sedicesimo canto

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Mi trovavo già in un punto da cui si sentiva il rimbombo dell'acqua che si gettava nel Cerchio sottostante, simile al ronzio delle api dentro l'arnia, quando tre anime si separarono insieme, correndo, da una schiera che passava sotto la pioggia di fuoco che le tormentava.

Venivano verso di noi e ognuna gridava: «Fermati, tu che dall'abito sembri essere un poveraccio di Yokohama!».

Ahimè, ma davvero tutti mi conoscono solo perché sono un poveraccio? E che piaghe vidi sui loro corpi, recenti e vecchie, provocate dalle falde infuocate! Me ne rammarico ancora oggi, al solo pensarci. 

Alle loro grida Kunikida si fermò; volse il viso a me e disse: «Aspetta, bisogna essere cortesi con questi dannati. E se non fosse per la pioggia che rende infuocato questo luogo, io ti direi che la fretta si addice più a te che a loro».

Come noi ci fermammo, essi iniziarono a parlare come prima; e quando ci raggiunsero, iniziarono a camminare tutti e tre in cerchio. Come erano soliti fare i lottatori nudi e cosparsi d'olio, studiando l'avversario per tentare una presa prima di percuotersi e ferirsi a vicenda, così, pur girando la testa, ciascuno dei tre dannati fissava il suo sguardo su di me, in modo tale che torceva il collo in senso opposto ai suoi passi.

E uno cominciò: «Se la miseria di questo luogo sabbioso e il nostro aspetto cotto e spellato inducono a disprezzare noi e le nostre preghiere, tuttavia la nostra fama spinga il tuo animo a dirci chi sei, visto che cammini così sicuro nell'Inferno. Costei, della quale mi vedi calpestare le orme, anche se cammina nuda e spellata, ebbe condizione più elevata di quanto non credi: fu sorella di un grande soldato, ed ebbe nome Akiko Yosano: nella sua vita compì grandi opere. L'altro, che calpesta la sabbia dietro di me, è Lucy Maud Montgomery, la cui voce doveva essere più gradita nel mondo. E io, che condivido la loro pena, fui Akutagawa Ryuunosuke; e certo mi ha nuociuto più di ogni altra cosa la mia intrattabile malattia».

Se io fossi stato protetto dal fuoco, mi sarei gettato tra loro nel sabbione e credo che Kunikida l'avrebbe tollerato; ma poiché mi sarei bruciato e ustionato, la paura prevalse sul mio desiderio di abbracciarli.

Poi iniziai: «La vostra condizione mi ha ispirato non disprezzo ma dolore, al punto che cesserà fra molto tempo, dal momento in cui Kunikida mi disse parole per cui ho pensato che venisse gente nobile quale voi effettivamente siete. Sono nato in una famiglia povera, e ho sempre appreso ascoltando le vostre opere e i vostri nomi onorevoli, con grande affetto. Lascio una vita amara e vado in cerca della salvezza, promessami dalla mia guida sincera; ma prima devo scendere fino in fondo all'Inferno».

Quello allora rispose: «In realtà non mi interessa chi sei o cosa ci fai qui. Non mi importa nemmeno se sei vivo o morto. Ma dicci se nella nostra città albergano ancora la cortesia e il valore, o se queste virtù l'hanno del tutto abbandonata; infatti c'è un nuovo arrivato, che è nostro compagno di pena da poco tempo e cammina là con gli altri, ci cruccia non poco parlando di Yokohama».

«I nuovi cittadini e gli improvvisi guadagni hanno creato alterigia ed eccesso dentro a Yokohama, così che noi ne piangiamo già le conseguenze».

Così gridai levando il viso in alto; e i tre, che interpretarono questo come la mia risposta, si guardarono l'un l'altro come se fossero di fronte a un pazzo. E forse hanno ragione, forse sto diventando pazzo.

Tutti risposero, forse per gentilezza: «Se anche le altre volte ti costa così poco soddisfare le domande altrui, felice te che parli in modo così schietto! Perciò, se uscirai da questi luoghi oscuri e tornerai a rivedere le stelle, quando ti sarà gradito dire "Io fui all'Inferno", parla di noi ai vivi». Quindi smisero di girare in tondo e se andarono così veloci che le loro gambe snelle sembravano ali.

Non sarebbe stato possibile dire un "amen" nel breve tempo in cui sparirono; perciò a Kunikida sembrò opportuno che ce ne andassimo.

Io lo seguivo, e avevamo percorso poca strada quando il suono dell'acqua del fiumesembrava così vicino che, parlando, ci saremmo sentiti a malapena.

Vorrei dire qualcosa di poetico e fare un riferimento ai luoghi che il fiume attraversa, ma non sono andato a scuola e non saprei farlo nemmeno se mi pagassero in oro e chazuke.

Comunque, vedemmo che quel fiume rosso ricadeva giù per un burrone scosceso, facendo tanto rumore che in poco tempo avrebbe danneggiato l'udito.

Io avevo intorno ai fianchi una corda, con la quale tempo prima avevo pensato di catturare la lonza dalla pelle chiazzata. Dopo che l'ebbi sciolta del tutto, come Kunikida mi aveva ordinato, la porsi a lui legata e aggrovigliata. Quindi lui si voltò sulla sua destra e la gettò in quel profondo burrone, stando alquanto lontano dall'orlo.

Io dicevo tra me e me: 'Eppure è necessario che qualcosa di nuovo risponda al nuovo cenno, che Kunikida segue con tanta attenzione'.

Ahimè, quanto devono essere prudenti gli uomini quando sono accanto ai saggi, che non vedono solo gli atti esteriori, ma col loro senno scrutano dentro i pensieri! E, a pensarci bene, questa è una cosa abbastanza inquietante!

Kunikida mi disse: «Ben presto verrà qui di sopra ciò che io aspetto e che tu immagini col pensiero: è inevitabile che presto si mostri ai tuoi occhi».

L'uomo deve sempre evitare di dire una verità che sembra falsa, per non essere tacciato ingiustamente di essere bugiardo; ma qui non posso tacere; e io, lettore, ti giuro su tutte le ciotole di chazuke che esistono al mondo, che io vidi avvicinarsi una figura verso l'alto, che nuotava in quell'aria oscura e spessa, che faceva meravigliare anche il cuore più coraggioso, proprio come il marinaio che va sott'acqua a sciogliere l'ancora che si è impigliata o a rimuovere un altro ostacolo dentro il mare, e che nel tornare a galla stende le braccia verso l'alto e ritrae le gambe per darsi maggiore slancio.

Come corpo morto cade || BSD x Divina CommediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora