4. Il mio Sfogo

152 49 1
                                    

Passarono alcuni mesi, io e Jessica ci sentivamo ogni momento della giornata di whatsapp e alla sera cercavamo di uscire insieme ai suoi amici, sapete io non ho mai avuto problemi con i suoi amici anche perché ci parlavo poco o niente per il mio carattere di merda cosa che Jessica diceva l'opposto. Però quel sabato di inizio dicembre arrivo' una sua nuova amica, si chiamava Federica ed era nuova di qua. Io cercai di presentarmi nel modo più garbato possibile, ma non funzionò perché lei era più timida di me. Jessica e le sue amiche andarono al bar "Stella" uno dei più grandi che c'erano prima che lo presero i nuovi padroni di origini cinesi. Jessica prese un cicchetto di vodka, mi sembrava strano visto che lei beveva poco o quasi niente quando uscivamo, le loro amiche presero una bottiglia di Corona. Ma Federica non prese niente, stessa cosa feci io ma la serata iniziava a movimentarsi verso le 11 di sera dove arrivò l'ex di Jessica, un certo Luigi ma tutte le sue amiche lo chiamano "Gigi."
Si avvicinò verso Jessica, e cercò di prenderla e baciarla ma lei lo respinse, lui con tono grosso urlo' che voleva picchiarla. Nella mia testa stavo pensando a tutto quello che mi disse e i bei momenti dove mi lascio' senza parole. Gigi stava per prenderla quando sono intervenuto dicendoli di smetterla di fare il grosso, lui rise e si senti potente dicendo che ero un bambino confrontandomi con lui. Stavo iniziando a perdere il controllo di me stesso a tutti gli insulti che mi diede, senza il controllo di quello che stavo facendo arrivò un mio pugno nella sua faccia. Cadde a terra con il sangue che gli uscì dal naso, si alzò di scatto e cerco' di rispondere con un calcio, dove la mia tibia colpi' contro la sua facendomi perdere l'equilibrio ed ero disteso a terra. Jessica urlò di smetterla e Gigi mi minaccio' che sarebbe tornato per finirla per bene questa rissa e scappò. Jessica si avvicinò con le sue amiche scioccate dalla situazione che c'era stata tra me e Gigi, andai con Jessica a sciaquarmi la gamba dolorante, Jessica mi fermo', mi disse che voleva ringraziarmi per averla difesa e arrivo' un suo bacio nelle labbra che erano calde, la mia testa andò in frantumi, il calore del suo bacio al gusto di vodka mi travolse, gli chiesi il perché di tutto questo, lei mi zittì e mi sussurrò un "Ti Amo." Forse era vero, forse non era un sogno. mi sussurrò un "Ti Amo." Forse era vero, forse non era un sogno. Ero scettico a pensare che lei non voleva soltanto che me, ma vi assicuro che non mi disturbava il fatto che lei voleva aiutarmi ad aumentare la mia felicità che prima non riuscivo ad avere. Verso i primi giorni che andai a vedere la partita di calcio di Simone che era un nostro compagno di scuola, c'era Paul che era tornato da poco qui e subito ne parlai di tutto questo, pensava che fosse una cosa fantastica ma non capiva che io ero diverso e che forse sarei stato io quello a sbagliare nella vita. Mi parlò di come si fa a non fare molti sbagli con le ragazze, ma non ne ero sicuro se poteva esserne un modo garantito.
Dopo la partita io e Paul salutammo tutti e andammo a farci un giro in piazza che iniziava già a fare buio verso le cinque di pomeriggio. Paul aveva appena comprato una pasta calda alla crema del bar che frequentava lei, mi guardo' stranamente Paul pensando che avessi visto un angelo in quel bar. Mi diede una pacca sulla spalla come per svegliarmi dalla amnesia del bar, mi disse cosa stavo pensando, a dire la verità non lo sapevo neanche io cosa stavo pensando. Ero vuoto, sembrava che non avessi un senso dentro di me, ma risposi che pensavo di tornare a casa mia. Paul mi disse di parlarmi bene di questa situazione con Jessica, non risposi siccome ero stanco di queste domande che faceva. Poi mi ricordai che dovevo chiedergli a Paul se poteva venire da me siccome volevo andare al cinema quella sera a farci quattro chiacchiere e qualche risata. Lui mi disse che aveva da fare siccome due giorni dopo doveva ripartire per Firenze, dove aveva sua nonna che lo aspettava per trovarlo. Allora tornai a casa e chiamai Jessica, dopo averle scritto la fatidica domanda lei rispose subito di sì come se non aspettasse altro. Il tempo volo' ed erano già le sette e mezza, mi preparai che dovevo andare a prendere Jessica. Appena finito partì per andarla a prendere, lei si presentò con una giacca di jeans e sotto una maglia bianca, mi chiamo' "tesoro" quella sera, io la chiamai col suo nome è partimmo verso il cinema, arrivammo al cinema in bus. Di solito al cinema ci sono sempre quelle persone che parlano di cose che vanno di moda oppure gente che cerca di provarci con le ragazze che uscivano dalla sala, beh quella sera era quasi vuoto, non sapevo se era un buon segno o brutto. Quando camminammo per il marciapiede che portava al cinema lei mi prese la mano e disse che adesso andava bene per lei, io ero tipo mezzo rincoglionito per non aver capito di cosa parlasse. Poi appena arrivati al cinema prenotammo due biglietti per il film di fantascienza di cui non ricordo il nome, la sfortuna quella sera voleva che c'era anche la nebbia intorno a noi due, dopo un po di tempo non sentivo più la mano sua. Mi presi un colpo, l'avevo persa nella nebbia con la luce dei lampioni accesi e il freddo che mi colpì la faccia ero a correre urlando il suo nome per tutto l'edificio fuori dal mondo sembrava di stare. La chiamai anche al cellulare ma non rispose, stavo male pensavo che la colpa di tutto questo era soltanto mia. Poi vidi una torcia venirmi incontro come se fosse uno che mi aveva sentito, era un commesso del cinema, mi disse che una ragazza stava piangendo vicino alla finestra del cinema. Corsi, la stavo vedendo e sentendo che urlavo il suo nome è corsa da me e mi abbracciò, esclamò che la prossima volta che lasciavo la sua mano mi voleva dare uno schiaffo e co ironia urlai che sono stato uno stronzo a lasciare la mia felicità che avevo in mano. Forse per molti questa cosa poteva essere solo un banale episodio stupido che accade forse tante volte che ci perdiamo, ed è proprio questo che io non ne abbia ancora capito il senso di come certe persone non ci facciano caso che a volte perdersi e rimanere da soli fa male. Sapere che la persona accanto che avevi prima o poi non ci sarà più vicino a te, si è vero io tante volte ero sempre rimasto da solo ma ora che mi era stata concessa questa opportunità non potevo perderla, e non potevo perdere lei adesso. I giorni passarono ed io e Jessica iniziammo a frequentarci come fidanzati ma non "ufficiali" come diceva lei molte volte, perché per lei c'era ancora da risolvere la questione con Simon. Lui ormai andava in un altro paese dove aveva un altra compagnia, si rivelò un bugiardo agli occhi di tutti i nostri compagni poiché ci aveva lasciati soli tutti noi, mentre lui si divertiva con un altro gruppo. Io non avevo più sue notizie di lui ma poi Bruno mi disse tutto di cosa cambiava nel suo genere di persona. Jessica non la vidi per tre settimane perché parti' per Francoforte in Germania per una gita di classe, tutti i giorni a parte il sabato uscivo sempre con Bruno. Lui era sempre il più informato di tutti, sapeva alcuni punti deboli di molte persone che nemmeno io sapevo. Mi parlò anche della sua storia, ma il punto era che volevo saperne di più riguardo Simon. Bruno aveva un conto in sospeso con Simon, siccome Bruno sia il leader del gruppo del mio paese dove abitavo, si era fatto fregare da Simon, ormai suo ex amico. Io chiesi però riguardante la sua vita sentimentale e mi parlò di una certa Asia che abitava nella casa numero 29. Abitava a pochi passi da Bruno, mi disse che era una ragazza che aveva un sorriso davvero bello ma che nessuno le parlava perché si sentiva sempre giù e praticamente non sorrideva mai visto che molte volte la prendevano in giro per come si vestiva. Da maschio skater più o meno, il che tutto questo le faceva male e quindi volevo cercarla per parlarne. Chiesi il suo numero a Bruno e lui mi diede tutto il necessario per sapere come partire a parlare con lei. Mentre camminavo per tornare a casa trovai Paul ma visibilmente triste, mi nascosi in una colonna a vedere cosa succedeva. Iniziò a piangere sotto l'albero pieno di foglie secche e la panchina del parco, aveva anche una foto in mano e allora corsi a capire perché pianse. Mi guardò e mi disse che la sua ragazza che gli piaceva era partita per la Spagna ma non si sapeva per quanto tempo rimaneva la. Paul capii che non la avrebbe vista mai più, non sapevo cosa fare in quel momento, ero impotente. Allora mi ero seduto e chiesi di raccontare chi era questa ragazza, lui disse che si chiamò Flora, aveva origini africane ma suo padre era italiano. Per lui era molto più di quello che mi pensai forse più di quello che tenevo io per Jessica, disse che lei era ormai innamorata di Paul ma non aveva il coraggio di confessarlo poiché sarebbe partita per la Spagna mi dissero più avanti, ma lasciamo stare. Paul si ritirò a casa con il cuore infranto e io tornai nel mio letto confuso come se mi avessero tolto delle emozioni. Era sabato, Bruno di prima mattina mi suonò al campanello e urlò che era urgente. Io mi alzai presi le prime cose che trovavo nell'armadio è uscito di casa Bruno mi disse che Simon era in giro con la sua nuova compagnia. Bruno era furioso, lo capivo abbastanza da quando quel "Gigi" cercò di baciare Jessica, lui sapeva dove poteva andare Simon siccome solo lui conosceva meglio della sua compagnia le nostre vie. Bruno chiamò un certo "Fedd" e disse di dirigersi verso la via del corso dove li aspettavano il loro gruppo. Cercai di chiamare Paul e chiederli se poteva uscire quella mattina, lui pensò che era per fare due chiacchiere ma io falsamente risposi di si. Bruno era già partito con due suoi compagni verso la via, in quel momento volevo parlare con Simon, era la mia occasione per ottenere un "no" definitivo da lui per tenermi Jessica. Lo speravo e mi diressi verso casa di Paul per prenderlo e andare alla via, partimmo per la via del corso e trovammo verso una cinquantina di ragazzi armati di bastoni e coltellini nascosti nelle maniche delle maglie. Paul arretrò verso il basso e mi bisbiglio che mi aspettava all'uscita, Bruno intanto offendeva Simon come traditore del gruppo con dall'inizio. Simon non replico' pensando solo a darle duramente contro Bruno, intanto stavo tremando, non sapevo cosa fare e tanto meno come dirglielo a lui. Forse avevo sbagliato momento oppure dovevo dirglielo adesso o mai più prima che arrivasse Jessica dalla Germania. In un preciso istante, Bruno arretrò per usare una tattica di avvertimento verso il gruppo di Simon è proprio in quel momento avanzai da solo. Bruno mi guardò scioccato di quello che stavo facendo, Simon era sorpreso e mi guardò con aria da sciocco. Lo guardai e gli dissi se Jessica la amava ancora, Bruno in quel momento in cui avevo appena finito di domandare a Simon la mia fatidica domanda, afferrò il suo coltello da dietro e avanzato verso i suoi compagni Simon cambiò sguardo e urlando verso di me disse che per lui Jessica non era più niente. Ero felice, per la prima volta in tutta la mia vita. Sapere che finalmente avevo quella fottuta risposta mi faceva stare bene, ma Bruno colpi' da dietro Simon col coltello nel collo. Sbagliò mira. Simon si accasciò a terra sanguinante, tutti scapparono eccetto io. Rimasi imbambolato a vedere il corpo di Simon pieno di sangue. Di fianco a lui c'era ancora il coltello di Bruno, Paul da dietro mi prese e scappammo da lì dove ormai arrivarono i soccorsi. Era ripartita la mia tristezza. Di nuovo.

MySelf DestructionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora