10. Orizzonte

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"Vedi qualcosa?"

Stiles deve praticamente gridare per farsi sentire tra tutto quel frastuono.

"Come pensi possa vedere qualcosa con questo tempo? Si sta pure facendo buio."

"Cazzo ne so come fai? Sei tu il lupo con i superpoteri" sbotta Stiles sull'orlo della lacrime.

Nemmeno sa come ci è finito in quella cazzo di situazione. Sa solo che la odia con tutto se stesso. Lui e Derek bloccati in una specie di catapecchia che potrebbe crollare da un momento all'altro, la tempesta dentro cui si sono ritrovato scuote le pareti fino ad entrare nelle ossa di Stiles e nessun aiuto all'orizzonte. Moriranno sotto le macerie. O colpiti da un fulmine. O Derek lo mangerà per sopravvivere. Sente il panico prendere possesso del suo corpo un pezzo per volta. Lo sente cercare di togliergli il fiato, le forze che lo abbandonano.

"Stai tremando."

Se non fosse sull'orlo di un attacco di panico Stiles scoppierebbe a ridere davanti a mister ovvietà ma davvero non è in grado di fare nulla. Quasi si aspetta sia Derek a ridere di lui vedendolo in quelle condizioni. Invece il mannaro lo sorprende aiutandolo a sedersi per poi sistemarsi alle sua spalle e chiuderlo in un abbraccio. Non dice una parola ma a Stiles basta concentrarsi sul battito calmo del suo cuore per calmarsi a sua volta. Derek sa di aria fresca, di bosco, ha quasi un sentore che gli ricorda casa. Da quando lo conosce non se n'era mai accorto. Forse si assopisce pure nel calore del corpo del mannaro. "La pioggia si sta calmando. Stai meglio?"

Stiles non sa se la voce è in grado di reggere le parole che vorrebbe dire quindi si limita ad annuire con la testa. "Se te la senti di restare da solo esco a cercare aiuto."

Le mani di Stiles si chiudono automaticamente sulla maglia di Derek. "No, ti prego. Non lasciarmi solo."

Stiles sa di sembrare patetico. Anzi, lo è. Ma si sente sfinito e non crede di reggere la solitudine in quelle condizioni. "Va bene, resto" gli dice Derek sorprendendolo.

Ed è in quell'esatto momento che la testa di Stiles produce un pensiero che davvero poco si addice alla situazione. Probabilmente anche a quella di loro due. Ma Stiles sente il bisogno di baciare Derek. Un bisogno tanto assurdo quanto assoluto. Un bisogno che gli scuote lo stomaco e gli ronza nel cervello. E sa che non gli darà alcuna tregua. E lui è così stanco di lottare contro qualsiasi cosa che cede. Allunga il collo verso Derek e appoggia le labbra sulle sue. Lo sente trattenere il fiato esattamente come sta facendo lui. La mano di Derek si appoggia gentile sulla sua guancia, il pollice che l'accarezza piano. Non la sposta nemmeno quando a spostarsi è lui. "Stiles potresti essere sotto shock" sussurra.

Non è un rifiuto. Stiles riconosce benissimo la paura di essere usato, la stessa paura che lui ha sentito fin troppe volte. Ed è forse la prima volta che Stiles vede davvero Derek, proprio nel buio di quella catapecchia. Si da dello stupido per non essersi accorto prima di quanto sono simili nella loro diversità. Gli bacia il palmo della mano. "Scusa" gli dice sistemandosi meglio tra le sue braccia.

La mattina dopo il branco li ritrova così addormentati in un abbraccio.

Quattro giorni dopo Stiles parcheggia davanti casa di Derek. Ci ha messo un pò per decidersi, per capire cosa fare, per comprendere se fosse il momento giusto. È arrivato senza un piano preciso ma la certezza di ciò che vuole. Trova Derek seduto sotto al portico intento a leggere un libro. Stiles sa che lo ha sentito arrivare ma sembra volergli lasciare tempo per prendere coraggio. "Ciao."

Derek alza lo sguardo su di lui. "Ciao, Stiles. Come stai?"

"Non sono più sotto shock."

"Bene."

"Sì, bene. Quindi posso invitarti ad uscire a cena con me, giusto?"

Derek sgrana gli occhi sorpreso. "Vuoi uscire con me?"

"Sì. Ti sembrerà assurdo, probabilmente un delirio dovuto allo shock ma quel bacio lo volevo davvero. Io... io credo di averti visto, visto davvero. E mi è piaciuto quello che ho visto. Sono anche convinto che funzioneremmo insieme e sto straparlando perché non so cosa dire per convincerti e forse così ti spavento ma-"

"Sì."

"Cosa?"

"Esco con te se mi prometti di stare zitto per i prossimi cinque minuti."

Stiles sa che dovrebbe sentirsi offeso ma non gli sfugge il sorriso nelle sue parole. Decide di azzardare. "Potresti sempre trovare un modo per zittirmi" dice ammiccando.

"Non stavi provando a corteggiarmi?"

"Beh, sì."

"Allora dopo la cena."

"La cena? Quale cena?"

"Quello di stasera. Dieci minuti e sono pronto."

Stiles non pensava di certo che sarebbe andata così ma è andata decisamente oltre le sue aspettative. Sorride

"Ti aspetto per tutto il tempo che ti serve" gli risponde mentre il mannaro sparisce dietro la porta senza nemmeno il pensiero di chiuderla.

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