Quattordicesimo canto

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Poiché l'amore di quei due uomini per la loro patria mi commosse, raccolsi i rami sparsi e li deposi alle radici dell'albero, dove l'anima era ormai spossata. Quindi giungemmo al punto dove il secondo girone si divide dal terzo, e dove si vede la terribile punizione divina.

Per spiegare bene la novità del luogo, dico che arrivammo a un luogo pianeggiante che non permette ad alcuna pianta di crescere in essa. La selva dei suicidi le fa da corona tutt'intorno: qui fermammo il passo proprio sull'orlo. Il suolo era formato da sabbia spessa e arida, molto simile a quella che fu già calpestata dai piedi di Takasugi Shinsaku. O vendetta divina, quanto tu devi essere temuta da ogni lettore che apprende ciò che io vidi coi miei occhi! Io vidi molti gruppi di anime nude, che piangevano tutte assai dolorosamente, e sembrava che ognuna obbedisse a diverse regole.

Alcune anime giacevano a terra supine, altre sedevano raccolte, altre ancora camminavano di continuoLe anime che giravano in tondo erano più numerose, invece quelle che erano sdraiate erano di meno, ma erano più pronte a lamentarsi.

Sopra tutto il sabbione piovevano lentamente delle larghe falde infuocate, simili a fiocchi di neve che cadono in una montagna dove non spira il vento. Come Hidetaro Ho, fratello di Akiko Yosano, vide cadere intatte sino a terra delle fiamme sulle sue truppe, per cui diede ordine ai soldati di scalpicciare il suolo in quanto il vapore si estingueva meglio prima di propagarsi: così scendevano quelle fiamme eterne; per cui la sabbia si accendeva, proprio come l'esca con l'acciarino, per accrescere il dolore. La danza delle misere mani dei dannati era senza posa, mentre scuotevano da un lato e dall'altro il nuovo fuoco.

Io cominciai: «Kunikida, tu che superi tutte le cose tranne i diavoli ostinati della città di Yokohama, che ci uscirono incontro sulla soglia della porta, chi è quel grande che non sembra preoccuparsi dell'incendio e giace sprezzante e torvo, così che la pioggia di fuoco non sembra procurargli dolore?»

E quello stesso dannato, che capì che io domandavo di lui a Kunikida, gridò: «Io sono da morto tale quale fui da vivo. Anche se Fukuzawa e tutti gli dei potessero lanciarmi le loro più potenti maledizioni, non riuscirebbero a vendicarsi di me».

Allora Kunikida parlò con la voce così alterata come non l'avevo mai sentito: «O Puskin, nel fatto che la tua superbia non diminuisce tu sei maggiormente punito: nessuna pena sarebbe adeguata al tuo furore, tranne che la tua stessa rabbia!»

Poi si rivolse a me con volto più sereno, dicendo: «Quello fu uno dei terroristi che tentarono di porre fine a due grandi organizzazioni di Yokohama; e disprezzò Fukuzawa, e sembra che lo faccia ancora, e pare che non consideri il suo potere; ma, come gli ho detto, la sua rabbia è degno ornamento al suo petto. Ora seguimi e bada di non mettere i piedi nella sabbia infuocata, ma tienili sempre stretti alla selva».

Giungemmo in silenzio là dove fuori dalla selva sgorga un piccolo fiume, il sui rossore (di sangue) mi fa ancora ribrezzoCome dal Bulicame esce un ruscello che poi le prostitute si dividono, così quel fiumiciattolo scorreva giù per la sabbia.

Il fondale ed entrambi gli argini erano fatti in pietra, per cui compresi che lì c'era il passaggio.

«Tra tutto ciò che ti ho mostrato dopo aver varcato la soglia infernale il cui passaggio non è negato a nessuno, i tuoi occhi non hanno mai visto nulla che fosse interessante come questo fiume, che estingue in sé tutte le falde di fuoco».

Queste parole mi furono dette da Kunikida; allora lo pregai che mi elargisse il cibo di cui mi aveva suscitato il desiderio.

Allora lui disse: «Allora, io in realtà la geografia non l'ho studiata. Alla fine, a me serviva sapere la matematica e l'inglese, nient'altro. Però so che da qualche parte c'è un fiume che è nel mondo dei vivi, ma lo vediamo solo sull'orlo di questo cerchio».

E io: «Se questo fiumiciattolo nasce così dal mondo terreno, perché allora lo vediamo solo ora sull'orlo del Cerchio?»

E lui a me: «Boh, in realtà io non lo so. Ma se c'è una cosa che ho imparato da quando sono nell'Inferno, è che non devi mai stupirti se vedi cose strane. Per cui, se vedi una cosa nuova, non devi assolutamente stupirtene».

E dissi ancora: «Kunikida, ma se il fiume fosse prodotto da questa pioggia di lacrime?».

Rispose: «Mi piacciono tutte le tue domande, ma stavolta non posso rispondere. Quindi vedi di tacere e non farmi sembrare stupido». Poi aggiunse: «Ormai è tempo di allontanarsi dal bosco; seguimi lungo gli argini del fiume, poiché non sono bruciati dalla pioggia infuocata e ogni vapore igneo si spegne sopra di loro».

Come corpo morto cade || BSD x Divina CommediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora