12. Luna Nuova

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Quando Stiles ha deciso di trasferirsi a New York e frequentare l'accademia dell'FBI era un pò titubante: aveva paura di sentire la mancanza di casa, di non riuscire ad ambientarsi, di non essere in grado di farsi degli amici. E, invece, eccolo festeggiare il suo compleanno in un pub assieme a Scott, Lydia e la nuova compagnia che è riuscito a crearsi lì.

"Te lo stai mangiando con gli occhi."

È sorprendente come ad Erica non sfugga mai nulla. Stiles abbassa impercettibilmente lo sguardo mentre uno dei camerieri, il cameriere più bello che Stiles abbia mai visto, posa parte della loro ordinazione sul tavolo. "Ma lo hai visto?"

"È carino."

"No, Erica. È un figo da paura."

"Perché non gli chiedi il numero?"

"Ma sei pazza? Figurati se a uno così può interessare uno come me. E poi sarà sicuramente etero."

Erica si sporge ad accarezzagli la guancia con una dolcezza che fa sempre sciogliere un pò Stiles. "Cucciolo sei molto carino anche tu. E se non glielo chiediamo non lo sapremo mai" dice con uno strano luccichio negli occhi.

Stiles non fa in tempo a capire le intenzioni di Erica che questa ferma il cameriere. "Ciao. Il mio amico qua pensa che tu sia un figo da paura e vorrebbe il tuo numero."

Il ragazzo sbuffa una risata guardandolo e Stiles vorrebbe solo sprofondare. E, a suo modo, lo fa scivolando sotto al tavolo e coprendosi gli occhi come un bambino. Gli ci vogliono cinque minuti buoni per convincersi ad uscire e, quando lo fa, esce dal locale senza guardare in faccia nessuno per prendere una boccata d'aria. Si appoggia al muro e tira un sospiro di sollievo. "Tutto bene?"

Stiles sobbalza e si gira verso la voce. Il cielo è completamente buio e il lampione è bruciato quindi riesce a disstinguere appena la figura di un ragazzo che sta fumando una sigaretta. "Sì, scusa. Avevo solo bisogno di prendere aria. Non volevo disturbarti."

"Un figo da paura, eh?"

Solo in quel momento Stiles si rende conto che sta parlando proprio con quel meraviglioso cameriere e vorrebbe di nuovo sparire per la pessima figura fatta. "La mia amica è una stronza" sbotta.

"Vuoi dire che non lo pensi?"

"Certo ma..."

Il ragazzo non gli lascia il tempo di finire la frase. Stiles registra appena lui che gli si avvicina e butta la sigaretta. Poi le labbra sulle sue. Il corpo massiccio che lo schiaccia contro il muro. Le mani che lo accarezzano ovunque. Le loro erezioni che si scontano fino a portarli velocemente all'orgasmo. Stiles respira pesantemente contro le labbra del ragazzo. Ancora non riesce bene a realizzare quello che è appena successo ma si sente davvero bene e felice. Il ragazzo di stacca da lui. "Ora devo proprio andare. La mia pausa sigaretta è finita tipo dieci minuti fa. Ma, se vuoi, stasera stacco alle undici" gli dice prima di sparire dentro al pub.

Stiles resta incredulo per qualche istante, poi si sfila la camicia, se la lega in vita e torna dentro come se niente fosse successo. Anche se non riesce più ad essere se stesso: non riesce a seguire le varie conversazioni, non partecipa ai racconti, non si indigna nemmeno mentre Scott racconta a tutti di quando all'asilo ha fatto la cacca nel giardino. La sua mente è fissa su ciò che è accaduto nel buio del retro del pub, i suoi occhi fissi sulle lancette dell'orologio che proseguono la loro corsa senza fermarsi mai. Le undici arrivano fin troppo in fretta e nessuno dei suoi amici sembra abbia la minima voglia di andarsene. "Un altro giro?" chiede Erica indicando i boccali vuoti.

Stiles vorrebbe rifiutare ma Erica sta già fermando il famoso cameriere. "Puoi portarci altre birre?"

"Sono spiacente ma il mio turno è finito. Vi mando il mio collega."

Stiles quasi tira un sospiro di sollievo ma Erica parla di nuovo. "Bene. Allora puoi sederti con noi."

Stiles pensa che Erica deve essere impazzita di colpo ma il ragazzo sembra esserlo più di lei. "Comincia ad ordinare. Mi cambio e arrivo."

Stiles pensa che lo abbia detto per gentilezza e che non si presenterà mai, invece compare bello come un Dio con jeans neri attillati e maglietta verde come i suoi occhi. Si siede affianco a Stiles, prende un boccale di birra e ne beve un lungo sorso. "Ci voleva proprio."

"Serata pesante?"

"Fortuna che non tutte le clienti sono stronze come te, Erica."

Erica ride. "Ti ho fatto un favore, Derek."

"Voi due vi conoscete?" domanda Stiles confuso.

Derek gli passa una mano attorno alla vita e Stiles sente il cuore galoppare. "Conosco Erica da anni. E da anni cerca qualcuno con cui accoppiarmi." 

"Questa volta però ci ho azzeccato. Lui è proprio il tuo tipo. E ti piace." 

Derek alza gli occhi al cielo, sbuffa una risata e poi sorprende Stiles sporgendosi verso di lui per baciargli una tempia. "Sì, mi piace." 

E Stiles sorride, sorride davvero felice. Mai avrebbe pensato di poter passare un compleanno del genere lontano da casa. Intreccia le dita con quelle di Derek ancora saldamente appoggiate al suo fianco. "Sai? Oggi è il mio compleanno." 

Derek si sporge verso il suo orecchio. "Allora più tardi, se vuoi, posso darti il mio regalo."

"Lo voglio" risponde Stiles fin troppo velocemente. E non potrebbe sentirsi più felice di così. 

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