

Dopo un paio di secondi, durante i quali avverto qualcuno parlottare sottovoce fuori dalla porta, sento dei passi entrare ed avvicinarsi. So che è lui e sono incapace di incrociare il suo sguardo. Resto seduta immobile sulla poltroncina, le braccia abbandonate sulle gambe e lo sguardo umido rivolto a terra.

Le scarpe lucide entrano nella mia visuale, si posiziona davanti a me, in piedi e mi osserva per qualche secondo in silenzio, prima di prendere una delle poltroncine vuote, posizionarla esattamente di fronte alla mia e sedervisi.

Le sue ginocchia sfiorano la mia seduta, incorniciando le mie gambe tra le sue senza però toccarle. Sento il suo profumo, il suo respiro instabile. L'emozione prende il sopravvento, sento che i dotti lacrimali sono pieni e pronti a liberarsi. Le mani cominciano a tremare lievemente, stringo i pugni per nascondere il tremore, con il risultato opposto.

"Chérie, vuoi che me ne vada?" È un anno mezzo che aspetto questo momento, non voglio che tu te ne vada. Solo ora che siamo qui, insieme, mi rendo conto di quanto realmente mi mancasse stargli vicino. Scuoto piano la testa per farglielo capire.

Questo piccolo consenso è sufficiente per dargli il coraggio di prendere le mie mani tra le sue. Le accarezza dolcemente e sempre con la stessa cura le avvicina al volto. Le bacia, inspira il mio profumo e si accarezza una guancia.

ELLA - terza persona femminile singolareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora