Quarto canto

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Il profondo sonno che mi aveva preso il cervello fu interrotto da un potente tuono, così che ripresi i sensi come chi viene risvegliato bruscamente, a forza; girai attorno il mio sguardo, non appena mi fui alzato, e guardai intensamente in giro per cercare di capire dove mi trovassi.

La verità è che mi ritrovai sul bordo della valle di quell'abisso di dolore, nel qual rimbomba l'eco di innumerevoli lamenti. Quella valle era scura, profonda e fumosa, tanto che non riuscivo a distinguere nessuna cosa in essa.

<<Scendiamo ora di qua nel mondo delle tenebre>>, cominciò a dire Kunikida. <<Io sarò il primo a scendere, tu il secondo.>>

Accortomi del suo colorito smorto, dissi a lui:
<<Come posso procedere dietro te, se mostri paura proprio tu, che di solito mi consoli?>>

Mi rispose Kunikida: <<L'angoscia delle anime che si trovano qua giù, mi suscitano tanta angoscia. E poi, in realtà, non so nemmeno perché abbia accettato di intraprendere questo viaggio con te. Ma andiamo, il lungo viaggio che ci attende non ci permette pause.>>

Entrò così, e fece entrare anche me, nel primo cerchio che gira intorno a quell'abisso infernale.

In quel cerchio, per quanto potevo riuscire a sentire, non c'era un vero pianto ad accompagnare quel gran sospirare che faceva tremare l'aria eterna; ciò avveniva perché era un dolore senza strazio a fare soffrire le schiere di anime di quel cerchio, schiere numerose e folte, costituite da fanciulli, donne ed uomini.

Kunikida mi disse: <<Non mi chiedi che spiriti sono quelli che vedi qui? Voglio che tu sappia, prima di procedere oltre, che tali anime non commisero peccati in vita; e se anche, al contrario, hanno meriti, non bastano loro, dal momento che non hanno ricevuto il battesimo, porta di accesso alla fede, la fede di Fukuzawa, alla quale tu credi; essendo quindi vissuti prima di Fukuzawa, non lo adorarono nel modo corretto, nel modo adeguato. Io non so come facciano.>>

<<Grande maestro.>> Mi permisi di dire. <<Ma come mai anche tu eri tra queste anime quando Sigma è venuto a cercarti?>>

<<Taci, gavetta.>> Mi disse. <<Per tale mancanza, non a causa di altre colpe, sono rovinati, afflitti dal solo fatto che vivono con il forte desiderio di vedere Fukuzawa, senza la minima speranza di poterlo esaudire.>>

Sentite queste parole, fui preso da un grande dolore al cuore, poiché venni a sapere che anche delle persone di grande valore si trovavano in quel limbo, sospese tra attrazione e repulsione.

<<Dimmi Kunikida, ti prego dimmi,>> cominciai io a chiedere, per avere una conferma di quel culto di Fukuzawache toglie ogni dubbio: <<hai mai lasciato qualcuno dal limbo, per merito o suo o di altri, per poi diventare beato in paradiso?>>

Kunikida, capito dove miravano le mie parole, il loro vero senso, mi rispose: <<Io ero arrivato da poco in questo cerchio, quando vidi arrivare un potente chiamato Ranpo Edogawa coronato del segno della vittoria, riportata contro il peccato.>>

Non smettemmo di camminare mentre la mia guida parlava, ma anzi attraversammo tutta la schiera, fitta di anime come una foresta è affollata di alberi. Non avevamo ancora percorso molto strada dal punto in cui mi ero ridestato dal sonno, quando vidi un fuoco che illuminava una parte, una mezza sfera di tenebre. "Oddio" pensai "Non è che mi drogo?"

Eravamo ancora lontani da quel fuoco, ma non così tanto da non riuscire ad accorgermi che si trovavano là delle persone di gran conto. Un pezzente come me lì non avrebbe mai dovuto starci

Dissi: "Kunikida, tu che onori la puntualità e gli ideali, chi sono costoro che godono di tanto onore che li fa distinguere per condizione dagli altri?>>

Mi rispose Kunikida: <<La loro onorata fama, che risuona ancora là su nel mondo dove tu vivi, gli fa ottenere favori da Fukuzawa e perciò sono trattati meglio degli altri.>>

Fu nel frattempo udita da me una voce: <<Rendete onore all'eccelso scrittore; è ritornato il suo spirito, che si era prima allontanato.>>

Dopo che la voce si fu interrotta e rimase quieta, vidi quattro grandi spiriti venire verso di noi: non sembravano in volto né tristi né felici.

Kunikida incominciò a dire: <<Guarda quel coglione con la spada in mano, che precede gli altri come se fosse un re: quello è il sommo poeta Natsume Souseki; l'altro è Inoue yasushi, autore de Il fucile da caccia; il terzo è Banana Yoshimoto e l'ultima dei quattro è la Kawaguchi. O Kawagucci, come dico io. Dal momento che ognuno dei quattro spiriti condivide con me il titolo di scrittore, che la voce solitaria ha pronunciato poco fa, essi mi rendono onore ed in ciò fanno bene. "

Vidi così adunarsi la bella scuola di Natsume Souseki, principe del più sublime tra tutti i generi letterari che sovrasta gli altri poeti come fa l'aquila in cielo. Dopo che ebbero parlato un poco tra loro, si rivolsero a me con un cenno di saluto, e Kunikida sorrise compiaciuto per quel gesto; ed anzi mi fecero un onore ancora più grande, accogliendomi nel gruppo come uno di loro, così che fui la sesta persona in mezzo ai quei grandi saggi.

Andammo tutti insieme fino alla luce parlando di cose di cui a nessuno fregava niente. A volte mi insultavano anche. Dicevano di essere ironici, ma io ho i miei dubbi.

Giungemmo ai piedi di un bellissimo castello, circondato da sette cerchia di alte mura e lambito, come fosse a difesa, da una bel fiumiciattolo. Ho già visto troppi fiumi in un giorno.

Attraversammo il fiume facilmente, come fosse stato di terra; attraversai quindi sette porte insieme a questi spiriti saggi: giungemmo infine in un prato d'erba fresca.

In quel prato trovai gruppi di persone dallo sguardo riflessivo e grave, che nelle sembianze mostravano una grande autorità: parlavano poco, con voci soavi, dolci.

Ci mettemmo in uno degli angoli del cortile, su una piccola altura aperta allo sguardo e luminosa, così da essere in grado di vedere tutti quanti gli spiriti presenti.

Dritto da là, stando su quel tappeto erboso, mi furono mostrati gli spiriti liberali, la cui vista ancora oggi mi rende orgoglioso.

Non posso raccontare pienamente di tutti gli spiriti che vidi,
poiché il lungo tema intrapreso mi spinge a proseguire oltre,
così che molte volte il racconto è poco in confronto alla realtà.

La compagnia da sei perde due personaggi: Kunikida mi conduce per un'altra strada, fuori da quella quieta regione, là dove l'aria trema per i continui sospiri. Non so perché lo fece. forse si bergognava di me. Non saprei dirlo con certezza, ma può essere. E arrivo in quella parte parte dell'inferno dove non c'è nulla di luminoso. Sembra proprio la mia vita.

Come corpo morto cade || BSD x Divina CommediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora