Aprii gli occhi. Davanti a me c'era una parete bianca, è c'era puzza di disinfettante di fianco a me. Mi guardai intorno è avevo una flebo attaccata al braccio sinistro, stavo tranquillo ma ero stanco. Dopo circa 20 minuti arrivò un infermiera che notò che ero sveglio, mi disse che la mia situazione era buona ma dovevo stare attento alla prossima sbronza perché il mio fegato stava arrivando al limite. Intanto arrivò mia madre dal lavoro, mi disse che tutti sapevano che ero in ospedale, dopo questa notizia iniziai ad irritarmi, sapevo che non se ne sarebbero interessati Jessica e Paul. Però da lontano, arrivò un ragazzo che avevo già visto è che mi salutò da lontano. Era Chuck, insieme a due suoi amici, ero stupito nel vedere che Chuck sarebbe venuto a trovarmi anche se i suoi amici non mi conoscessero perfettamente, anche Chuck non mi conosceva abbastanza bene ma avevo una grande intesa con lui. Mi abbracciò, ed esclamò che sono stato un idiota a stare in ospedale, poi mi presento i suoi amici: Michael e Rubio. Iniziai a conoscerli è parlarci insieme a Chuck, più avanti verso il marciapiede del parcheggio si intravedeva Paul preoccupato, vedendolo dalla finestra rimasi zitto mentre gli altri parlarono. Pensai che stesse aspettando il suo "nuovo" amico Vlad, mentre pensavo che una visita di Jessica non ci sarebbe stata è cercai di non pensarci chiedendo se dopo uscito da qui ci saremmo presi un appuntamento io, Chuck e gli altri. Michael insieme a Rubio andarono a prendere un caffè nella macchinetta mentre Chuck chiamò la sua ragazza per farle sapere che era venuto a trovarmi, ma dal corridoio arrivò un ragazzo con una felpa nera, indossava un cappuccio in testa è aveva la faccia cupa, tutta bianca. Si avvicinò verso la mia porta, alzò la testa per vedermi è mi salutò. Dopo tanto tempo, era tornato Paul con un aria insolita molto fredda da parte sua, sembrava un fantasma senza un orientamento è cercava un rifugio. Alzai la mano come per salutarlo, lui si avvicinò, si sedette vicino al mio letto è scoppiò a piangere con la faccia contro le lenzuola del letto. Iniziai a lacrimare anche io, lo presi per i capelli è gli chiesi se tutto questo aveva un senso, lui rispose che tutto quello che non aveva senso era lui. Si alzò, prese dalla tasca una lettera è me la diede in mano e scappò dalla stanza senza dire niente, Chuck è gli altri vedendo tutto da fuori, tolsero il disturbo è mi salutarono. Avevo ancora la lettera che mi diede Paul, sigillata con una "x" al centro ed intestato al mio nome. Avevo paura della persona che mi avrebbe scritto. Pensavo a chiunque. Ma poi arrivai a lei è non si levò più dalla mia testa.

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MySelf Destruction
Novela JuvenilRick è un ragazzo di 16 anni che vive in un costante stato di solitudine dovuto per la sua vita tumultuosa con i problemi a scuola e il divorzio dei suoi genitori. Mentre pensava che la sua vita sarebbe destinata ad essere solo a se stessi incontrer...