Un anno e mezzo dopo.
Guardo nello specchio il meraviglioso abito bianco, non posso credere che questo giorno sia arrivato.
"Sei nervosa?"
"Da morire."
"Con tutta la fatica che ha fatto per convincerti, non credo che lo sposo ti abbandonerà proprio ad un passo dall'altare"
"Credi che saprò essere all'altezza di questa vita? Io che ne so di serate di beneficenza e alta società?"
"Ma se non hai fatto altro per anni mentre lavoravi al club? Io credo che andrà tutto benissimo. Tu e Aleandro siete folli in egual misura, non vi annoierete mai!"
"Lo credi davvero bambola?"
"Sono più che sicura! Inoltre se ti annoi puoi sempre volare a Miami da me"
"È incredibile che tu sia una donna in carriera adesso"
"Sto solo facendo uno stage, non è chissà quale posizione di prestigio"
"Hai terminato il master con il massimo dei voti e sei l'unica stagista a non esser stata cacciata nel primo mese di lavoro. Io dico che ne farai parecchia di strada"
"Lo spero. Questo lavoro mi piace e non ho problemi a dire alle persone quello che faccio per guadagnarmi da vivere"
"Sono così orgogliosa di te bambola! Sei partita per andare oltreoceano da sola per ricostruirti una nuova vita e l'hai fatto." Oh no, ecco che rimette il disco della mamma orgogliosa. Meglio cambiare argomento.
"Va bene, adesso basta smancerie. Tu devi sposarti, hai fatto aspettare quel poveraccio fin troppo!"
"Siamo pronte?"
"Io devo solo starti vicino, penso di essere pronta per stare in piedi"
"Sai a cosa mi riferisco"
"Non è sicuro che verrà, giusto? Mi porrò il problema solo se si presenterà"
"Non lo vedi da quella sera..." Ma vuole concentrarsi sul suo matrimonio almeno un po' invece che tartassarmi con queste domande?
"Lo so. Concentriamoci su te e Aleandro ti va? Siete voi i protagonisti oggi, non distrarti con altri pensieri"
"Ragazze tocca a noi!" Fortunatamente Gin irrompe nella stanza e mi salva dall'ennesimo interrogatorio di Giulia.
È da quando sono "fuggita" a New York, abbandonando tutto e tutti, che insiste per sapere come mi sento nei confronti di Brando. Mi manca? Ci siamo sentiti? Perché non lo chiamo?
Come faccio a dirle che è il mio pensiero fisso da più di un anno, che non riesco a immaginare nessun altro al mio fianco o che il fatto di essere scappata senza mai affrontarlo mi fa sentire soffocare?
Che mi ha chiamato fino allo sfinimento i primi mesi ma ormai sono otto mesi, 24 giorni e 8 ore che non si fa più sentire?
Che vorrei chiamarlo, sapere come sta, se mi odia oppure mi ha semplicemente scordata, ma mi vergogno come una ladra colta in fallo?
Se glielo dicessi insisterebbe fino allo sfinimento affinché lo affrontasse una volta per tutte, alla fine l'avrebbe vinta lei. E io non voglio.
Avanzo insieme a Gin per la navata e ci posizioniamo al posto delle testimoni della sposa. Sorrido ad Aleandro che ammicca, congratulandosi a gesti per il mio aspetto. Anche sull'altare non perde il suo fare da Casanova, strappandomi una risata.
Sbircio nervosamente la chiesa. Vedo Simon, il mio nuovo amico americano, seduto in mezzo alla piccola folla. Nessuno sguardo di ghiaccio tra i presenti. Bene, posso tornare a respirare.
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ELLA - terza persona femminile singolare
ChickLitElla è una ragazza nel pieno del suoi vent'anni, che crede di non avere nulla da perdere e ancora meno da guadagnare. Si esibisce in un club per soli uomini nel cuore di Milano, un club segreto e molto esclusivo destinato solo a uomini facoltosi che...