True colors

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Non lascia la mia mano una volta che sono fuori dall'auto, tiene la presa finchè non varchiamo la soglia e ci troviamo davanti ad un banco dove stazionano due ragazze che hanno il compito di accogliere gli invitati.
"Lulù, lei è Olivia, è una mia ospite speciale per questa serata. Potresti accompagnarla all'angolo bar mentre io vado a controllare le ultime cose?"
"Certo Monsiour Lafèvre" Cosa? Sono due settimane che non ci vediamo e mi abbandoni subito, consegnandomi a Miss 'ho delle tette stratosferiche e non ho paura di mostrarle'? Prima Gigì, ora Lulù. Quest'uomo è circondato da ragazze a pagamento o cosa?
Lo vedo allontanarsi mentre Miss Tette Stratosferiche sorride alle sue spalle come se potessero vederla. Quando lui scompare dietro l'angolo, lei torna sulla terra e si ricorda che sono parcheggiata lì.
Mi rivolge un sorriso forzato. Quanto vorrei essere Ella in questo momento, la sistemerei per le feste!
"Mi segua" La odio. Sculetta come se un sedere l'avesse solo lei. Chi si crede di essere? Appena arriviamo nell'area bar mi liquida velocemente con un gesto della mano e ritorna sculettante alla sua postazione.

Mi guardo intorno e non posso fare a meno di notare la bellezza di questa villa. L'allestimento floreale è sobrio e contribuisce a dar lustro all'architettura della residenza. Alcune opere d'arte sono esposte alle pareti e mi avvicino per studiarle meglio. Niente di famoso o commerciale, ma un occhio esperto o sensibile scorgerebbe comunque la bellezza di queste opere minori del romanticismo inglese.

"Potevano tirar fuori qualcosa di meglio dalla soffitta" Un uomo sulla cinquantina mi porge un calice di champagne e indica il quadro che sto ammirando.
"In realtà io li trovo bellissimi" Afferro il bicchiere e brindo con lui per educazione.
"Bellissimi? Queste croste?"
"Bisogna saperla vedere la bellezza, signor?"
"Turner, Charles Turner" Rido, non posso farne a meno. L'ironia però è chiara solo a me, perchè il mio interlocutore mi guarda contrariato.
"Mi perdoni Signor Turner. Mi sono permessa di ridere per una coincidenza che mai avrei creduto possibile. Vede, le opere che lei disdegna tanto, appese a queste pareti, fanno parte della corrente del romanticismo inglese, di cui uno dei maggiori esponenti si chiama guarda caso: Turner!" Ride divertito ora che capisce il motivo. Continuiamo a chiacchierare un po', mi chiede di convincerlo della bellezza dei dipinti. Espongo i vari punti con estrema facilità, ricordando gli studi in accademia.

"Buonasera Signor Turner, vedo che ha fatto conoscenza della mia ospite Olivia" Calca forse un po' troppo sulla parola mia.
"Oh Lafèvre! Pensavo non fosse ancora arrivato, dove si era cacciato?" Ottima domanda! "In ogni caso non ho avvertito il vuoto della sua assenza, questa splendida ragazza mi ha quasi convinto che queste croste alle pareti abbiamo più valore di un Van Gogh!"
"Un ottimo risultato considerata la sua testardaggine, Charles! Le devo confidare però che è laureata con il massimo dei voti all'Accademia di Brera a Milano, quindi era avvantaggiata"
"Un osso duro! Ad ogni mia obiezione contrattaccava con motivazioni inespugnabili!"
"Non stento a crederlo" Mi guardano entrambi, come se stessero parlando di una statua inerte.
"Scusate signori, ma io sarei sempre qui!"
"Olivia, ci perdoni. È stato un piacere farsi torturare da lei. Ora che la lascio in compagnia, torno da i miei soci"
Io e Brando lo osserviamo allontanarsi.
"E lei che aveva paura che non fossi all'altezza di Ella!" Lo guardo con aria di sfida.
"Touchè! Come sempre, lei si rivela essere una sorpresa continua"
"Spero non una sorpresa di quelle brutte" Lui abbassa un attimo quegli occhi meravigliosi, quando torna a incrociare il mio sguardo inspira deciso, ma la frase che pronuncia dopo non usa nemmeno un decimo del fiato che ha accumulato.
"La più bella tra tutte, in realtà" Mi toglie il fiato, questa confessione mi fa arrossire e ora sono io che abbandono i suoi occhi in cerca di un appiglio che mi permetta di non perdere l'equilibrio. "Forza Olivia, dobbiamo raggiungere il nostro tavolo per la cena" Mi porge il braccio in modo che io possa intrecciare il mio nel suo.
Mentre ci dirigiamo verso la sala dove si svolgerà la cena passiamo davanti a Miss Tette Stratosferiche e non posso che bearmi della sua espressione disgustata nel vederci così vicini. Non serve sculettare con lui, ancora non l'hai capito?

ELLA - terza persona femminile singolareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora