«Ecco l'animale con la coda pelosa, che passa le montagne e spezza muri e difese! Ecco colei che ammorba tutto il mondo col suo fetore!»
Così iniziò a parlarmi Kunikida; e accennò alla donnola gigante di venire all'orlo del Cerchio, vicino alla fine dell'argine in pietra.
E quella bestia immagine di frode si avvicinò, sporgendo la testa e il busto ma tenendo la coda lontana dall'orlo.
Aveva il corpo di donnola, ma era molto più grande del normale. Aveva degli artigli alle zampe, e due code che usava per volare nel vento. Il dorso e il petto ed entrambi i fianchi erano dipinti di nodi e rotelle. Né i Tartari né i Turchi produssero mai tessuti con più colori, ricami di sfondo e a rilievo, né Aracne realizzò mai tele siffatte.
Come talvolta le imbarcazioni stanno a riva e tengono parte dello scafo in acqua e parte a terra, e come là fra i paesi nordici il castoro si prepara a catturare la preda emergendo in parte dal fiume, così l'orribile bestia stava sull'orlo, che è in pietra e circonda il sabbione. La sua coda guizzava tutta nel vuoto, preparandosi a spiccare il volo.
Kunikida mi disse: «Ora è necessario che il nostro cammino devii un poco fino a quel kamaitachi, coricato laggiù».Perciò scendemmo dall'argine sul lato destro, e facemmo dieci passi sull'orlo del Cerchio, stando attenti a evitare la sabbia e la pioggia di fuoco. E quando giungemmo a lei, vidi poco più lontano dei dannati seduti sulla sabbia, vicini all'orlo del baratro.
Kunikidami disse: «Affinché la tua esperienza in questo girone sia completa, va' e osserva la loro pena. Sarà un trauma, e allora sì che i lettori saranno soddisfatti, e lo sarò anche io. Ma fa che i tuoi discorsi là non siano lunghi: aspettando il tuo ritorno, parlerò con questa belva per convincerla a concederci le sue forti spalle per portarci in groppa. Siamo già in ritardo di due minuti sulla tabella di marcia, e le persone per questo mi diranno che soffro di ansia cronica, ma io penso che non sia vero.».
Era un discorso un po' strano, ma decisi di non farci caso. D'altronde, niente era normale. Così me ne andai tutto solo sull'estremo orlo di quel VII Cerchio, dove sedevano i mesti dannati. Il dolore prorompeva fuori dai loro occhi, e da una parte e dall'altra cercavano di darsi sollievo con le mani, per ripararsi dalla pioggia infuocata e dalla sabbia rovente: non diversamente fanno i cani in estate, col muso e con la zampa, quando sono morsi da pulci, da mosche o da tafani. Ma ora non pensiamo ai cani, che io li odio. Dopo che osservai con lo sguardo il viso di alcuni di loro, sui quali cadeva il fuoco doloroso, non ne riconobbi nessuno; ma mi accorsi che a ciascuno pendeva dal collo una borsa, che recava un certo colore e un certo stemma e sembrava che il loro occhio traesse nutrimento da essa.
E mentre guardavo tra di loro, vidi su una borsa gialla una figura azzurra che sembrava un leone dall'aspetto e dal portamento. Poi, ne vidi un'altra di color rosso sangue, che recava la figura di un'oca più bianca del burro.
E un dannato, che aveva una borsa bianca con l'immagine di una grossa scrofa azzurra, mi disse: «Cosa fai tu in questo Inferno? Ora vattene; e poiché sei ancora vivo, sappi che presto siederà qui alla mia sinistra la mia concittadina Louisa May Alcott. Io sono americana, e i miei pronomi sono U/S/A: molte volte mi urlano nelle orecchie, gridando: "WHAT THE FUCK IS A KILOMETEEEEEEER"». A quel punto storse la bocca e tirò fuori la lingua, come un bue che si lecchi il naso. E io, temendo di aver incontrato un'altra Karen americana chronically online e temendo che il trattenermi oltre irritasse Kunikida, mi allontanai dalle tristi anime.
Ritrovai il mio maestro che era già montato sulla groppa del feroce animale, e mi disse: «Ora sii forte e coraggioso, cosa che so che non sarai. Ma va bene lo stesso. Ormai dobbiamo scendere in questo modo: sali davanti a me, poiché voglio essere nel mezzo tra te e la coda di questo kamaitachi, perché non possa nuocerti».Mi vergognai perché, effettivamente, avevo paura. Ma avevo più paura della reazione di Kunikida, quindi salii.
Io mi sedetti sopra quelle orribili spalle; avrei voluto dire a Kunikida 'Abbracciami forte', ma onestamente anche no. Invece Kunikida, che altre volte mi soccorse in altre situazioni dubbiose, non appena montai mi cinse con le braccia e mi tenne forte;
E disse: «Kamaitachi, vedi di muoverti che per colpa di questo scemo siamo in ritardo di cinque minuti: scendi, facendo ampi giri nell'aria: bada al peso che porti e a cui non sei abituato».
Come la navicella lascia la proda procedendo all'indietro, così Gerione si allontanò dall'orlo; e dopo che si sentì pienamente a suo agio, rivolse la coda dov'era il petto e la mosse tendendola, come un'anguilla, e iniziò a dare bracciate nell'aria con le zampe pelose. Non credo che Fetonte avesse più paura quando lasciò le redini del carro del Sole, per cui - come ancora appare - il cielo si incendiò; né (ebbe più paura) il misero Icaro, quando si sentì spennare la schiena dalla cera surriscaldata, mentre il padre gli gridava: «Stai sbagliando strada!», rispetto alla paura che ebbi io, quando vidi che mi trovavo nell'aria da ogni lato e non vidi più nulla eccetto la belva.
Essa procedeva, nuotando lentamente: girava e scendeva, ma io non me ne accorgevo se non per il fatto che sentivo il vento sul viso e sotto le gambe.Io udivo già alla mia destra la cascata del fiume che faceva un orribile scroscio sotto di noi, per cui sporsi la testa in basso e guardai. Allora ebbi più paura di cadere, perché vidi dei fuochi e udii dei lamenti; allora, tremando, strinsi di più le cosce.
E vidi poi ciò che prima non vedevo, cioè che stavamo scendendo e ruotando, perché si avvicinavano da diversi lati i grandi tormenti dei dannati.
Come il falcone che ha volato a lungo, e che non avendo visto né il logoro né un uccello induce il falconiere a dire: «Ahimè, devi scendere!», e quello scende stanco nel luogo da cui si muove agile, facendo cento giri nell'aria e si posa lontano dal suo padrone, disdegnoso e riottoso; così quel Kamaitachi ci depose a terra, proprio sul fondo di quel baratro a strapiombo, e una volta che ebbe scaricato i nostri corpi, svanì come una freccia scoccata da un arco.
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Come corpo morto cade || BSD x Divina Commedia
HumorNel mezzo del cammin di sua vita, Atsushi si ritrovò per una selva oscura ove la retta via era smarrita. Questo è il crossover che tutti noi volevamo vedere, non prendiamoci in giro.