«Attraverso me si va nella città sofferente, attraverso me si va nel luogo del dolore eterno, attraverso me si va tra i dannati. Fu la giustizia a spingere Fukuzawa a crearmi: mi crearono la sua divina potenza , la sua somma sapienza e il suo amore. Prima di me non fu creato nulla se non le sostanze eterne, e io rimarrò in eterno. Abbandonate ogni speranza, o voi che entrate». Queste parole, con caratteri scuri, le vidi scritte sulla sommità di una porta; perciò
dissi: «Kunikida, il loro significato mi turba». Ed egli mi rispose, da persona saggia qual era:«Capisco che tu abbia paura, ma devi fartela passare; e mi raccomando, non rompere tanto le scatole alle anime che sono qui. Noi siamo giunti in quel luogo dove t'ho detto che vedrai anime sofferenti che hanno perduto il dono della ragione.»
E dopo che ebbe posto la sua mano sulla mia con un volto sereno, così che io mi confortai,
mi fece entrare in quel luogo misterioso. Qui sospiri, pianti e forti lamenti risuonavano per l'aria. E io, che li sentivo per la prima volta, piansi. Piansi anche per la fame. Ne avevo veramente troppa. E poi piansi perché pensai "ma dove cazzo sono finito?". Lingue diverse, pronunce orribili, parole piene di dolore, esclamazioni d'ira, voci acute e deboli, e insieme ad esse un battere di mani producevano un tumulto, che si aggira continuamente in quel mondo eternamente buio, come la sabbia quando soffia un turbine di vento.E io che avevo la mente avvolta nel dubbio, dissi: «Kunikida, cos'è ciò che sento? E che gente è questa che sembra così sopraffatta dal dolore?».
Ed egli a me: «Hanno questo miserevole atteggiamento le anime infelici di coloro che vissero senza meritare infamia né lode. Esse sono mescolate a quella malvagia schiera degli angeli che non furono né ribelli né fedeli a Fukuzawa, ma rimasero neutrali. Quando l'agenzia di detective armati venne accusata di essere un'organizzazione terroristica, loro non si schierarono né con noi né con Fukuchi. Fukuzawa li rifiuta per non rischiare di perdere la purezza del suo regno, e neanche Mori li accoglie, perché i dannati potrebbero farsi vanto della loro presenza».
E io: «Kunikida, cosa c'è di tanto doloroso che li fa lamentare così fortemente?».
Rispose: Te lo spiegherò molto brevemente perché sei stupido e qui stiamo solo perdendo tempo. Questi non hanno alcuna speranza di morire, e la loro vita senza scopo è tanto spregevole che sono invidiosi di ogni altro destino. Il mondo dei vivi non lascia che vi sia alcuna testimonianza di loro; la misericordia e la giustizia divina li disprezzano: non occupiamoci di loro, ma osservali e passa oltre».
E io, guardando attentamente, vidi una bandiera che, girando, correva così velocemente che mi pareva incapace di fermarsi; e dietro di essa veniva una fila di dannati così lunga, che io non avrei creduto che la morte ne avesse annientati tanti. Subito compresi e fui sicuro che questa era la schiera dei vili, sgraditi a Fukuzawa e ai suoi nemici. Questi sciagurati, che non vissero mai veramente, erano nudi e punzecchiati continuamente dai mosconi e dalle vespe che si trovavano lì. Questi insetti gli rigavano di sangue il volto, che, mescolandosi con le lacrime, veniva raccolto ai loro piedi da ripugnanti vermi. E quando mi misi a guardare altrove, vidi anime sulla riva di un gran fiume; per cui dissi:
«Kunikida, ora concedimi di sapere chi sono, e quale principio le fa apparire così desiderose di oltrepassare il fiume, come io intravedo attraverso la debole luce».
Ed egli a me: «Le cose ti saranno chiare quando noi fermeremo i nostri passi sulla triste riva dell'Acheronte».
Allora, con gli occhi bassi e vergognosi, temendo che le mie parole gli risultassero fastidiose, fino al fiume mi astenni dal parlare.
Ed ecco giungere verso di noi su una nave un giovane adulto, con i capelli rossastri e gli occhi azzurri, che diceva, fumando una sigaretta: «Guai a voi, anime malvagie. Non sperate mai più di veder il cielo. Io sono qui per condurvi all'altra riva, nel buio eterno, tra fuoco e ghiaccio. E tu che sei lì, anima viva, allontanati da questi che sono già morti».
Ma, poiché vide che non me ne andavo, disse: «Per un'altra via, per altri porti giungerai alla riva dell'Aldilà; non da qui: conviene che ti traghetti un altro tipo di barca».
E Kunikida gli disse «Oda, non preoccuparti: così vuole Fukuzawa; non chiedere altro».
Da quel momento si calmarono del nocchiero della plumbea palude. Ma quelle anime, che erano impaurite e nude, impallidirono e batterono i denti, non appena compresero le parole crudeli. Bestemmiavano Dio e i loro genitori, il genere umano e il luogo e il tempo e l'origine del loro concepimento e della loro nascita. Poi si raccolsero tutte quante insieme, piangendo fortemente, lungo la riva malvagia che attende ogni uomo che non ha timore di Fukuzawa. Oda, con gli occhi come brace, facendo cenni verso di loro, le raccoglie tutte nella barca; colpisce con il remo chiunque si adagia. Come in autunno cadono le foglie, una dopo l'altra, fin quando il ramo vede per terra tutte le sue spoglie, similmente i malvagi discendenti di Amaterasu si gettano da quella riva sulla barca una ad una, ai cenni di Oda come un uccello quando sente il suo richiamo. Così se ne vanno sul fiume cupo, e prima che siano discese sull'altra riva, già di qua una nuova schiera si raduna.
«Gavetta», disse Kunikida «coloro che muoiono in disgrazia di Fukuzawa, tutti convergono qui da ogni parte del mondo; e sono desiderosi di attraversare il fiume perché la giustizia divina li sprona, così che il timore si trasforma in desiderio. Da qui non transita mai alcuna anima buona; e perciò, se Oda si lamenta della tua presenza, puoi ben comprendere ormai cosa significhino le sue parole».
Detto questo, la terra buia tremò così forte, che il ricordo dello spavento mi bagna ancora di sudore. Quella terra bagnata di lacrime sprigionò un vento, che fece lampeggiare una luce rossa vermiglia, che vinse tutti i miei sensi; e svenni come l'uomo improvvisamente preso dal sonno. Probabilmente per la fame. Ho troppa fame.
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Come corpo morto cade || BSD x Divina Commedia
HumorNel mezzo del cammin di sua vita, Atsushi si ritrovò per una selva oscura ove la retta via era smarrita. Questo è il crossover che tutti noi volevamo vedere, non prendiamoci in giro.