3. Nuvoloso

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"Sei ubriaco."

Stiles sa che quello è Derek, riconosce la sua voce, riconosce anche il suo odore, ma non lo ammetterà mai a voce alta. Sa che è lui, ma non lo vede benissimo. Tutto sembra nuvoloso, nebbioso. Sa anche che ha bevuto un po' troppo, che era a una festa di beneficenza, forse per poveri animali orfani? Questo gli è attualmente poco chiaro, ma sono ben chiare e forti le mani di Derek sulle sue spalle, mentre lui è di fronte, in piedi.

"Perché c'è tutta questa nebbia a New York?" chiede, sbilanciandosi un po' in avanti. PEr fortuna Derek ha i suoi sensi da super mannaro e lo afferra. "Mio eroe" gli biascica Stiles contro la maglietta. L'odore ora è più forte. "Perché sei qui?" chiede poi.

"Perché mi hai chiamato pregandomi di venire a prenderti, perché avevi paura dei mostri blu e io non voglio nemmeno sapere a cosa ti riferissi. Ti porto a casa, cammina."

Stiles non ribatte, non ne ha la forza, ma si lascia quasi trascinare lungo la strada, fino all'auto di Derek.

Il tragitto è breve o forse Stiles si è addormentato ad un certo punto, ma quando varca la soglia di casa si accascia letteralmente lungo la parete dell'ingresso. Derek, in piedi di frotne a lui, incrocia le braccia e lo fissa.

"Sei ancora annuvolato" gli dice, gli scappa anche una risata. Sembra un termine così buffo. "Non sono mai stato così ubriaco da non riconoscere le facce. Sono belle le facce. La tua più di tante altre facce, sai?"

"Ti porto in camera o ti lascio sul pavimento?"

Stiles sbuffa, cerc ando di alzarsi, ma scivola ancora lungo la parete, ridendo. "Scelgo il pavimento, credo."

Ora è Derek a sbuffare, mentre lo solleva per i fianchi, caricandoselo in spalle. Stiles cerca anche di protestare, di dargli pugni nei fianchi, ma Derek si ferma solo quando lo lancia come un sacco di patate al centro del letto. Stiles scalcia via le scarpe, abbracciando poi il cuscino mettendosi comodo.

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"Scott, quindi mi confermi che era qui?"

Stiles lo vede alzare gli occhi al cielo. "Cavolo, Stiles, sì. Ti ho detto già cinquanta volta che c'è l'odore di Derek, che sul tuo cellulare c'è una chiamata in uscita verso il suo numero e che lui ha anche risposto. Immagino tu l'abbia chiamato e che lui ti abbia riportato a casa."

Stiles si lascia cadere di nuovo sul letto, Scott al suo fianco che gli accarezza una caviglia.

"Ho i ricordi così confusi, come se mi fosse scoppiato un temporale nella testa. Quindi Derek, che epr inciso non vedo e sento da tre anni, era qui, in casa mia, perché l'ho chiamato da ubriaco?"

"Sì, sì e sì!" è Isaac ad urlare, entrando in camera. "E, se proprio vuoi saperlo, mi ha scritto, perché nonostante lui non ti vedesse e sentisse da tre anni, non ci ha pensato nemmeno un secondo ed è venuto a salvarti, dolce donzelletta delle fiabe!"

"E questo cosa significa?" si azzarda a chiedere. Isaac, di tutta risposta, ringhia ed esce dalla stanza, lasciandolo da solo con Scott.

"Derek tiene a te, da sempre" gli dice suo fratello. "Ma sei stato tu ad andare via tre anni fa, mentre vi ritolavate tra le lenzuola da qualche mese. E sei sparito. Quindi credo che debba essere tu, ora, a fare un passo avanti, se vuoi."

Stiles abbassa lo sguardo, poi si allunga verso il comodino e prende il cellulare.

(Ore 12:45) Stanotte era tutto un po' confuso e nuvoloso, ma stamattina ci vedo più chiaro. Ti va un caffè nero e amaro post-sbornia? SS

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